Nel dibattito in corso sulla Legge Finanziaria è indubbio che i temi del welfare siano stati relegati in secondo piano, fagocitati anche sui mezzi di comunicazione da questioni apparentemente più “appetibili”, come la tassazione o i tagli ai finanziamenti destinati a questo o quel dicastero.
Importante, quindi, per un rinnovato confronto su argomenti centrali per lo sviluppo del Paese, l’iniziativa voluta il 22 novembre all’Hotel Quirinale di Roma dai Democratici di Sinistra, occasione di tutto rilievo per mettere a fuoco i punti che nella Finanziaria 2007 il maggiore partito dell’Unione ha individuato come strategici per raggiungere «più crescita, più opportunità, più solidarietà».
E del resto la cecità degli organi d’informazione su questi temi continua a saltare agli occhi, vista la totale assenza di commenti su questo incontro – partecipato ai massimi livelli sul palco e in sala (dato ancora più significativo, questo, visto l’approdo ieri al Senato della discussione sulla Finanziaria) – anche su quotidiani di certo non ostili pregiudizialmente alla Quercia.
Ribadire in ogni caso che il welfare è indispensabile per lo sviluppo del Paese e che è di per sé un elemento di forte coesione sociale stabilisce una significativa inversione di rotta nei confronti della precedente maggioranza, con la cui eredità, ci tiene a far sapere l’attuale coalizione, quest’ultima sta facendo i conti.
Potrebbe a questo punto sembrare una “versione di sinistra” del tremontiano refrain sulla banda del buco il puntuale riferimento al precedente esecutivo da parte dei relatori, ma il prosciugamento del Fondo per le Politiche Sociali, la mancata istituzione del Fondo per la Non Autosufficienza nella scorsa legislatura e una cattiva gestione del Sistema Sanitario (quello della Regione Lazio più che un “buco” sta diventando sempre più una “voragine”!) restano dati di fatto.
Un altro reale punto di rottura sta nel’idea di una futura convocazione degli Stati Generali sul Welfare – annunciata nel corso dell’incontro – per chiamare a confronto non solo chi governa sul territorio, ma anche le realtà della cooperazione, dell’impresa sociale e del volontariato.
Con la riconvocazione, inoltre, della Conferenza Nazionale del Volontariato, per l’aprile del 2007, e di quella degli Stati Generali degli Operatori della Sanità – annunciata dal ministro Livia Turco per il febbraio prossimo – sono stati indicati alcuni degli spazi di partecipazione per l’elaborazione di contributi importanti alla futura fase di riforma, ma già da questa iniziativa sono emerse considerazioni interessanti, che vanno oltre i contenuti della Legge Finanziaria.
Ad esempio, aprendo l’incontro, la senatrice Fiorenza Bassoli (responsabile nazionale del welfare per i DS) ha rivendicato l’istituzione del Fondo per la Non Autosufficienza come «un’azione decisiva per dare risposte a una vera e propria emergenza».
La dotazione finanziaria – hanno ammesso in molti – non è ancora soddisfacente, ma è prevista una pronta regolamentazione e la dotazione di risorse adeguate, con la collaborazione di Regioni, Province ed Enti Locali.
Per quanto poi concerne l’aumento del Fondo per le Politiche Sociali – già rimpinguato a luglio con il Decreto Bersani, per consentire ad alcuni Comuni di attuare quegli obiettivi che si erano dati con i Piani di Zona – esso impone di conseguenza una riflessione sull’attuazione della Legge 328/2000; da questo punto di vista appare positiva la considerazione di Bassoli che ha dichiarato «essenziale rilanciare l’attuazione della rete dei servizi».
La salvaguardia del diritto alla salute, inteso non solo come mancanza di malattia, ma come stato di benessere più generale, è stata quindi ribadita dai DS come un valore imprescindibile. Per realizzare questo obiettivo, «tenendo conto delle modifiche istituzionali di questi ultimi anni, sarà necessario ritrovare – ha affermato Fiorenza Bassoli – ritrovare un filo conduttore tra Governo ed Enti Locali, dando vita ad una sussidiarietà che non suddivida nettamente le Regioni dai Comuni, e quindi l’azione sanitaria da quella sociale. Solo attraverso questo possiamo costruire una reale integrazione socio-sanitaria, per dare risposte ai problemi più complessi e costruire una continuità di cura sul territorio, creando relazioni diverse e una rete di servizi che sia in grado di rispondere alle nuove esigenze in modo moderno».
Di conseguenza, la definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LIVEAS), definiti dal sottosegretario del Ministero della Solidarietà Sociale Franca Donaggio «punto di raccordo tra poteri esclusivi delle Regioni con i servizi che invece dovevano essere erogati in maniera omogenea in tutto il Paese», viene definita una priorità di questo Governo per costruire un equilibrio nell’erogazione dei servizi.
Equilibrio ed equità, soprattutto, un concetto quest’ultimo – secondo il ministro Livia Turco – mantenuto in fase di elaborazione di questa Legge Finanziaria, che già contiene indirizzi per l’innovazione del welfare.
Precedendo poi le conclusioni del segretario dei DS Piero Fassino, il ministro Turco ha illustrato i princìpi del Patto per la Salute, rivendicando proprio quello la cui carenza molti osservatori hanno invece criticato: la condivisione di un progetto.
«Il Patto per la Salute – ha dichiarato infatti – indica il progetto entro il quale orientare il governo della sanità e le parole chiave di questo progetto sono: unitarietà del sistema, qualità, efficienza ed investimenti».
(Giuliano Giovinazzo)
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