Il Consiglio Nazionale di ARCI Servizio Civile (ASC) ha recentemente espresso crescente preoccupazione per le perduranti incertezze politiche e i ritardi operativi che caratterizzano il Servizio Civile Nazionale (SCN), a dieci mesi dall’avvio dell’azione del nuovo Governo, che decise di spostarne la responsabilità politica dalla Presidenza del Consiglio al Ministero della Solidarietà Sociale.
Incertezze e ritardi, questi, che rischiano di compromettere la prospettiva di fare del Servizio Civile Nazionale un’istituzione della Repubblica, un SCN che abbia «l’obiettivo di dotare il nostro Paese di un servizio civile che sia opportunità per i giovani, ragazze e ragazzi, che sia risorsa aggiuntiva ed originale per nuove politiche a finalità pubblica […]. Il Servizio Civile Nazionale può diventare un’istituzione della Repubblica, al pari del Servizio Sanitario Nazionale, della Pubblica Istruzione, delle Forze Armate» (Manifesto 2007 di ASC).
Il Consiglio Nazionale di ASC, pur consapevole delle grandi difficoltà che incontra il Governo nell’attuazione del programma, vede con forte preoccupazione l’assenza di un’azione costante, attenta e coraggiosa di indirizzo politico verso le Regioni e verso l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC), azione indispensabile per salvaguardare e valorizzare l’identità educativa del Servizio Civile Nazionale.
L’ASC chiede dunque al Governo di fare dell’SCN un valore aggiunto nelle politiche di promozione della pace, inserendolo in politiche di respiro europeo, di coesione sociale, di valorizzazione delle grandi risorse giovanili esistenti e disponibili.
L’ASC chiede inoltre al Governo di uscire dalla fase sperimentale, con una revisione legislativa che ancori il Servizio Civile Nazionale alla promozione della pace e della cittadinanza attiva, con i giovani protagonisti e destinatari degli interventi.
In questa prospettiva gli enti di servizio civile sono chiamati a partecipare ad una missione educativa, invece che vedere l’SCN come strumento aggiuntivo per l’attuazione delle finalità istituzionali o per erogare servizi.
Le Regioni e la Pubblica Amministrazione dovrebbero prefiggersi di integrare le funzioni in cui l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile è carente – sia di esperienza che di personale – intendere l’SCN nella sua produttività di coesione sociale nelle società locali, dando così attuazione a tutte le parti della Legge 64/2001, invece che, come appare, preoccuparsi di avere più fondi statali possibili.
In assenza di finalità condivise, di governance efficace e di concorso finanziario tra Governo e Regioni, occorrerà ripensare l’impianto normativo che ad oggi regola l’articolazione di funzioni dello Stato e delle Regioni, già messo comunque a dura prova dalla carenza di fondi pubblici.
Della posizione del Governo annunciata nell’estate del 2006 («I fondi arriveranno quando ci saranno maggiori garanzie di qualità») è rimasta solo la scarsità di risorse. Infatti, per la prima volta dalla sua istituzione nel 2001, diminuisce il numero dei posti messi a bando (erano 53.500 nel 2006, saranno 39.000 nel 2007).
In questa riduzione, il Terzo Settore nazionale è particolarmente danneggiato, con un taglio di circa 8.000 posti, senza alcuna garanzia che la qualità dei progetti proposti ai giovani venga comunque salvaguardata.
In questo contesto ARCI Servizio Civile chiede al Governo di attuare le promesse e di attribuire un finanziamento aggiuntivo, rivolto ai progetti presentati dagli enti dell’albo nazionale, se non ci fosse anche un corrispondente finanziamento da parte delle Regioni.
Ancora, l’attuazione del Decreto Legislativo 77/2002, per la parte relativa all’ingresso delle Regioni e delle Province Autonome nell’attuazione del Servizio Civile Nazionale, sta producendo un sistematico rallentamento di ogni decisione operativa, in una perdurante ambiguità di molte delle Regioni su quali siano le finalità attribuite a questa esperienza.
Ad oggi non vi sono indicazioni sulla programmazione delle attività 2007 (data di pubblicazione del bando 2007 per le selezioni dei giovani; data di deposito dei progetti per il 2008; criteri ed esistenza o meno di una finestra per la revisione dell’accreditamento degli enti agli albi nazionale e regionali).
Non è neanche avviata la revisione di alcune normative (accreditamento, ispezioni), annunciata dopo le polemiche esplose nel maggio del 2006, in occasione delle graduatorie dei progetti.
Su un altro versante, da notare come stia prendendo corpo, presso gli organi di informazione, un’immagine del Servizio Civile Nazionale come di esperienza piena di problemi, dimenticando i buoni risultati ottenuti e scaricando sui giovani le responsabilità delle istituzioni.
ARCI Servizio Civile, che già dal 1996 aveva studiato una possibile dimensione anche regionale del servizio civile, ha esaminato l’iniziativa legislativa che vede l’approvazione, da parte di alcune Regioni, di proprie leggi istitutive di Servizi Civili Regionali, diversi per natura e per sistema di finanziamento.
L’ASC guarda dunque con interesse a tali forme di sperimentazione, anche se andrà valutato se sia preferibile e sostenibile avere tante esperienze fra di loro separate oppure avere un quadro normativo nazionale più ampio e flessibile di quello attuale che riconosca e valorizzi le integrazioni fra diverse possibili modalità di attuazione del servizio civile.
tel. 06 41734392, fax 06 41796224
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