Il Consiglio dei Ministri ha approvato in questi giorni un disegno di legge con cui è stata differita di dodici mesi la delega, in scadenza in questi giorni, per l’istituzione degli ordini e degli albi delle professioni sanitarie.
L’intenzione, dichiarata dalla stessa proponente Livia Turco, ministro della Salute, è di avere un anno di tempo per affrontare con attenzione la materia insieme alle diverse professioni e per ricollegare la regolamentazione del settore all’interno dell’annunciata più ampia riforma di tutti gli ordini professionali italiani.
«Di tutte le soluzioni possibili – a parere di Vincenzo Manigrasso, presidente dell’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) – è stata adottata quella più pasticciata. Si sarebbe potuto fare un decreto legge di proroga o, meglio ancora, procedere direttamente all’istituzione degli ordini, rimandando l’applicazione ai regolamenti attuativi, che potevano costituire lo strumento per uniformare i nuovi ordini ai princìpi di riforma generali. E invece si è optato per un disegno di legge che per essere convertito dovrà passare all’approvazione dei due rami del Parlamento. Parrebbe quindi che con questo atto fosse stato dato avvio a un nuovo iter legislativo, a una nuova delega e quindi a una nuova legge. Credo invece che il dato oggettivo sia che il Governo Prodi ha sostanzialmente affossato la parte fondamentale della Legge 43/2006, costringendo tutti noi a ricominciare l’iter che ci aveva faticosamente condotti a una conquista storica».
Sempre a parere di Manigrasso, «si tratta di una soluzione che nasconde i forti contrasti presenti all’interno dell’Esecutivo. Una parte di esso, infatti, si oppone all’istituzione degli ordini delle professioni sanitarie in nome del libero mercato, ma non ci ha ancora illustrato la sua proposta alternativa, volta a tutelare i cittadini italiani che si avvalgono di prestazioni sanitarie non regolamentate attraverso ordini e albi».
«Qui non è in gioco – conclude il presidente dell’AIFI nella sua nota ufficiale – il principio della liberalizzazione delle professioni, ma quello della qualità delle prestazioni che nel campo della salute dev’essere garantita dallo Stato».
AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti)
Rapporti con la stampa: Patrizia Pallara, tel. 330 889838
info@aifi.net – http://www.aifi.net/.
Articoli Correlati
- La salute è un diritto costituzionale Questo il messaggio principale scaturito dagli Stati Generali delle Professioni Sanitarie, riunitisi a Roma, che hanno prodotto un manifesto sottoscritto dai rappresentanti di 160.000 operatori della sanità, per chiedere al…
- Fisioterapisti e centralità della persona Si terrà a Tirrenia (Pisa) dal 21 al 23 ottobre il Congresso Nazionale dell'AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti), nel corso del quale verrà firmato anche un importante protocollo d'intesa con CittadinanzAttiva…
- Un protocollo tutto in favore dei cittadini Siglato un Protocollo d'Intesa tra l'AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) e CittadinanzAttiva-Tribunale per i Diritti del Malato, per raggiungere una serie di obiettivi precisi in favore dei cittadini: è successo a…