L’incontro dell’International Disability Caucus (IDC) è un piacevole modo per ritrovarsi: persone provenienti dai quattro angoli del mondo, che si sono conosciute per la loro militanza nel movimento per la difesa e promozione dei diritti umani, che si sentono a casa insieme a vecchi amici, pur essendo lontane migliaia di chilometri dalla propria terra.
Tanto per intenderci: al mio fianco una ragazza traduceva in giordano la traduzione in inglese di una coreana che aveva la parola! È un abbraccio caldo e affettuoso di cui si ha bisogno in questa New York improvvisamente gelida: ieri la temperatura era primaverile, ma oggi la neve era ancora sui marciapiedi e un vento freddo e tagliente entrava nel colletto, provocando i brividi.
L’International Disability Caucus è la forma organizzativa che 59 associazioni internazionali, regionali, nazionali e locali si sono date per discutere in forma democratica le strategie da tenere durante i lavori del Comitato Ad Hoc. E una volta di più si dimostra un’incredibile palestra di democrazia, dove si fa in modo che ognuno dei partecipanti sia consapevole di quello che succede e possa partecipare pienamente alle decisioni.
Così, alle informazioni su cosa è avvenuto durante la pausa tra la sesta e questa settima sezione del Comitato Ad Hoc, si illustra ai nuovi arrivati il funzionamento dell’IDC, si spiegano i metodi di lavoro e le procedure da seguire durante le tre settimane di lavoro del Comitato, si decide sulle proposte di emendamento al testo presentato dall’ambasciatore Don MacKay, presidente dello stesso Ad Hoc Committee.
All’inizio dei lavori è stata denunciata una gravissima violazione dei diritti umani a carico del rappresentante dell’America Latina all’interno dello steering committee, che ha avuto il compito di gestire il Caucus da agosto del 2005 fino ad oggi: Luis Fernando Astorga, paraplegico del Costarica, è stato detenuto per ottanta ore dalla polizia di immigrazione americana, senza poter comunicare con nessuno, all’aeroporto di Miami e nonostante avesse tutti i documenti richiesti, gli è stato negato il visto d’ingresso negli Stati Uniti ed è stato rispedito a casa con il primo volo.
L’atteggiamento delle autorità americane è inspiegabile – e non spiegato – alla luce del fatto che Luis Fernando ha partecipato a tutte le sessioni precedenti del Comitato Ad Hoc.
L’indignazione è alta: «Bisogna difendere i propri leader!», afferma l’assemblea. Si attiveranno quindi tutti i canali possibili (denuncia alla stampa, lettere di protesta alle autorità competenti, pressioni sull’ONU) perché Luis Fernando possa partecipare ai lavori.
Il clima è subito rovente e anche da questo osservatorio ci si domanda dove vadano gli Stati Uniti, se sono violate in questa maniera assurda elementari regole di rispetto della persona e di tutela dei diritti dei cittadini a partecipare ai lavori degli organismi internazionali.
Quando si ritorna al tema della nascente Convenzione, ci si sente ancora più uniti in un mondo che discrimina e viola tutti i giorni i diritti umani di milioni di persone con disabilità!
Lo steering committee dell’IDC ha elaborato dunque via posta elettronica un commento e gli emendamenti al testo del presidente MacKay (70 pagine in inglese rintracciabili nel portale dell’ONU alla parte dedicata all’IDC). Essendo però consapevole che il lavoro necessita del sostegno di tutti i presenti (i quali non sempre hanno partecipato alla stesura del testo) vengono nominati i coordinatori di ogni articolo cui riferirsi per segnalare modifiche e integrazioni. Questi ultimi a loro volta lavorano con propri gruppi di lavoro formati dai membri dell’IDC interessati a quello specifico argomento.
Va detto anche che MacKay ha proposto un metodo di lavoro molto stringente: due ore di dibattito per ogni articolo, così da consentire di discutere tutto il testo della Convenzione. Ipotizzando perciò di dover prendere decisioni importanti in poco tempo, i coordinatori degli articoli – in stretto collegamento con lo steering committee – dovranno essere i “gangli vitali” che attivano l’azione di lobbying verso i governi e la presidenza del Comitato Ad Hoc, producendo documenti, mobilitando le risorse umane del Caucus, contattando eventuali facilitatori che il presidente ha nominato su alcuni articoli e trovando le soluzioni adeguate.
«Il tempo della discussione è finito – ha sottolineato Stefan Trommel, dell’European Disability Forum (EDF), uno dei leader dell’International Disability Caucus – ora è arrivato il tempo della negoziazione».
Infatti, questa settima sessione si prospetta decisiva: se il testo del presidente avesse il consenso del Comitato Ad Hoc, i tempi di discussione della convenzione si accorcerebbero e sarebbe realistico ipotizzare l’approvazione entro il 2007.
Sono state poi decise le modalità di lavoro: ogni mattina si incontrano dalle 8 alle 9 i membri del Comitato di Coordinamento, dalle 9 alle 10 l’Assemblea Plenaria dell’IDC per prendere decisioni o ricevere informazioni su quello che sta succedendo e decidere insieme la strategia migliore e la sera, dalle 18 alle 19, ancora il Comitato di Coordinamento per preparare i lavori del giorno successivo.
Già è previsto un primo appuntamento, ovvero l’incontro con l’ambasciatore MacKay, che parteciperà all’assemblea dell’IDC.
Si tratta di un gesto di cortesia e di rispetto per quello che il Caucus rappresenta, considerando anche che in nessun’altra Convenzione dell’ONU la società civile ha avuto tanto spazio e potere di intervento. Sarà questa la prima occasione per tastare il polso della situazione.
Dopo l’incontro con MacKay, si avviano subito i gruppi di lavoro su alcuni articoli, si raccolgono le e-mail dei partecipanti per inviare a tutti documenti, convocazioni e decisioni. Il lavoro dell’International Disability Caucus è cominciato nel migliore dei modi!
Tornando al mio appartamento sulla trentanovesima strada (gli alberghi a New York costano tanto che è più conveniente affittare un appartamento…), il freddo pungente non produce lo stesso effetto di stamattina. La consapevolezza di far parte di un grande movimento mondiale di emancipazione mi accompagna come un dolce tepore…
*Advisor (consigliere) della Delegazione Ufficiale del Governo Italiano, in qualità di rappresentante del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità).