Pochi disabili all’ONU dei Giovani

di Daniela Nisticò
L'Assemblea dell'ONU dei Giovani si è tenuta in settembre a Terni, in occasione della Marcia per la Pace Perugia-Assisi. L'avvenimento, vista l'adesione per la prima volta della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e di altre associazioni di persone con disabilità, poteva costituire un'ottima opportunità, ma secondo Daniela Nisticò - giovane iscritta al DPI (Disabled Peoples' International) Italia - non è stata colta

Nei giorni antecedenti la Marcia per la Giustizia e la Pace Perugia-Assisi dell’11 settembre, alla vigilia del vertice dei Capi di Stato delle Nazioni Unite e in concomitanza con la sesta Assemblea dell’ONU dei Popoli, numerosi giovani provenienti da tutto il mondo si sono incontrati a Terni dall’8 al 10 settembre, per la seconda Assemblea dell’ONU dei Giovani.
Innanzitutto voglio dire che mi ha colpito molto la grande energia positiva e di speranza dipinta nei volti delle varie persone che ho incontrato.
E tuttavia, le mie aspettative per questa Assemblea erano ben precise: mi aspettavo infatti che oltre a me – disabile – ci fossero altri partecipanti in condizione di disabilità che portassero avanti la lotta per l’inclusione, l’integrazione, le pari opportunità e la promozione dei diritti umani delle persone con disabilità.Due bambini con il volto dipinto
Sono argomenti, questi, che secondo me riguardano tutti: persone con disabilità, comunità e società nel loro insieme, Stati e Governi, organismi internazionali e locali, perché la disabilità è la risultante delle condizioni fisiche, psichiche e intellettuali non solo del singolo individuo che la vive ma anche della società nel suo insieme.
Come usa dire DPI (Disabled Peoples’ International), le persone con disabilità «non sono portatori ma ricevitori di handicap». Le società e le comunità di vita sono state costruite da persone, Governi, Istituzioni che hanno oscurato e negato le persone con disabilità.
Quindi credo sia inconcepibile che in un contesto nel quale si discuteva di diritti umani, di lotta alla povertà, di pace e fratellanza non sia stata nemmeno nominata la parola “disabilità”.
Posso capire che nell’ambito di un evento così grande possa sfuggire qualcosa, ma dimenticare che le persone con disabilità ci sono in tutto il mondo, mi sembra sia stata una mancanza grave da parte di tutti.
Sicuramente i giovani disabili non hanno partecipato, ma mi chiedo se sia stato fatto tutto il possibile perché ciò avvenisse.
Come al solito ci si dimentica dei bisogni speciali di persone come me, bambini, giovani o adulti che siano. Mi auguro che in futuro si faccia più attenzione e si mettano tutti in condizione di partecipare.0
Certo, è vero che sono stata informata, è vero che ho partecipato, ma è anche vero che la mia partecipazione è stata limitata soltanto agli eventi pubblici. Infatti, l’ambiente fisico inaccessibile non mi ha permesso di essere presente agli incontri informali per socializzare con gli altri giovani.
Come al solito, quindi, come da sempre, alle persone come me è consentito sì partecipare, ma da un ambiente parallelo e separato.

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