«Arrivando all’aula 3 delle Nazioni Unite – che ha ospitato l’ultima parte dei lavori del Comitato Ad Hoc – si respirava aria di momento storico», ha dichiarato il presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU Jan Eliasson. «Quando le nazioni decidono di tutelare i più vulnerabili tra i deboli, si contribuisce alla pace nel mondo, specie in un momento così difficile».
Un articolato complesso, quella della nuova Convenzione dei Diritti delle Persone con Disabilità, che ha richiesto cinque anni di lavoro contro i dieci solitamente previsti, e otto sessioni di lavori del Comitato Ad Hoc. Con grande volontà di tutte le delegazioni degli Stati Membri, si sono superati i punti più delicati nel testo, tra culture, tradizioni e legislazioni radicalmente diverse, e qualche punto di compromesso ha sicuramente scontentato alcune delegazioni sia degli Stati Membri che della società civile.
Come riferito nei giorni scorsi, all’interno del nostro resoconto quotidiano dei lavori, Giampiero Griffo, del Consiglio Nazionale sulla Disabilità, e Pietro Vittorio Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), hanno preso parte in qualità di advisor alla delegazione del Governo Italiano, coordinata dal consigliere Stefano Gatti con il consulente Urbano Stenta.
«650 milioni di persone con disabilità da oggi sono più tutelate nei loro diritti – ha dichiarato Griffo – e questa Convenzione entra di diritto tra gli otto documenti di legislazione internazionale più importanti sui diritti fondamentali dell’uomo. Era ora!».
«Ora ci sentiamo cittadini del mondo!», ha affermato dal canto suo Barbieri. «Passo dopo passo, sessione dopo sessione, abbiamo conquistato i nostri diritti seguendo il principio nulla su di noi senza di noi, esortando la delegazione italiana e attraverso di essa le posizioni dell’Unione Europea. Abbiamo combattuto e abbiamo mediato. Ora ci aspettiamo che il Governo Italiano dia seguito agli impegni internazionali, attraverso una rivisitazione delle leggi e delle politiche attive, ma anche un conseguente impegno a livello internazionale negli organismi preposti e nella cooperazione fulcro della politica estera».
Il testo passerà ora all’Assemblea Generale dell’ONU per la formale approvazione finale.