Fondo per la Non Autosufficienza in Veneto

Raggiunto un accordo a Padova tra sindacati e Regione, che istituisce nel Veneto il nuovo Fondo per la Non Autosufficienza. Tra le varie questioni esaminate, quelle delle procedure, l'individuazione delle prestazioni e, non ultimo, il problema delle risorse da destinare al Fondo

Antonio De Poli, assessore alle Politiche Sociali della Regione VenetoNasce un Fondo per la Non Autosufficienza, nel Veneto, dopo l’accordo sancito a Padova tra i sindacati CGIL, CISL e UIL con l’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione.
Si tratta di un importante passaggio che amplia e colloca in un quadro organico gli interventi e le prestazioni a favore delle famiglie con persone non autosufficienti, in una situazione che vede crescere la popolazione anziana e la quota di persone non autosufficienti.

Per l’occasione è stata condivisa l’idea di realizzare uno strumento di definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza, per garantire pari opportunità di accesso e salvaguardare la libera scelta dei cittadini.
Sono state inoltre indicate procedure omogenee e semplificate per la misurazione della non autosufficienza e approfondita l’individuazione delle prestazioni da assicurare, collocate nella rete dei servizi territoriali.
Quanto alle risorse da destinare al Fondo, si è valutata la possibilità di introdurre una tassa di scopo (secondo il principio della progressività), di un’addizionale IRPEF finalizzata, di risorse provenienti dalle Fondazioni bancarie, oltre che di eventuali donazioni o lasciti.
Le risorse del Fondo si intendono comunque “aggiuntive” rispetto a quelle assicurate per le prestazioni a favore dei non autosufficienti con il Fondo Sociale e con il Fondo Sanitario Regionale.

L’accordo raggiunto conferma come “naturali” i compiti della Regione nella programmazione strategica e nella definizione delle regole di funzionamento. Da rivedere invece le modalità con cui i Comuni devono essere coinvolti nel governo del nuovo Fondo.
L’ultimo punto del documento prodotto a Padova riguarda infine la programmazione di un percorso condiviso tra tutti i soggetti interessati, sia di tipo istituzionale (Comuni e ULLSS) sia di tipo associativo (ANCI – Associazione Nazionale Comuni d’Italia, Forum del Terzo Settore).

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