E l’integrazione scolastica ne uscì a pezzi!*

a cura del Coordinamento Genitori Tutti a Scuola
Un ricco e documentato dossier che dimostra come - soprattutto in questi ultimi anni del Governo Berlusconi - sia stato messo in discussione l'intero impianto del processo di integrazione scolastica. Tanto che ad oggi lo Stato prevede di stanziare per ogni alunno disabile circa 6,30 euro al mese...

La comprensione di quanto è accaduto e probabilmente accadrà nella scuola italiana per i bambini disabili non può prescindere da un’attenta valutazione dei “numeri” della scuola.
Partiamo dalla popolazione scolastica complessiva e dal suo andamento negli ultimi anni, con un’importante precisazione: all’aumento, lieve, della popolazione scolastica corrisponde un aumento sensibile di quello dei bambini disabili e di quelli provenienti da altri Paesi.

SCUOLA ITALIANA 2004/2005
– popolazione scolastica complessiva   8.883.844
– alunni disabili:                                      167.804
– alunni con cittadinanza non italiana     272.151
Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)

La scuola pubblica sta modificando quindi la sua composizione, un cambiamento, questo, particolarmente accentuato negli ultimi anni. L’entrata in vigore della legge sulla parità scolastica (Legge 62/2000) ha visto rapidamente mutare i rapporti economici tra il comparto della scuola pubblica e quello delle scuole paritarie.
A tale proposito va espressa subito una considerazione osservando la seguente tabella:

SCUOLA ITALIANA 2004/2005
– alunni scuole statali                                               7.775.418
– alunni scuole paritarie                                           1.108.426
– alunni disabili scuole statali                                      160.268
– alunni disabili scuole paritarie                                      7.536
– alunni con cittadinanza non italiana scuole statali    229.774
– alunni con cittadinanza non italiana scuole paritarie  33.456
Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)

La scuola pubblica mantiene tuttavia la sua prerogativa di palestra d’inclusione, di luogo preferenziale nel quale i bambini disabili vengono accolti sempre più numerosi. Dalla seguente tabella, ad esempio, è evidente la crescita inarrestabile della loro presenza nel sistema scolastico pubblico italiano.

Anno Scolastico                Alunni disabili
1997/1998                                  113.289
1998/1999                                  116.751
1999/2000                                  124.385
2000/2001                                  126.507
2001/2002                                  132.402
2002/2003                                  146.389
2003/2004                                  152.069
2004/2005                                  156.639
Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)

Tenendo conto anche del fatto che le scuole della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige – provinciali e regionali – comprendono altri 4.528 alunni disabili (Valle d’Aosta: 262, Trentino Alto Adige: 3.996), è più veritiero il dato che vede iscritti, nella scuola pubblica, 160.268 bambini disabili per l’anno scolastico 2004/2005.
Tale numero si presta ad alcune considerazioni, la prima delle quali riguardante la bontà dell’impianto legislativo complessivo italiano. Tale sistema ha consentito infatti alle famiglie dei bambini disabili di immaginare per i figli un’idea di scuola inclusiva, di legami e di relazioni.
Questo impianto giuridico va peraltro decisamente riformato alla luce della nuova condizione demografica e va consolidato con scelte radicalmente opposte rispetto a quelle adoperate negli anni trascorsi del Governo Berlusconi.
Un processo di integrazione è innanzitutto il risultato di una serie di interventi che, coordinati tra di loro, rendono il tempo scuola del bambino disabile accettabile nei requisiti fondamentali. La scuola si costruisce in classi adeguate, con insegnanti di alta professionalità e con risorse sufficienti a realizzare interventi che nel caso dei bambini disabili devono essere ad personam.
Purtroppo in Italia gli ultimi anni hanno visto il moltiplicarsi di leggi che nulla hanno in comune con i reali problemi dei cittadini.
La Costituzione repubblicana e la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea definiscono ad esempio con assoluta chiarezza i diritti dei bambini e degli adulti disabili. La Legge 517/1977, con l’abolizione delle classi differenziali e la Legge 104/1992 hanno poi determinato gli ambiti nei quali sviluppare il loro progetto di vita.
La traccia di un impianto giuridico così solido è evidenziabile dalle ordinanze di condanna che invariabilmente i giudici di quasi tutte le sezioni del Tribunale di Napoli hanno emesso nel corso di questi anni nei confronti del ministro Moratti, riconosciuto responsabile SEMPRE di violazione del diritto allo studio e del diritto alla salute (articoli 34 e 38 della Costituzione e articolo 26 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea).
Nel corso di quest’anno scolastico, solo a Napoli, le ordinanze favorevoli ai bambini disabili sono state a tutt’oggi circa sessanta.

Nella tabella che segue sono stati scorporati i dati relativi ai diversi cicli scolastici sull’intero territorio nazionale. La prima osservazione riguarda la crescita degli alunni disabili in tutti i cicli, con aumenti percentuali sensibili soprattutto nelle scuole superiori.

Anno scolastico 2001/2002
– Infanzia          10.507
– Elementare    55.471
– Medie             45.551
– Superiori        20.873
Anno scolastico 2002/2003
– Infanzia          10.830
– Elementare    58.446
– Medie             48.049
– Superiori        29.084
Anno scolastico 2003/2004
– Infanzia          11.104
– Elementare    59.101
– Medie             50.086
– Superiori        31.778
Anno scolastico 2004/2005
– Infanzia          11.452
– Elementare    60.778
– Medie             51.378
– Superiori        33.031
Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)

I dati che seguono riguardano invece il personale della scuola che ha, indubitabilmente, il ruolo guida nel favorire il processo di inclusione scolastica: il docente di sostegno.
Banchi di scuola vuotiA questo proposito va sottolineato con chiarezza che la dotazione degli organici di sostegno fa riferimento ad una normativa, il Decreto Ministeriale 331/1998, varata dall’allora ministro Berlinguer, che prevedeva l’istituzione, su base provinciale, di un posto di sostegno ogni 138 alunni frequentanti la scuola; l’inadeguatezza di tale norma è ritenuta assoluta dal Coordinamento Genitori Tutti a Scuola di Napoli.
L’allora ministro aveva previsto anche l’istituto della deroga in caso di gravità (gravità che interessa oltre l’80% dei casi di disabilità) e questo ha determinato un effetto perverso, rappresentato dall’aumento degli insegnanti precari.
Tale fenomeno ha prodotto, unitamente alle riduzioni progressive degli organici di diritto che il ministro Moratti ha ostinatamente perseguito, un sensibile scadimento della qualità del tempo scuola per i bambini disabili.
Le due tabelle seguenti vanno quindi lette in rapida successione e confrontate, ad evidenziare la composizione degli organici di sostegno nell’anno scolastico 2004/2005:

Anno scolastico 2001/2002

– alunni disabili: 132.402; docenti sostegno: 71.194; posto/alunni: 1,85
Anno scolastico 2002/2003
– alunni disabili: 146.389; docenti sostegno: 74.628; posto/alunni: 1,96
Anno scolastico 2003/2004
– alunni disabili: 152.069; docenti sostegno: 75.609; posto/alunni: 2,01
Anno scolastico 2004/2005
– alunni disabili: 156.639; docenti sostegno: 78.622; posto/alunni: 1,99
Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)

Anno scolastico 2004/2005
Docenti sostegno scuola statale
(esclusi Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige)
a tempo indeterminato: 41.506
– a tempo determinato: 4.703 (31.8/annuale), 33.761 (termine)
– totale: 78.622
Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)

Questi dati mostrano chiaramente che l’aumento degli organici di sostegno necessario a mantenere invariato l’assurdo e anacronistico rapporto di 1:2 tra insegnante e alunni disabili è ottenuto esclusivamente con un aumento del lavoro precario.
Infatti, su una popolazione di 78.622 insegnanti di sostegno, ben 38.464 vengono “reclutati” ogni anno dal Ministero; questo significa che quasi il 50% degli insegnanti di sostegno non ha un rapporto continuato con i bambini, inizia a lavorare almeno dopo un mese dall’inizio dell’anno scolastico e non ha alcuna garanzia che il lavoro intrapreso con i bambini stessi possa almeno riguardare un ciclo scolastico.
A questo bisogna aggiungere che – secondo i dati del MIUR del 2003 – dopo cinque anni la permanenza degli insegnanti di sostegno precari si riduce circa del 70% ad ulteriore conferma di un circuito perverso in cui si lavora con i disabili senza preparazione e con l’unico obiettivo di accedere alle graduatorie comuni.
Tutto questo avviene contravvenendo l’impianto della Legge 104/1992 che dettaglia le necessità, in sintonia con le varie componenti della scuola, di programmare per il bambino disabile un attento piano educativo individualizzato.
Quindi, all’assoluto e anacronistico Decreto Ministeriale 331/1998 che istituisce, come già detto, un numero di posti inadeguati, il Governo Berlusconi ha agito in questi anni riducendo i posti in organico di diritto che sono passati dai 49.934 del 2000-2001 agli attuali 41.506, con un saldo negativo impressionante (-17%).
Al contrario, l’organico in deroga, dall’anno scolastico 2000-2001, è continuamente aumentato passando dalle 10.786 alle 38.464 unità.
Appare perciò evidente a chiunque che la scelta dell’attuale Governo è stata quella di affrontare l’aumento degli alunni disabili con l’aumento degli insegnanti precari.

Lavagna e gessoQuesta “sensibilità” nei confronti degli alunni disabili fa da contorno ad alcune indicazioni che il ministro Moratti aveva dettato nella legislatura corrente: su tutte spicca la revisione dei criteri per la certificazione dell’alunno portatore di handicap (correlato al comma 7 dell’articolo 35 della Legge 289/2002).
Questa inquietante revisione dei criteri che si è perduta nei corridoi di Montecitorio prevedeva, con un trucco da illusionista, la riduzione degli alunni disabili attraverso la certificazione delle loro malattie che sarebbe avvenuta ad opera di un collegio formato da un medico generico (!), un dirigente dell’amministrazione scolastica (!!) e un fantomatico esperto della riabilitazione (!!!).
Su questo punto, il Coordinamento Genitori Tutti a Scuola sente la necessità di riaffermare con indiscutibile chiarezza che la diagnosi di disabilità spetta solo ed esclusivamente al neuropsichiatra infantile e che ogni altro percorso diagnostico verrebbe considerato negativamente.
Un aspetto particolarmente negativo riguarda altresì la specializzazione degli insegnanti di sostegno: va sottolineato che sono in possesso dei requisiti di specializzazione circa il 60% degli insegnanti. Ciò significa che all’impossibilità di garantire ai bambini disabili una continuità didattica, la scuola aggiunge anche la mancanza di un’adeguata formazione professionale dei suoi operatori.
Quanto il ministro Moratti sia stata sensibile a questi argomenti, lo evidenzieremo dai dati successivi. Ci sembra però necessario sottolineare che, ancor prima dell’analisi dei dati finanziari, ci sono delle osservazioni che riguardano il tempo scuola dei bambini disabili in rapporto alla Legge 53/2003 (“Riforma Moratti”).
L’individuazione, ad esempio, nella scuola elementare della funzione tutoriale, associata alla riduzione delle ore di compresenza per gli insegnanti del cosiddetto “modulo” presenti nell’impianto della scuola precedente, ha reso ancor più difficile la presenza del bambino disabile in classe.
Se a questo si associa la riduzione del numero di classi, come dalla tabella che segue, a fronte di un incremento complessivo di alunni in questi quattro anni di circa 70.000 unità (da 7.607.977 a 7.675.693), si comprende come sia sempre più frequente che due o più bambini disabili siano presenti nella stessa classe.

Numero classi scuola materna
– 2001/2002: 40.949
– 2002/2003: 41.100
– 2003/2004: 41.467
– 2004/2005: 41.688
Variazione: +739
Numero classi scuola elementare
– 2001/2002: 139.170
– 2002/2003: 138.011
– 2003/2004: 137.602
– 2004/2005: 137.024
Variazione: -2.146
Numero classi scuole medie
– 2001/2002: 81.652
– 2002/2003: 81.187
– 2003/2004: 80.875
– 2004/2005: 80.025
Variazione: -1.627
Numero classi scuole superiori
– 2001/2002: 112.569
– 2002/2003: 113.950
– 2003/2004: 113.681
– 2004/2005: 114.397
Variazione: +1.828
Totale
– 2001/2002: 347.340
– 2002/2003: 374.248
– 2003/2004: 373.625
– 2004/2005: 373.134
Variazione: -1.206
Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR)

Appare superfluo a questo punto sottolineare che quanto accade disattende totalmente le prospettive di integrazione, come prescritto dalla Legge 104/1992 e anche dalle leggi sulla sicurezza del posto di lavoro (Legge 626/1994).

Quali risorse finanziarie per i bambini disabili nella scuola?
Risulta molto interessante osservare il modo con cui negli ultimi anni sono stati distribuiti e ripartiti i fondi destinati alla scuola dalla tabella che segue.

