Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR)
Dipartimento per l’Istruzione – Direzione Generale per lo Studente
Seminario Nazionale di Studio e Produzione
La didattica, le tecnologie e l’organizzazione per l’integrazione scolastica
Sant’Agnello di Sorrento (Napoli), 30 novembre 2005
Gruppo di lavoro sui rapporti interistituzionali
Documento finale (4° Gruppo)
Premessa
Ci sembra importante sottolineare che l’integrazione scolastica e sociale (progetto di vita) della persona disabile rappresenta un importante banco di prova del lavoro interistituzionale. Infatti, i diversi enti coinvolti nelle azioni di supporto hanno il dovere di assicurare il successo di istruzione, formazione e inserimento lavorativo del soggetto disabile e non mettere in campo accordi e azioni che giustifichino l’operatività dei servizi.
In sede strettamente scolastica riteniamo necessario ribadire, come già fatto a Imola [Seminario Ministeriale sull’Organizzazione Amministrativa dell’Integrazione Scolastica, Imola, novembre 2003, N.d.R.], che qualificare l’integrazione significa qualificare la scuola e viceversa.
Rispetto a Imola si registra la novità della recente legge di riforma costituzionale che ha trasferito i poteri in tema di istruzione e formazione alle Regioni. Il Gruppo ha deciso di non entrare nel merito in quanto l’iter non è ancora concluso.
Rafforzare l’interistituzionalità
Si ribadisce la necessità che la Conferenza Unificata Stato-Regioni individui i livelli essenziali di prestazioni per l’integrazione scolastica e sociale con l’elaborazione di linee guida contenenti indicatori di qualità, di struttura, di processo e di risultato.
La presentazione delle prassi in ordine al funzionamento dei GLIP [Gruppi di Lavoro Interistituzionali Provinciali, N.d.R.] ha messo in evidenza i seguenti aspetti:
1) Il GLIR: stante l’organizzazione scolastica regionale, si ritiene necessaria la costituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale a livello regionale, con il compito di promuovere, tra le altre cose, accordi quadro.
Componenti: Assessorati dei Servizi Sanitari e SocioEducativi della Regione, delle Province e dei Comuni; rappresentanti delle Associazioni e delle Istituzioni Scolastiche.
In questo contesto ci preme sottolineare l’esigenza di una uniformità riguardo alla diagnosi clinica e alla diagnosi funzionale sul piano della modulistica e della terminologia; inoltre si rende necessaria la creazione di un database unico accessibile ai diversi enti coinvolti nel progetto di vita dell’alunno (vedi Regione Sardegna e alcune province di regioni diverse).
2) Il GLIP, quale organismo di consulenza dell’Amministrazione, ha necessità di mantenere la sua organizzazione a livello provinciale dietro delega esplicita ai CSA [Centri Servizi Amministrativi, N.d.R.], per il funzionamento da parte dell’USR [Ufficio Scolastico Regionale, N.d.R.]. Però, malgrado il rilancio operato nel Convegno di Imola, purtroppo in molte realtà ancora non funzionano, malgrado reiterate richieste delle Associazioni.
3) Il GLH [Gruppo di Lavoro Handicap, N.d.R.] di Istituto è un organismo importante che deve trovare impulso anche attraverso note ministeriali che ne sottolineino l’obbligo normativo. Le ricerche e le esperienze di buone prassi dimostrano che la presenza di un GLH (art. 15 comma 2, Legge 104/92) attivo contribuisce alla qualità dell’integrazione.
Accordo di Programma
Si individuano tre livelli importanti:
1. Accordo quadro Regionale
2. Accordo quadro Provinciale
3. Accordi Territoriali (vedi Piani di Zona, Legge 328/2000).
Le Buone Prassi rilevano la necessità di rinforzare gli Accordi di Programma come strategia importante nel lavoro di raccordo interistituzionale. Infatti, l’accordo è supportato da una normativa chiara rispetto al semplice protocollo, ritenuto troppo debole sul piano normativo.
Nelle 18 regioni i cui rappresentanti hanno partecipato al lavoro di gruppo, gli accordi di programma sono presenti, in larga parte delle province, in otto, pochi in quattro regioni e sono assenti in quattro.
Centri Territoriali Integrazione (CTI)
Rispetto a Imola, la presenza dei Centri Territoriali variamente denominati ha fatto registrare un incremento degli stessi. Sono infatti presenti in undici regioni, in altre due si sono costitute le Scuole Polo; non ci sono in tre regioni.
Le esperienze presentate hanno messo in luce le seguenti azioni comuni nei CTI:
1. INFORMAZIONE
2. FORMAZIONE
3. DOCUMENTAZIONE
4. CONSULENZA
La caratterizzazione più importante è rappresentata dalla gestione dei rapporti programmatici interistituzionali resa possibile anche da percorsi formativi comuni alle diverse professionalità presenti nei diversi enti (vedi esperienze di Brescia, Bergamo, Veneto, Modena).
