È possibile comprendere che anche la diagnosi di un deficit è un dato che non va assolutizzato, ma che può avere una propria storia evolutiva? È possibile dopo una prima comunicazione dolorosa creare contesti di aiuto e di cura che rivelino anche delle prospettive di cambiamento per la famiglia?
Il progetto Essere facilitatori non barriere. Dal dolore innocente alla speranza di cambiamento, cofinanziato dalla Regione Lombardia, è un’iniziativa dell’associazione L’abilità di Milano, rivolta a tutti gli operatori che agiscono in campo sociosanitario ed educativo, con la proposta di un approccio al tema della disabilità nell’infanzia, partendo da una riflessione interdisciplinare sul dolore innocente, per arrivare al nuovo modello biopsicosociale di interpretazione della disabilità dell’ICF, Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, introdotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2001.
«Per migliorare la comunicazione e la relazione con la famiglia di un bambino con disabilità – si legge nella presentazione del progetto – non si può prescindere dal comprendere il dolore innocente che la famiglia prova ogni giorno, misurandosi con la quotidianità. Sostenere i genitori vuol dire modificare concettualmente vecchi approcci e approdare a un concetto di disabilità intesa come il risultato di un complessa relazione tra la condizione di salute di un bambino e i fattori personali e ambientali in cui egli vive».
Due gli appuntamenti previsti, nell’ambito dell’iniziativa, a cominciare dal seminario intitolato Il dolore della disabilità, che si terrà lunedì 15 gennaio (Milano, Sala delle Conferenze di Palazzo Reale, ore 14.30-18) e che tenterà di affrontare un tema fondamentale, dalla prospettiva di diverse scienze umane e filosofie.
Coordinati dal direttore responsabile di Superando.it, Franco Bomprezzi e introdotti dal direttore dell’associazione L’abilità, Carlo Riva, si alterneranno sul palco dei relatori lo psicoterapeuta Elio Tesio (Oltre il dolore la creatività: rimettere in gioco il futuro), lo psicologo Maurizio Colleoni, del CBI – Coordinamento Bergamasco per l’Integrazione (La difficile relazione con la sofferenza e il dolore), il teologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Vito Mancuso (Il dolore, la disabilità, Dio), il sociologo Tarcisio Plebani, del Consorzio La Cascina di Villa d’Almè – Bergamo (La società di fronte al dolore della disabilità), Adriano Pessina, direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica di Milano (L’amore e la giustizia) e la storica dell’arte Raffaella Ausenda (Il colore del dolore).
Successivamente, mercoledì 24 gennaio (sempre presso la Sala delle Conferenze di Palazzo Reale, ore 9.30-12.30), Matilde Leonardi, responsabile del Gruppo Headnet – Direzione Scientifica dell’Istituto Neurologico Besta di Milano -in collaborazione con il quale l’evento è stato organizzato – condurrà il seminario Il bambino con la disabilità e il suo ambiente alla luce di ICF. Siamo barriere o facilitatori?.
Obiettivo principale di tale incontro sarà quello di portare appunto a maggiore conoscenza l’ICF, strumento innovativo e rivoluzionario sul concetto di salute e disabilità, introdotto dall’OMS, e di pianificare gli interventi utili a migliorare la qualità della vita dei bambini con disabilità.
Una bella iniziativa, dunque, «perché la societa costruisca – dichiarano ancora gli organizzatori – a partire dal riconoscimento del dolore dell’altro, pari opportunità, garantendo a tutti una nuova qualità della vita».
(S.B.)
Associazione L’abilità
Strategie familiari nelle disabilità della prima infanzia
Via A. della Pergola, 10, 20159 Milano
tel. e fax 02 66805457, info@labilita.org – www.labilita.org.
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