Diecimila in corteo per difendere la fisioterapia

Sono stati oltre diecimila i fisioterapisti e gli studenti in fisioterapia che hanno sfilato a Roma per dire no all'equiparazione tra la laurea in scienze motorie e quella in fisioterapia

Esercizi di riabilitazione con fisioterapistaÈ stata un successo la manifestazione organizzata a Roma per protestare contro l’articolo 1-septies della Legge 27/2006 che ha reso equipollente la laurea in scienze motorie, nata dalla trasformazione dell’ISEF, a quella in fisioterapia. Lo segnala una nota ufficiale dell’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti). Il corteo, composto da delegazioni provenienti da ogni parte d’Italia e da tantissimi giovani, accompagnato da slogan quali La fisioterapia non è uno sport, o Per fare riabilitazione occorre studiare, ha bloccato le strade del centro della capitale.

«Siamo felici per come si è svolta la giornata di mobilitazione», ha commentato Vincenzo Manigrasso, presidente nazionale dell’AIFI, l’associazione di fisioterapisti più rappresentativa in Italia. «I colleghi che sono venuti a Roma a protestare sotto la pioggia hanno preso una giornata di ferie, si sono pagati il viaggio e hanno percorso molti chilometri proprio perché hanno deciso che valeva la pena manifestare per affermare il diritto del cittadino a una riabilitazione di qualità e per rivendicare un accesso trasparente e programmato alla professione».

Per circa mille partecipanti, poi, la giornata è proseguita al convegno organizzato al teatro-cinema Capranica, cui sono intervenuti, tra gli altri, Pietro V. Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e Antonio Gaudioso, vicesegretario generale del Tribunale per i Diritti del Malato di CittadinanzAttiva.
Erano presenti anche alcuni esponenti politici come Walter Tocci (DS), Paolo Lucchese (UDC), Francesco Borgomeo (UDEUR), Carla Rocchi (Margherita), Valentina Valente (Associazione Valentina e Movimento per l’Autonomia), oltre a rappresentanti delle forze sindacali.
Come si legge nella nota diffusa dall’AIFI, «tutti i rappresentanti politici presenti si sono trovati d’accordo sulla necessità di abrogare l’articolo 1-septies della Legge 27/2006, approvato a colpi di fiducia in un decreto omnibus di fine legislatura, al fine di ristabilire una situazione di equità e di legalità».
Esercizi di riabilitazione con fisioterapista«Abrogare questa norma significa anche operare un cambiamento rispetto al modo attuale di governare – ha dichiarato Walter Tocci – puntando a migliorare il campo dei servizi e a far proseguire il processo di qualificazione del settore della fisioterapia, evitando di mettere le professioni l’una contro l’altra».

Come conseguenza dell’articolo 1-septies della Legge 27 («Il diploma di laurea in Scienze Motorie è equipollente al diploma di laurea in Fisioterapia, se il diplomato abbia conseguito attestato di frequenza ad idoneo corso su paziente, da istituire con decreto ministeriale, presso le Università»), una professione non sanitaria come quella dei laureati in scienze motorie diventerebbe «sanitaria per legge», grazie all’attestato di frequenza di un corso su paziente, nonostante i percorsi formativi delle due professioni siano totalmente diversi.
«Infatti, se oggi un laureato in scienze motorie volesse iscriversi a un corso di laurea in fisioterapia, oltre a dover superare una selezione di accesso, si vedrebbe riconosciuti in media 20 crediti formativi su 180, quindi circa il 10 per cento degli studi già effettuati», spiega Manigrasso. «Ciò significa che la sua preparazione non è paragonabile a quella del fisioterapista. Per fare un esempio sempre appartenente a due altre professioni in ambito sanitario, nessun farmacista si sognerebbe mai di diventare un medico dopo aver frequentato un idoneo corso su un paziente, benché il corso di laurea in farmacia sia per il 60 per cento sovrapponibile a quello in medicina».

Concludendo i lavori della giornata, i rappresentanti dell’AIFI e delle organizzazioni delle professioni sanitarie, dei cittadini, delle persone con disabilità e delle associazioni sindacali hanno sottoscritto un manifesto per ribadire il loro «NO all’equipollenza» e per chiedere formalmente ad entrambi gli schieramenti politici e al prossimo governo di impegnarsi affinché l’articolo 1-septies venga abrogato.
(Crizia Narduzzo)

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