Ci sembra importante aprire una parentesi intorno alla certificazione dei crediti formativi, in quanto mentre per gli operatori sanitari è previsto il protocollo ECM obbligatorio, per i docenti non esiste una normativa specifica che certifichi i suddetti crediti.
Dati delle Regioni
Abruzzo
Accordi di Programma: NO; Centri Territoriali: NO
Calabria
Accordi di Programma: Pochi; Centri Territoriali: Scuole Polo
Campania
Accordi di Programma: Pochi; Centri Territoriali: Solo decreti istitutivi
Emilia Romagna
Accordi di Programma: SI’; Centri Territoriali: SI’
Friuli Venezia Giulia
Accordi di Programma: SI’; Centri Territoriali: Scuole Polo
Lazio
Accordi di Programma: Pochi; Centri Territoriali: Pochi
Liguria
Accordi di Programma: SI’; Centri Territoriali: SI’
Lombardia
Accordi di Programma: SI’; Centri Territoriali: SI’
Marche
Accordi di Programma: SI’; Centri Territoriali: SI’
Molise
Accordi di Programma: NO; Centri Territoriali: NO
Piemonte
Accordi di Programma: SI’; Centri Territoriali: SI’
Puglia
Accordi di Programma: NO; Centri Territoriali: SI’
Sardegna
Accordi di Programma: SI’; Centri Territoriali: SI’
Sicilia
Accordi di Programma: Pochi; Centri Territoriali: SI’
Toscana
Accordi di Programma: SI’; Centri Territoriali: SI’ o Scuole Polo
Umbria
Accordi di Programma: NO; Centri Territoriali: NO
Valle d’Aosta
Accordi di Programma: NO; Centri Territoriali: NO
Veneto
Accordi di Programma: SI’; Centri Territoriali: SI’
Legge 328/2000
In merito alla Legge 328/2000 ci sembra opportuno sottolineare la necessità che ai tavoli di concertazione vengano invitati e consultati i rappresentanti della scuola e che gli accordi abbiamo una durata quinquennale.
Il tavolo di concertazione ci sembra il luogo per garantire il progetto di vita della persona con disabilità.
ICF
Relativamente al decreto DPCM attuativo dell’articolo 35 comma 7 della Legge 27 dicembre 2002, n. 289, si suggerisce che in fase di trasmissione alle scuole dello stesso, si indichi, con una circolare apposita, che la ventilata mancanza nel decreto del protocollo di classificazione ICF [Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, N.d.R.] è dovuta alla non ancora avvenuta traduzione in italiano della parte riguardante la classificazione della funzionalità della persona da zero a 18 anni, meglio conosciuta come ICF Children.
Sottolineiamo questo aspetto perché ci sembra che anche il MIUR debba condividere una modalità scientificamente valida e un linguaggio di rilevazione dei bisogni che possa essere meglio trasmesso e condiviso nel rapporto con le istituzioni e, più in generale, con la rete dei servizi.
Valutazione della qualità
Il confronto delle esperienze ha dimostrato che in questo campo si ricorre allo strumento della ricerca-azione che è in grado di valutare gli aspetti e gli indicatori della qualità dell’integrazione e dei progetti di vita inserita nel quadro generale della qualità della scuola e dell’inserimento sociale.
Questo percorso può essere utile nell’elaborazione degli indicatori dei livelli essenziali di prestazioni per l’integrazione.
Sempre in questo contesto ci preme ricordare che l’INValSI sta conducendo, in collaborazione con l’Osservatorio e con il MIUR, una sperimentazione per individuare gli indicatori di qualità dell’integrazione.
Le tecnologie
Anche in questo caso le esperienze hanno dimostrato come le tecnologie sono state e sono strumenti che hanno favorito la collaborazione interistituzionale.
Come paradigma ci piace ricordare nuovamente che in alcune realtà è stato realizzato il database degli alunni disabili a cui possono accedere, garantendo il diritto alla privacy, i diversi Enti che collaborano al progetto di vita della persona con disabilità.
Nota a margine
Il gruppo ha affrontato anche il tema della formazione, iniziale e in servizio, allargata a tutti gli insegnanti. A questo proposito ritiene interessante la Nota Prot. n. 4798/27 luglio 2005 del MIUR, in quanto offre diversi spunti in merito.
Proposta
Sia il progetto sulle nuove tecnologie, sia i risultati degli altri gruppi di lavoro sulla didattica debbono essere occasione per la realizzazione a livello locale di seminari che coinvolgano anche come opportunità formativa i dirigenti scolastici, gli insegnanti curriculari, oltre che di sostegno, gli operatori dei servizi territoriali e le Associazioni di persone con disabilità e loro familiari, come sta facendo con il Progetto Aurora l’Ufficio Scolastico della Lombardia e qualche altra realtà.
Sant’Agnello (Sorrento), 30 novembre 2005.
*Ringraziamo per la collaborazione Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
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