Si chiama Edgar Scalvini, Eddy per gli amici, ha ventiquattro anni e viene dalla Colombia. Gioca a golf da dieci anni e si sposta in carrozzina da cinque, ciò che non gli impedisce di continuare a coltivare la sua passione sul green.
Accompagnato dal grido corale e festoso «Tira campione!» dei tantissimi bambini del Giocampus presenti, Eddy ha dato prova della sua abilità di golfista con quattro lanci. «Il primo tiro non è stato malvagio – ha dichiarato – gli altri sono andati meglio. Comunque verrò qui ad allenarmi. Un campo così vuol dire molto per il golf».
Ed infatti non vi è alcuna barriera architettonica nel grande campo da golf del Campus dell’Università di Parma, dotato di quindici postazioni coperte, un putting green, un pitching green con nove postazioni di tiro scoperte, un chipping green [tutte aree del campo da golf, N.d.R.] e due bunker in sabbia.
Grande attenzione riservata anche a chi non ci vede o ci vede poco: stradelli con codice di comunicazione tattile e mappe tattili, all’entrata e lungo il perimetro del campo da golf e buche per ipovedenti permettono di giocare, o almeno di provarci.
Lunga 200 metri e larga 60, la struttura, costata circa 400.000 euro e recentemente inaugurata, è stata realizzata con il finanziamento che il Ministero dell’Università e della Ricerca ha messo a disposizione dell’Ateneo parmense e grazie anche ad un cospicuo investimento del CUS Parma.
«Un’iniziativa rilevante che arricchisce la nostra università – ha commentato subito dopo il taglio del nastro il rettore Gino Ferretti – e che dà la possibilità a tutti di iniziare un nuovo sport. Il campo è dotato inoltre di caratteristiche di sicurezza con particolare attenzione a far sì che chi gioca qui non interferisca con chi vive il Campus».
Un impianto sportivo, dunque, dalla valenza unica e allo stesso tempo duplice, «perché – secondo Matteo De Sensi, presidente del CUS Parma, che ha ringraziato Ferretti per averlo sostenuto nella battaglia politica che ha anticipato la ristrutturazione del campo – garantisce la fruibilità alle persone con disabilità motoria e ai non vedenti. Non tutti ne avevano capito l’utilità, ma il golf è uno sport popolare, uno sport per tutti che costa meno che andare a sciare».
Erroneamente considerato quindi uno sport per soli ricchi, ora il golf diventa realmente accessibile a tutti!
L’intera iniziativa parte in realtà dal progetto denominato Golf, sport per ricchi di passione… anche disabili e anche ciechi anche tutti e tutte, iniziativa che ha ottenuto un riconoscimento alla quarta edizione del Premio Cultura di Gestione-Federcultura 2006 e che è stata promossa da chi scrive e dal suo gruppo di lavoro, con il desiderio di offrire una nuova opportunità agli studenti con disabilità di dedicarsi ad uno sport all’aria aperta.
L’idea si è potuta materializzare nel momento in cui bisognava ristrutturare il campo e dai rapporti personali con alcuni architetti di Milano. Uno di questi, Danilo Redaelli del Politecnico di Milano, è anche il vicepresidente nazionale della FIGD (Federazione Italiana Golf Disabili), ciò che ha ulteriormente favorito una positiva evoluzione del progetto, nato quindi da relazioni personali, da identità di vedute con il CUS Parma, oltre che dalle aspettative degli stessi studenti universitari con disabilità.
Il campo – progettato dal già citato Redaelli, insieme agli altri architetti Andrea Bruschi, Sacha Scala e Paolo Brighetti – è stato inaugurato alla presenza di molti ragazzi disabili, anche in carrozzina, di un gruppo di bambini del Giocampus, di molte persone con ruoli istituzionali – tra le quali il campione italiano di golf a squadre serie A1, Vittorio Andrea Vaccaro – e di chi scrive, con tutti i suoi collaboratori, oltre che di tanti sportivi e cittadini spinti dalla curiosità.
L’occasione si è rivelata propizia anche per presentare i neoassessori del Comune di Parma Bernini, Lasagna e Sassi, coinvolti per le loro deleghe nell’iniziativa.
Era presente anche Roberto Caja, presidente nazionale della FIGD, oltre che consigliere nazionale del CIP (Comitato Italiano Paralimpico), il quale ha dichiarato quanto sia «bello e gratificante constatare come l’Università di Parma si adoperi continuamente per aprirsi alle disabilità. Anche a fronte delle varie problematiche affrontate con i disabili, questo è un campo molto ben costruito e che presto sarà ufficialmente omologato dalla Federazione».
Un giorno di festa, quindi, di entusiasmo e di curiosità, un prato vellutato, persone che si mostrano al mondo con tutte le loro differenze, percorsi per ciechi e mappe tattili brevettate, che affiancano utilità ed estetica, sport in spazi grandi e liberi, la garanzia di un campo omologato per gare nazionali. In poche parole: il bello ha vinto, con i “colori delle diversità”!
*Delegata del Rettore dell’Università di Parma alla Didattica e al Sostegno e Tutela delle Fasce Deboli.
Articoli Correlati
- Il potere inclusivo del golf (al di là delle apparenze) Come spesso accade, le apparenze possono ingannare ed è questo il caso del golf, considerato sport d’élite, ma in realtà l’unico, insieme alla vela, concretamente integrato, dove cioè atleti con…
- Qualcosa di intangibile che ti manca Venticinque anni accanto a una figlia con gravissimi problemi di disabilità, con tutti i tempi della vita quotidiana letteralmente “irregimentati”, come «in una fionda, con l’elastico sempre tirato». Poi la…
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…