Alex, com’è nato in te il desiderio di usare il parapendio?
«Sono sempre stato, fin da piccolo, estremamente affascinato da alcuni sport non propriamente standard e uno di questi è il paracadutismo. Ho sempre sognato di volare per provare lo straordinario senso di libertà di cui tutti i praticanti parlano, di verificare di persona la scarica di adrenalina che si subisce quando ci si lancia da un aereo a 3.000 metri di altezza, ma… un bel giorno di 22 anni fa nella mia vita successe qualcosa che mi distolse da questi pensieri e mi catapultò violentemente in un mondo nuovo e non proprio piacevole».
Hai più volato da allora?
«Non nel modo che sognavo, cioè con la sensazione del vento addosso, con il contatto con il vuoto e l’altitudine. Il paracadutismo non fa più per me, ma mi sono reso conto che posso ancora provare le emozioni forti che cercavo.
Il parapendio è uno sport bellissimo, uno dei pochi che permetta di volare con grandi garanzie di buona riuscita, sicuri di non farsi male e altrettanto sicuri di godere del risultato per parecchio tempo. Questo credo valga non solo per normodotati o normali o sani che siano, ma anche per una buona parte di disabili con diverse patologie invalidanti e con differenti gradi di gravità».
Perché tieni tanto alla realizzazione di questo tuo sogno?
«Credo abbia a che fare con la mia spasmodica voglia di arrivare oltre il (MIO) limite, per dimostrare a me stesso (e solo a me stesso) che “fino a qui ci sono arrivato”, anche se fino a poco tempo fa sembrava un’impresa impossibile».
Cos’hai fatto quando ti sei reso conto che il parapendio poteva fare al tuo caso?
«È bastato un messaggio di posta elettronica, molto sincero, ad una scuola di parapendio, la Scuola Peter Pan, nella quale spiegavo qual era il mio piccolo sogno e come mi sarebbe piaciuto realizzarlo, ed ecco che il buon Guido Teppa, il professionista di Torino responsabile della scuola, mi risponde chiamandomi direttamente al telefono e dandomi un appuntamento durante una pausa pranzo.
Abbiamo fatto una bella chiacchierata e una bella mangiata e ci siamo lasciati con l’intento non solo di farmi fare “il salto”, ma con l’idea di realizzare un progetto in collaborazione con ACMT-Rete, l’associazione di cui faccio parte [associazione nazionale di volontariato per la malattia Charcot Marie Tooth, N.d.R.], aperto a tutte le persone con disabilità che volessero partecipare».
Di che cosa si tratta?
«Il destino ha voluto che Guido avesse già avuto passate esperienze di volo con disabili ed avesse già studiato e realizzato personalmente alcune soluzioni approntate apposta per il trasporto di persone con patologie neurologiche, mentali e con amputati. E così tutti e due siamo partiti “in quarta”: io proponendo sul sito di ACMT-Rete un’entusiastica campagna di reclutamento, con mail inviate a numerose associazioni del territorio e Guido con la presentazione del progetto a diversi enti che potessero sponsorizzarlo. La scorsa estate è stato anche in Francia per visionare dei seggiolini appositamente costruiti per le persone con disabilità».
A che punto siete arrivati con l’organizzazione?
«Era tutto pronto già lo scorso settembre. Avevamo fissato una data per festeggiare con l’associazione, la scuola di parapendio e le comunità montane il battesimo dell’aria mio e di altre persone con disabilità che avevano accettato di fare con me quest’esperienza. I lanci dovevano essere fatti in biposto con l’istruttore che dà alcune nozioni prima del lancio e pilota la vela durante il volo».
E invece che cosa è successo?
«Una questione di sfortuna. Siamo arrivati ad un passo dal giorno fatidico e siamo stati costretti a rimandarlo per sopravvenute cattive condizioni meteorologiche».
Un’occasione persa?
«Solo rimandata alla prossima primavera. Intanto avrò ancora più tempo a disposizione per diffondere la notizia e reclutare altri appassionati al sogno di volare. Vorrei semplicemente contagiare tutti con il mio entusiasmo per questa esperienza. Scrivetemi e prenotatevi per l’appuntamento. Che lo si faccia lanciandosi col parapendio o semplicemente da una carrozzina o da un letto… auguro buon volo a tutti».
Alex@acmt-rete.it, www.acmt-rete.it
Per informazioni sulla Scuola Peter Pan:
tel. 011 254171, cell. 347 2575423
info@scuolapeterpan.it – www.scuolapeterpan.it.
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