Legge 440/1997
– POF (Piano dell’offerta formativa scuole statali)
Esercizio Finanziario 2001: 99.354.996
Esercizio Finanziario 2002: 77.467.654
Esercizio Finanziario 2003: 69.749.800
Esercizio Finanziario 2004: 62.906.800
Variazione percentuale: -36,68%
Amministrazione Centrale
Esercizio Finanziario 2001: 10.587.366
Esercizio Finanziario 2002: 11.465.343
Esercizio Finanziario 2003: 23.984.800
Esercizio Finanziario 2004: 22.077.000
Variazione percentuale: +108,52%
– Totale
Esercizio Finanziario 2001: 258.885.889
Esercizio Finanziario 2002: 231.771.912
Esercizio Finanziario 2003: 225.045.588
Esercizio Finanziario 2004: 203.715.588
Variazione percentuale: -21,30%
Fonte: Legambiente Scuola 2005.

Dalla lettura di questi dati si evince la forte contrazione del finanziamento per la scuola pubblica: il totale, infatti, si contrae costantemente dal 2001 al 2004 del 21,30%.
Se si osserva poi in dettaglio la destinazione di questi fondi, appare in modo inequivocabile una precisa scelta tendente alla riduzione dell’autonomia delle scuole (Legge 440/1997), a favore di un fortissimo aumento della quota di spesa spettante all’Amministrazione Centrale. E questo è un aspetto assolutamente inopportuno, se si considera che l’aumento di spesa di quest’ultima (pari negli ultimi anni al 120% complessivo circa) è stato destinato esclusivamente alla pubblicazione di opuscoli pubblicitari della Legge Delega.
In questo contesto di riduzione generalizzata delle risorse alla scuola pubblica, il Governo Berlusconi sceglie di introdurre con la Legge Finanziaria 2003 (Legge 289/2002) un bonus per le iscrizioni alle scuole private che viene quasi raddoppiato nel corso del 2005 (G.U. 5/8/2005) da 30 a 50 milioni di euro.
L’aspetto più grave di tale provvedimento riguarda il fatto che il riconoscimento del bonus avviene a prescindere dal reddito dei genitori, un aspetto, quest’ultimo, che contrasta nettamente con la Legge 62/2000 (articolo 11), quando si definiscono questi interventi come prioritariamente a favore delle famiglie svantaggiate. In soldoni l’esenzione varia da 353 euro per un figlio iscritto alle elementari fino a 564 euro per uno iscritto alle superiori.

La tabella successiva evidenzia in modo esplicito la “sensibilità” che il Ministero ha riposto nei riguardi degli alunni con disabilità. Più di tante parole può l’aridità delle cifre testimoniare quanto detto: l’handicap continua a perdere progressivamente risorse economiche.

Finanziamenti per handicap scuole statali*
– Qualità dell’istruzione (Legge 440/97)

Esercizio Finanziario 2001: 11.736.699
Esercizio Finanziario 2002: 10.210.829
Esercizio Finanziario 2003: 9.206.966
Esercizio Finanziario 2004: 9.106.966
Variazione percentuale: -22,4%
– Sussidi didattici e tecnologici
Esercizio Finanziario 2001: 4.241.364
Esercizio Finanziario 2002: 3.451.862
Esercizio Finanziario 2003: 0
Esercizio Finanziario 2004: 0
Variazione percentuale: -100%
GLIP (Gruppi di Lavoro Interistituzionale Provinciali)
Esercizio Finanziario 2001: 903.799
Esercizio Finanziario 2002: 0
Esercizio Finanziario 2003: 0
Esercizio Finanziario 2004: 0
Variazione percentuale: -100%
Totale
Esercizio Finanziario 2001: 16.881.864
Esercizio Finanziario 2002: 13.662.690
Esercizio Finanziario 2003: 9.206.966
Esercizio Finanziario 2004: 9.106.966
Variazione percentuale: -46,05%
– Numero alunni
2001/2002: 132.402
2002/2003: 146.389
2003/2004: 152.069
2004/2005: 156.639
Variazione percentuale: +18,30%
Quota per alunno
Esercizio Finanziario 2001: 127,50
Esercizio Finanziario 2002: 99,33
Esercizio Finanziario 2003: 60,54
Esercizio Finanziario 2004: 58,13
Variazione percentuale: – 45,60%
Fonte: Ministero Istruzione, Università e Ricerca (MIUR).
*Vanno aggiunti 300.000 euro trattenuti dall’Amministrazione Centrale e 550.000 destinati alla formazione.

