Negli ultimi anni la condizione delle persone con disabilità e delle loro famiglie è sostanzialmente peggiorata.
La riduzione delle risorse destinate all’intervento sociale (Fondo per le Politiche Sociali, trasferimenti alle Regioni e agli Enti Locali ecc.), l’assenza di definizione di regolamentazioni nazionali (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali – Liveas, indirizzo sulla pianificazione ecc.), il mancato finanziamento di leggi legate alla disabilità (come la Legge 13/89), la progressiva riduzione dell’impegno sull’inclusione sociale (peggioramento dell’attenzione all’integrazione scolastica e inerzia sulle politiche per l’impiego), la riproposizione di politiche di segregazione (l’articolo 14 del Decreto Legislativo 276/2003, attuativo della Legge 30/2003 – Legge Biagi – e il supporto a soluzioni istituzionalizzanti come le Residenze Sanitarie Assistenziali – RSA), l’assenza di politiche di mainstreaming (trasporti, urbanistica, turismo ecc.), la cancellazione dell’organismo di partecipazione delle associazioni alle decisioni che le riguardano (la Consulta Nazionale), gli impegni presi solennemente nel corso del 2003, Anno Europeo delle Persone con Disabilità, nessuno dei quali mantenuti, mettono in radicale discussione i diritti che sembravano acquisiti.
Inoltre, le politiche di questi anni hanno messo in discussione lo stesso principio di deistituzionalizzazione contenuto nella Legge 180/78 sulle malattie psichiatriche, rivitalizzando gli istituti mai chiusi per le persone con disabilità, come accade a Serra d’Aiello (Cosenza), dove le inumane condizioni di vita, secondo le norme vigenti, dovrebbero condurre amministratori e operatori a dimettere le persone loro malgrado lì residenti, mentre invece procedono a nuovi ricoveri.
A questo pesante elenco di inadempienze e passi indietro nelle politiche di inclusione sociale, si aggiunge l’ultima decisione che ancora una volta penalizza gravemente le persone con disabilità e le loro famiglie: il taglio del 50% del Fondo per le Politiche Sociali deciso dal Governo è un ulteriore affossamento dei servizi essenziali per garantire il pieno godimento dei diritti di cittadinanza da parte di chi è discriminato e privato di eguali opportunità.
Senza trascurare i pericolosi segnali provenienti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, rispetto alla prossima Legge Finanziaria:
– tassazione dell’indennità di accompagnamento e di comunicazione
– tagli agli Enti Locali
– riduzione del Fondo Sanitario o reintroduzione dei ticket sanitari.
Il Consiglio Direttivo della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), riunitosi in forma aperta il 19 settembre a Genova – in occasione del seminario nazionale dello scorso fine settimana – denuncia l’assurdo obiettivo di questa politica che implica lo smantellamento dello Stato Sociale, restituendo opportunità solo al vincente della competizione.
Giudica inoltre il bilancio del Governo Berlusconi estremamente negativo sulle politiche per la promozione dei diritti delle persone con disabilità, riscontrando un preoccupante fenomeno di impoverimento dovuto all’esclusione sociale e al ritorno di politiche che per secoli ci hanno relegato fuori dalla società.
Il Consiglio Direttivo della Fish chiede quindi al Governo stesso di intervenire per:
– ricostituire urgentemente il Fondo per le Politiche Sociali il cui taglio mette a rischio soprattutto gli interventi assistenziali nei Comuni medi e piccoli, discriminando doppiamente le persone e le famiglie ivi residenti;
– eliminare dal dibattito politico riguardante la prossima Legge Finanziaria ogni riferimento al taglio delle indennità di accompagnamento che rappresentano l’unica fonte certa per garantire opportunità di autonomia e deistituzionalizzazione su tutto il territorio nazionale;
– levare il veto all’approvazione del disegno di legge sul Fondo per i non autosufficienti, approvato all’unanimità in Commissione Affari Sociali della Camera, affinché i servizi possano trovare una reale fonte di finanziamento;
– definire e approvare i livelli essenziali di assistenza sociale, affinché le prestazioni siano quantitativamente esistenti e omogenee su tutto il territorio nazionale;
– abrogare le norme di verifica degli accertamenti dell’invalidità, handicap e disabilità, e in particolare l’eliminazione del ricorso amministrativo, che penalizzano le persone con disabilità più grave con continue vessazioni, rendendo obbligatorio il ricorso agli intasati e onerosi tribunali civili;
– emanare il decreto attuativo sulla partecipazione alla spesa dei servizi pubblici che viene chiesta anche a persone non in grado di produrre reddito.
Alla luce di tutto ciò, il Consiglio Direttivo della FISH proclama lo stato di agitazione di tutte le sue organizzazioni aderenti per contrastare queste politiche, chiamando queste ultime alla mobilitazione in tutte le forme possibili che sfoceranno in una manifestazione nazionale delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
Inoltre, la segreteria della FISH continua a ricevere spontanei attestati di solidarietà e di sostegno all’iniziativa senza aver inviato formale richiesta di adesione.
Ogni adesione volontaria è a questo punto quanto mai importante, in vista di una Manifestazione Nazionale a Roma, presumibilmente nel mese di novembre.
Per aderire è sufficiente prendere contatto con:
Segreteria FISH
tel. 06 78851262, fax 06 78140308, presidenza@fishonlus.it.
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