Quali sono gli altri colpevoli?

di Giovanni Marino*
È certamente retorico il quesito proposto dal nostro titolo, che si riferisce alla recente vicenda accaduta in Sicilia, ove il padre di un giovane con problemi autistici ha ucciso il figlio, dichiarando di averlo fatto perché esasperato dalla sua malattia e da anni di solitudine nell'affrontarla. Se infatti nulla viene fatto per prevenire tali situazioni, i colpevoli non possono essere altro che la società e le sue Istituzioni

Bambino su uno scoglio di fronte al sole che nasceDi fronte al caso dei giorni scorsi in Sicilia, ove il padre di un giovane con problemi autistici ha ucciso il figlio, dichiarando poi di averlo fatto perché esasperato dalla sua malattia e da anni di solitudine nell’affrontarla, non possiamo che tornare a riflettere sulla disperazione di gestire una disabilità che ti cambia la vita e che ti costringe a non dormire mai la notte, mentre durante il giorno devi essere sempre pronto per ogni necessità e contemporaneamente impegnato a guadagnarti da vivere. 

Una situazione che rischia di rivelarsi incontrollabile quando i genitori cominciano a diventare anziani e non hanno più la forza e la prospettiva di un’accoglienza per il loro figlio.
Ecco allora che può succedere l’irreparabile. È successo nei giorni scorsi e non è nemmeno la prima volta, dal momento che lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano qualche mese fa aveva concesso la grazia ad un genitore che si era reso protagonista di un atto analogo.

Lo definiamo atto e non reato. Il reato lo ha commesso la società quando non ha provveduto, nel periodo dell’infanzia, ad organizzare servizi di diagnosi ed abilitazione appropriati, capaci di migliorare il grado di indipendenza e la qualità di vita di queste persone, ma poi non ha provveduto nemmeno ad organizzare adeguate strutture residenziali di accoglienza per gli adulti con autismo.
Oggi lo scenario rimane ancora, quando si trova posto, quello dei grandi istituti, che sono una vera e propria negazione di qualsiasi dignità umana.
E poi vi sono i rari casi in cui qualcuno ha avuto il coraggio di pensare e agire diversamente, in modo che i genitori possano permettersi il “lusso” di morire senza augurarsi (o procurare) anche la morte precoce dei loro figli…
Vi sono infatti dei genitori che si danno da fare e che costruiscono residenzialità decorose, ma le Istituzioni li aiutano assai poco, dato che i costi di gestione sono elevati. 

No, non può essere certo questa la risposta che le Istituzioni devono fornire davanti ad iniziative del genere che dovrebbero anzi incoraggiare. Altrimenti i colpevoli di questo e di altri omicidi sono anche loro!

*Presidente nazionale ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).

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