Tutto comincia da un altro Guido Prola, tre generazioni fa, nonno dell’omonimo esperto in sentieri accessibili. Lepidotterologo con la passione per il collezionismo delle farfalle, introduce ai segreti della natura il figlio Carlo che, insieme a Fabrizio Palombelli, si afferma come regista di documentari naturalistici.
Carlo sposa poi la paleontologa Rita Spinola e dalla loro unione nascono tre figli, Guido, Anna Maria e Lodovico. Anch’essi scelgono di legare il proprio destino alla natura e così Anna Maria, pittrice, ama ritrarre i paesaggi e Lodovico, collaboratore fisso della trasmissione Geo&Geo in onda su Rai Tre, continua la carriera di documentarista del padre.
Quanto a Guido, egli sceglie una specializzazione che può interessare molto ai lettori di Superando.it, diventando allestitore di sentieri natura per tutti all’interno di parchi e riserve naturali, per conto di enti pubblici e privati.
Tra gli altri, anche il Corpo Forestale dello Stato e le associazioni WWF e LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) gli hanno commissionato dei lavori; egli ha creato poi sentieri accessibili in molti luoghi d’Italia, tra cui segnaliamo il Bioparco di Roma, all’interno di Villa Borghese, di cui abbiamo già parlato nel nostro sito.
«Lavoro in squadra con i miei fratelli», ci racconta Guido. «In particolare, mia sorella contribuisce alla realizzazione dei pannelli natura che installo lungo i sentieri, dipingendone le immagini. Noi tre fratelli mettiamo insieme le diverse competenze per offrire prodotti diversificati. Presentiamo le nostre professionalità anche in un nostro sito web».
Ma com’è iniziata la sua carriera?
«Fuori d’Italia. Infatti, sono stato soprattutto in California, Inghilterra e Spagna e ho potuto osservare le loro realizzazioni, molto più all’avanguardia delle nostre, studiando sui loro testi. In Inghilterra e in California l’accessibilità si impara a scuola e molti più investimenti vengono fatti per rendere accessibili i territori».
E una volta tornato in Italia?
«Ho iniziato a propormi ad enti pubblici e privati. Tradizionalmente le informazioni al pubblico sugli ambienti naturali avvengono tramite didascalie lunghe e noiose. Io propongo un approccio più dinamico e divertente, utilizzando cassette interattive e altri stimoli tesi a incuriosire e a fare anche giocare le persone».
Come si realizza un sentiero natura per tutti?
«Occorre innanzitutto individuare una zona pianeggiante con dislivelli inferiori al cinque massimo otto per cento. Quindi si traccia un sentiero circolare lungo meno di un chilometro e lo si cadenza con circa una quindicina di punti di sosta in cui il paesaggio circostante viene illustrato tramite pannelli, bacheche, cassette interattive o altre strutture a basso impatto ambientale, come capanni per l’osservazione della fauna, stagni didattici per gli anfibi e altro ancora.
In ogni stazione ci sono le indicazioni relative alla distanza di quella successiva. I testi sono scritti in carattere braille e in nero, con i contrasti necessari per la visibilità delle persone ipovedenti. Inoltre, trovandosi all’esterno, i testi devono essere realizzati con materiali e accorgimenti che li rendano capaci di resistere ad atti vandalici, oltre che agli agenti atmosferici esterni».
Ci sono altri accorgimenti nei confronti degli ospiti non vedenti?
«Nel corrimano in legno, che accompagna tutto il sentiero, sono inseriti dei tasselli con indicazioni utili alle persone con disabilità della vista, avvertendoli dell’imminenza di soste, interruzioni, attraversamenti di altri sentieri ecc. Pur essendo il percorso circolare, punto di partenza e punto di arrivo non possono coincidere, altrimenti i non vedenti non sono avvertiti del termine del sentiero.
Anche nei pressi dei pannelli informativi, poi, una serie di tasselli istruisce sul da farsi: spingere pulsanti per ascoltare il canto degli uccelli, abbracciare un tronco o, ad esempio, annusare una foglia».
Com’è la situazione dell’accessibilità nei luoghi naturali in Italia?
«Dagli anni Ottanta in poi è cresciuta nel notro Paese l’attenzione verso l’accessibilità nelle aree protette. Quello che mi preoccupa è che ultimamente noto una sorta di “moda” che consiste in una corsa ai finanziamenti per l’abbattimento delle barriere, tramite i quali ci si limita poi a compiere interventi fini a se stessi».
Di cosa si occuperà prossimamente?
«Devo realizzare un sentiero archeologico nel Parco Regionale dell’Appia Antica a Roma e un altro dedicato alle piante e agli uccelli migratori nell’isola di Ventotene dell’arcipelago delle Pontine. C’è anche il progetto di realizzare un giardino botanico delle piante geofite nel Parco Naturale dei Monti Aurunci nel Lazio».
Quella dei sentieri natura è la sua unica specialità?
«Sono anche specializzato nella realizzazione di giardini per attirare farfalle per conto di singoli cittadini, di enti pubblici e privati o di scuole. Conosco particolari tipi di piante che attirano le farfalle per il loro profumo e perché sono i luoghi che esse scelgono per deporvi le uova. Ne ho realizzati numerosi, ad esempio nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, vicino alla Reggia di Caserta, in Sardegna e a Terni, in una scuola materna».
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