Un percorso, una mappa e delle tappe da individuare orientandosi nello spazio: sono questi gli ingredienti base per uno sport all’aria aperta che tutti possono sperimentare, un’occasione diversa per passare qualche ora in mezzo alla natura o nel centro di una città, osservandone gli scorci con occhi più attenti.
Si può gareggiare cercando di raggiungere tutti i punti di sosta nel minor tempo possibile, ma si può anche premiare chi li attraversa con maggior rigore tecnico ed è quest’ultima la modalità scelta dagli organizzatori dell’incontro di orienteering che animerà le strade di Noale, in provincia di Venezia, sabato 7 ottobre, a partire dalle 15.30.
Anche le persone in carrozzina possono partecipare e mettere in gioco le proprie capacità di orientamento e precisione. Il volantino dell’iniziativa, anzi, le invita espressamente, indicando la piena accessibilità dello sport che, in questa modalità di precisione, non apre alcuna categoria parallela per le persone con disabilità.
Un’esperienza, quindi, quanto mai interessante, così come quelle attuate nel Trail-O (Trail-Orienteering), altra disciplina aperta alle persone con disabilità, alla quale dedichiamo in calce una rapida scheda.
I vicoli e le aree verdi del centro di Noale verranno dunque segnati con delle fettucce che disegneranno un percorso obbligato, interrotto in più punti da un gruppo di lanterne sistemate in diverse posizioni. Osservando la collocazione di queste ultime, i giocatori dovranno capire quale di esse corrisponda a quella indicata nella cartina.
Il primo premio andrà a colui che individuerà il maggior numero di risposte esatte in un tempo massimo di novanta minuti, ma l’organizzazione rilascerà anche un riconoscimento a ciascuno dei partecipanti, oltre che un premio speciale allo sportivo più giovane, al più anziano e alla coppia più simpatica.
(B.P.)
Per informazioni sull’iniziativa:
Michele, tel. 348 2410786, swallows.noale@tiscali.it
Per informazioni sull’orienteering:
FISO (Federazione Italiana Sport Orientamento), www.fiso.it.
C’è forse un’unica disciplina nel panorama mondiale degli sport che consente a una persona con disabilità, qualunque sia il suo problema, di gareggiare ad armi pari con un atleta normodotato. Si chiama trail orienteering ed è stata importata in Italia dalla Svezia grazie a due tecnici friulani, Fulvio Lenarduzzi e Monica Frappa, che per primi l’hanno sperimentata alcuni anni fa.
Il Trail-O è una forma di orienteering oggi riconosciuta sia dalla Federazione Internazionale, la IOF, sia da quella italiana, la FISO, e si differenzia dalle altre sostanzialmente per tre motivi.
Innanzitutto, nel punto di controllo non c’è un’unica lanterna, ma un gruppetto di lanterne, da due a cinque, in modo che il concorrente possa scegliere quella giusta in base alle indicazioni che gli sono state date alla partenza e segnarla sul cartellino testimone.
Poi, la classifica viene determinata da quante lanterne corrette sono state annotate sul cartellino e, a parità di punteggio, dal tempo impiegato nella scelta in alcuni punti particolari, le cosiddette “crono-piazzole”.
Infine, dal momento che la capacità di orientamento è determinata dalla scelta della lanterna, viene meno la scelta del percorso e il tragitto tra due punti di controllo è un comunissimo sentiero, trail in inglese, donde il nome.
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