Roberto Saviano, giovane e attivo giornalista e scrittore, ha pubblicato qualche tempo fa Gomorra, uno scomodo romanzo-inchiesta, giunto già alla nona edizione e vincitore del Premio Viareggio per l’opera prima, che racconta senza troppi veli la realtà della camorra oggi in Campania, il suo reale impero economico e i sogni di dominio.
Non è certo il primo reportage ben documentato che vede la luce su questo argomento, ma forse stavolta sono stati proprio i riconoscimenti e il grande successo ad “inquietare” i “protagonisti” di questa drammatica storia italiana.
E così per Saviano sono incominciate le lettere di minaccia, le telefonate mute, un vero e proprio “isolamento ambientale” che ha portato all’attivazione di misure urgenti per la protezione dello scrittore, da parte del Ministero dell’Interno, e anche all’attenzione di personaggi come Umberto Eco – che ha lanciato un proprio appello al Tg1 – oltre che alla recente creazione di un blog in internet, denominato Io sto con Roberto, iniziativa proposta da alcune associazioni.
Siamo ancora profondamente scossi dall’assassinio di Anna Politkovskaja, uccisa a Mosca, dopo che nel suo libro più noto, La Russia di Putin, aveva scritto: «La Russia ha già avuto governanti di questa risma. Ed è finita in tragedia. In un bagno di sangue. In guerre civili. Io non voglio che accada di nuovo».
Un’opera, quest’ultima, che denunciava gli abusi dei militari russi in Cecenia, in una guerra terribile che dura da anni. Un delitto, quello di Anna, destinato forse a restare senza verità.
Abbiamo sofferto per quanto accaduto alla Politkovskaja, per la profonda ferita inferta alla libertà di stampa e di espressione, che quotidianamente viene calpestata e disconosciuta in troppe aree del mondo.
Ora, con grande forza, la redazione di Superando.it ha deciso di stare con Roberto, anche perché una società ove Saviano o Politkovskaja non possano esprimersi liberamente, senza dover rischiare – o perdere – la propria vita, non sarà mai una società che saprà far rispettare i diritti negati alle persone più “deboli”, a quelle con disabilità, ai bambini, agli anziani.
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