Si muovano i ministri per quei corsi di sostegno

di Pietro V. Barbieri*
Torniamo ancora una volta sulla vicenda dei corsi di sostegno avviati da un istituto siciliano, rispetto ai quali, anche recentemente, il Ministero dell'Università e quello della Pubblica Istruzione avevano ribadito la propria posizione: solo l'Università può gestire iniziative come queste. Ma la giustizia amministrativa siciliana ha dato ragione all'ente organizzatore ed ora c'è il rischio di contenziosi infiniti e di una qualità sempre più scadente dell'integrazione scolastica

Ragazzo con disabilità insieme a compagni di scuolaBen pochi lo sanno, ma il 7 maggio prossimo avranno inizio a Patti (Messina) dei corsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico unici in Italia, gestiti cioè da un ente privato: la Cooperativa Istituto Walden Arl, con sede a Belpasso (Catania) [l’ultimo nostro aggiornamento su tale vicenda è disponibile cliccando qui, N.d.R.].
Tali corsi sono stati regolarmente autorizzati da una Sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia, pur in presenza di una dichiarazione ufficiale del Ministero dell’Università, condivisa da quello della Pubblica Istruzione, secondo cui i titoli di specializzazione che verranno rilasciati non saranno validi ai fini dell’inserimento nelle graduatorie per le supplenze e le immissioni in ruolo.

Questa situazione paradossale si è venuta a determinare in seguito ad un’iniziativa dell’ente privato catanese che nel 1995 aveva richiesto all’Assessorato Regionale alla Cultura l’autorizzazione per gestire corsi di specializzazione, secondo la normativa allora vigente; ma l’Assessorato l’aveva negata, per motivi riconosciuti illegittimi dal TAR di Catania e in seguito – in via definitiva – dal Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana nel 2006, il quale anzi ha nominato un commissario ad acta per l’avvio dei corsi. Tutto ciò  senza tener conto che dal 2003 la normativa è cambiata e consente solo alle Università la gestione dei corsi di specializzazione per il sostegno.

Quello che si verificherà ora sarà un inaudito contenzioso tra i possessori dei titoli rilasciati dall’ente privato – forti della sentenza, ma dichiarati “illegittimi” dal Ministero dell’Università e da quello della Pubblica Istruzione – e i possessori dei titoli rilasciati dalle Università, per l’inserimento nelle graduatorie per le supplenze e in quelle permanenti ai fini delle immissioni in ruolo.
E ad andarci di mezzo non saranno solo i poveri cristi che intraprenderanno infinite cause con costi altissimi, ma anche gli studenti con disabilità i quali vedranno aumentare attorno a loro la girandola di docenti di sostegno, che si succederanno ad ogni nuova causa, col degrado crescente della qualità dell’integrazione scolastica.   

La FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e le associazioni ad essa aderenti invitano dunque quanti condividono con noi il timore del caos che potrebbe verificarsi, e che investirà lo stesso ente privato organizzatore – il quale potrebbe essere oggetto di richieste massicce di risarcimento danni – ad inviare fax, e-mail e telegrammi ai due ministri interessati, Giuseppe Fioroni e Fabio Mussi, oltre che all’Assessorato alla Cultura della Regione Siciliana, affinché possano trovare una soluzione giuridico-politica che eviti tanto danno alle persone.

A questo punto una soluzione – oltre al fatto che la Regione Sicilia risarcisca i danni all’ente privato per non aver riconosciuto ad esso il diritto alla gestione dei corsi, nel 1995 – potrebbe essere quella di facilitare delle convenzioni tra le università siciliane e l’ente privato, secondo quanto espressamente previsto dalla Legge 104/92 (articolo 14, comma 4), in modo che l’ente stesso possa gestire, tramite l’Università, corsi in tal modo sicuramente legittimi e sottratti a contenziosi di ogni genere, nell’interesse di tutti.

E tuttavia, sino ad oggi, malgrado l’annunciata scadenza del 7 maggio, nessuna delle tre Amministrazioni interessate – Assessorato Regionale Siciliano alla Cultura, Ministero della Pubblica Istruzione e Ministero dell’Università – ha preso iniziative urgenti in tal senso. Anzi. Sembra che, crogiolandosi all’ombra della Sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia, esse stiano lasciando passivamente scorrere gli eventi, indifferenti al caos che la loro inerzia sta per provocare.
È possibile che la cittadinanza attiva della società civile riesca a far fare un piccolo passo di iniziativa politica a Governanti che sono stati nominati democraticamente proprio per dare risposte a problemi difficili e non per rimanere inerti?

*Presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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