Tenendo conto quindi della scomparsa (da tre anni) del finanziamento per i sussidi didattici e tecnologici e di quello per i GLIP (Gruppi di Lavoro interistituzionale Provinciali), sono stati ulteriormente ridotti anche i fondi erogati per l’applicazione della Legge 440/1997 sull’arricchimento dell’offerta formativa (-22,40% in tre anni). Complessivamente, quindi, i finanziamenti persi ammontano al 46,05%. Tenendo conto anche del progressivo aumento degli alunni disabili, l’investimento pro capite si riduce sempre più: da 127,50 euro per l’alunno dell’Esercizio Finanziario 2001 a 58,12 nel 2004 (-45,60 %).
Questi numeri dimostrano che per ogni alunno disabile lo Stato prevede di stanziare per “migliorare” il suo tempo scolastico, per favorirne l’integrazione e per assicurargli una migliore qualità di vita circa 6,30 euro al mese.
Ogni commento è superfluo…

E il prossimo anno scolastico…
L’ultima Legge Finanziaria (Legge 266/2005) prefigura un ulteriore peggioramento della qualità del sistema scolastico pubblico. Il bilancio di previsione 2006 parla infatti di:
1) Riduzione del 40% nel capitolo di spesa relativo al funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni scolastiche (da 17 a 10 milioni di euro circa).
2) Tagli alle supplenze brevi (inferiori a sei ore alla settimana) che vedono passare il fondo loro destinato da 766 a 565 milioni di euro.
3) Tagli alle supplenze a tempo determinato. Per queste si passa dai 3 miliardi di euro stanziati nel 2005 ai 2.358 milioni stanziati nel 2006 (riduzione del 21%).
Avendo già evidenziato che queste ultime riguardano quasi il 50% degli insegnanti di sostegno, ritorna la domanda angosciante sul futuro dell’integrazione scolastica.

Conclusioni e obiettivi
Il Coordinamento Genitori Tutti a Scuola ritiene che sia messo quindi in discussione – e dopo la presentazione di questi dati non crediamo di trovare smentite – l’intero impianto del processo di integrazione scolastica.
La riduzione del numero di classi, l’aumento del numero di bambini disabili all’interno di una stessa classe, l’inesorabile riduzione degli insegnanti di sostegno di diritto (unici a poter garantire continuità didattica), l’aumento degli insegnanti precari e non specializzati sono la premessa, congiuntamente ai tagli alle risorse finanziarie, per “ingabbiare” i bambini disabili all’interno della classe.
A fianco di queste decisioni pende, come già detto, la minaccia di revisione dei criteri di diagnosi di disabilità (il dubbio fondato è che ritenendo la scuola dell’integrazione un costo inaccettabile, il governo in carica abbia in animo di “eliminare” i disabili per legge!).
Il nostro Coordinamento rimane però convinto che la disabilità non debba rappresentare un problema, un peso, di cui si debba fare carico una forza politica, ma piuttosto una risorsa di cui l’intera comunità civile dovrebbe assumere la responsabilità.
Detto questo, tre appaiono gli obiettivi fondamentali da perseguire:
1) abrogare il Decreto Ministeriale 331/1998 che stabilisce gli organici di sostegno;
2) garantire una specializzazione e una formazione permanente agli insegnanti di sostegno;
3) garantire un rapporto insegnante specializzato/bambino 1:1 e comunque subordinato ad una dettagliata diagnosi del neuropsichiatra.

*Estratto del dossier presentato il 16 marzo 2006 dal Coordinamento Genitori Tutti a Scuola all’assessore regionale all’Istruzione della Campania.

Tutti coloro che siano interessati a leggere integralmente il presente dossier (titolo: Verso le classi differenziali: la scuola italiana e l’integrazione scolastica negli anni del Governo Berlusconi), completo di altri grafici e di alcuni dati relativi alla Regione Campania, può farlo cliccando qui.
Per quanto riguarda i dati delle tabelle, qui riproposti in sintesi, essi sono integralmente riportati nel
sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Il Comitato Genitori Tutti a Scuola ha sede a Napoli.
info@tuttiascuola.orgwww.tuttiascuola.org
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