Sta raccogliendo varie adesioni il Progetto di Legge presentato alla Camera l’8 novembre scorso dall’onorevole Katia Bellillo e firmato da altri settantadue deputati, riguardante il prepensionamento dei familiari di disabili gravi e gravissimi (Norme per il prepensionamento di lavoratori e lavoratrici con a carico familiari gravemente disabili).
E anche al Senato c’è un analogo riferimento con il Disegno di Legge che vede il senatore Giuseppe Di Lello come primo firmatario (Equiparazione del lavoro di cura nei confronti dei disabili gravi e gravissimi ai lavori usuranti).
A spiegare la situazione è la stessa Bellillo: «La proposta di legge intende equiparare il lavoro di cura nei confronti di familiari disabili gravi o gravissimi al lavoro usurante, che è disciplinato dal Decreto Legislativo 374/1993. In particolare il provvedimento prevede che “il lavoro di cura ed assistenza a familiari invalidi, con totale e permanente inabilità lavorativa, ai quali è riconosciuta una percentuale di invalidità pari al 100 per cento, con necessità di assistenza continua, in quanto non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita e che sono gestiti totalmente nell’ambito della famiglia, svolto da lavoratori e lavoratrici, è equiparato alle attività usuranti“».
In sostanza, tale equiparazione comporterebbe la possibilità (non l’obbligo) di anticipare il pensionamento fino ad un massimo di 60 mesi (5 anni), per i lavoratori e le lavoratrici che si prendono cura della persona con disabilità all’interno della famiglia, purchè l’assistenza sia rivolta ad «un inabile al 100% di gravità», ossia ad una persona che abbia necessità di assistenza continua, in quanto non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.
Ma quante sono coloro i quali potrebbero almeno teoricamente essere coinvolti da questa legge? Secondo l’indagine L’integrazione sociale delle persone con disabilità, pubblicata dall’Istat nel luglio del 2004, le persone con disabilità non anziane (al di sotto dei 65 anni) attualmente residenti in Italia sono 1 milione e 641.000 delle quali ben il 41,4% raggiunge il livello massimo.
Il 91,5% delle persone con disabilità, poi, vive in famiglia, il 6,2% vive da solo. Dunque le persone con disabilità tendono a rimanere nella famiglia di origine più spesso di quanto accada nel complesso della popolazione.
Tra i disabili psichici la percentuale di chi rimane in famiglia come figlio è molto più alta (50,6% a fronte del 22,1% del totale delle persone con disabilità) e la quota sale al 61,1% tra coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 49 anni.
Altro importante elemento è che, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, il prepensionamento porterebbe, come spiega ancora Katia Bellillo, «indiscutibili vantaggi economici per lo Stato. Infatti, il soggetto disabile può avere una maggiore e migliore opportunità di essere curato e assistito nell’ambito familiare, anziché essere affidato ad appositi centri i cui costi ricadono sulla Pubblica Amministrazione nelle sue varie diramazioni. Inoltre si avvierebbe un consistente risparmio derivante dall’eliminazione dei costi dovuti per supplenze e per sostituzioni a causa delle inevitabili assenze dal posto di lavoro, oltre ai periodi di congedo previsti dalla normativa vigente».
Per sostenere questa importante iniziativa è sorto anche il Comitato Promotore per il Prepensionamento dei Genitori di Disabili Gravi, con varie articolazioni territoriali, che sta svolgendo un prezioso lavoro di sensibilizzazione e mobilitazione, allo scopo di arrivare alla definitiva approvazione della Legge.
Un’importante tappa sarà quella del 1° febbraio a Roma, quando, in coincidenza con la Prima Giornata Nazionale per il Sostegno alle Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi, si terrà un incontro alla Camera dei Deputati (ore 15), curato dal Coordinamento Laziale Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi (su iniziativa avviata dalla Consulta per l’Handicap del XII Municipio di Roma), che vedrà la partecipazione, oltre che di Katia Bellillo e Giuseppe Di Lello, anche dei ministri Rosy Bindi (Politiche per la Famiglia), Cesare Damiano (Lavoro), Paolo Ferrero (Solidarietà Sociale) e Barbara Pollastrini (Diritti e Pari Opportunità).
Molte altre iniziative avranno luogo a livello locale, nella stessa giornata, per le quali ferve in questi giorni il tentativo di raccogliere ulteriori adesioni, consulenze, supporti e tutto quanto possa essere utile.
Appare quindi quanto mai necessario che chiunque ritenga di essere vicino a questa battaglia di civiltà e solidarietà faccia sentire in qualche forma la propria presenza, prendendo innanzitutto contatto con il Comitato Promotore.
(S.B.)
Il sito del Comitato Promotore per il Prepensionamento dei genitori di Disabili Gravi è: http://digilander.iol.it/prepensionamento.
Per prendere contatto con il Coordinamento Laziale Famiglie Disabili Gravi e Gravissimi, che curerà la mobilitazione del 1° febbraio a Roma:
tel. 333 8370437, comitatopreplazio@libero.it – clubletizia@libero.it.