Una sindrome malformativa è una malattia congenita (cioè presente sin dalla nascita) caratterizzata dalla possibile presenza contemporanea di malformazioni maggiori (alterazione della struttura di cuore, reni, palato, sistema nervoso centrale, arti, genitali esterni ecc.), di problemi di crescita in peso e altezza (in eccesso o in difetto), di anomalo sviluppo psicomotorio e intellettivo e di tratti somatici spesso molto particolari.
I pazienti affetti da una sindrome malformativa possono poi avere problemi medici generali comuni, ma specificamente presenti in quella malattia.
L’insieme di questi segni clinici e sintomi medici riconosce un’unica causa, costituita spesso da un’alterazione di vario genere dell’informazione genetica della persona affetta.
La sindrome di Cornelia de Lange (CDLS)
La CDLS è una sindrome malformativa riconosciuta per la prima volta nel 1933 da una pediatra olandese che diede ad essa il nome, la cui incidenza è stimata pari ad 1 nuovo caso ogni 10-20.000 nati (circa 50 nuovi nati all’anno in Italia).
Le caratteristiche principali di un soggetto affetto sono costituite da basso peso alla nascita (inferiore a due chili e mezzo), scarsa crescita postnatale in peso e altezza, ridotte dimensioni della testa (microcefalia), eccessiva peluria sul corpo (avambraccia e regione lombare in particolare), mani e piedi piccoli o gravi alterazioni malformative a carico delle mani stesse.
I pazienti si assomigliano molto tra di loro: le sopracciglia, infatti, sono sottili, arcuate e unite frequentemente sulla linea mediana, le ciglia sono lunghe, il naso è piccolo con narici all’insù, le labbra sono sottili con angoli rivolti in basso.
È possibile – ma non necessario ai fini della diagnosi – che siano presenti una o più malformazioni maggiori. L’acquisizione delle comuni tappe di sviluppo di ogni bambino (stare seduto, gattonare, camminare, dire le prime parole) è ritardata, così come ritardato in modo variabile è lo sviluppo intellettivo.
Per quanto riguarda infine l’area della comunicazione verbale (linguaggio), si tratta della sfera più compromessa ed è ormai chiaro che le capacità di comprensione dei soggetti affetti superano notevolmente le loro possibilità di espressione verbale.
Cause
La sindrome di Cornelia de Lange è una malattia genetica, causata cioè da un’alterazione molto piccola nel patrimonio genetico della persona affetta.
Nel maggio del 2004 è stato dimostrato che un’anomalia di una singola informazione genetica (gene NIPBL) è responsabile di tutte le manifestazioni cliniche nel 50% circa dei soggetti con questa condizione. La ricerca è ora impegnata a capire quale sia il difetto genetico di base nella restante parte delle persone con CDLS.
L’alterazione genetica che causa la sindrome insorge solitamente in modo casuale nel patrimonio genetico del soggetto affetto; questo fa sì, quindi, che il rischio di ripetizione della malattia in altri figli dopo la nascita di un figlio affetto sia, di regola, molto basso.
Esistono però rarissimi casi (una decina circa al mondo) in cui si è verificata una ripetizione della malattia; è per altro importante che ogni coppia che ha avuto un bambino affetto esegua un’appropriata consulenza genetica.
Diagnosi
La diagnosi di CDLS è ancora prevalentemente basata sul riconoscimento delle caratteristiche cliniche da parte di un medico esperto (pediatra, genetista, ecc). Essa può essere fatta già alla nascita o nei mesi o negli anni successivi.
Le recenti scoperte fanno sì che entro breve sarà possibile confermare la diagnosi clinica con l’esecuzione di un esame di laboratorio specifico (test genetico).
Recentemente si è dimostrato anche che esistono pazienti con un quadro clinico meno marcato (forme mild = lievi) per i quali la diagnosi frequentemente è fatta più tardi e la prognosi è migliore.
Problemi dei pazienti
I problemi principali per i pazienti affetti da sindrome di Cornelia de Lange riguardano la scarsa crescita (esistono in proposito curve di crescita specifiche) e il ritardo psicomotorio e intellettivo.
A questo proposito è importante che vengano intrapresi programmi di stimolazione precoci soprattutto per quanto riguarda l’area della comunicazione.
Tra i problemi pediatrici più frequentemente associati vi sono il reflusso gastroesofageo e le sue complicanze (70-80% dei casi), le convulsioni (20% circa dei casi), difficoltà d’udito, otiti e sinusiti frequenti, blefariti e miopia.
Possono poi insorgere problemi comportamentali (irritabilità, iperattività ecc.), a volte legati al mancato riconoscimento e trattamento di problemi medici in grado di causare dolore.
La sopravvivenza di una persona affetta, che non presenti malformazioni maggiori gravi, non è particolarmente ridotta: oggi, infatti, sono ampiamente noti soggetti che hanno raggiunto l’età adulta.
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