«È con stupore e rammarico che ho sentito affermazioni a dir poco sconcertanti da parte del primo cittadino di Sant’Ambrogio di Torino, Bruno Allegro, in merito alla disabilità. In ambito di “costi del lavoro” e “costi sociali”, il sindaco ha affermato infatti che le morti bianche e gli infortuni sul lavoro rappresentano un grave costo per la società, riferendosi in particolare a tutte le persone che in seguito ad un incidente hanno perso l’uso delle gambe. A tal riguardo ha affermato inoltre che queste persone sono effettivamente molto sfortunate nel condurre una vita con delle difficoltà, concludendo che sarebbe stato meglio essere sfortunati una sola volta nella vita nel momento dell’incidente e morire senza così pesare sull’economia della società».
Lo denuncia in una lettera inviata alla CPD di Torino (Consulta per le Persone in Difficoltà) Patrizia Saccà, figura di spicco della Nazionale Italiana di tennis tavolo per atleti con disabilità, in riferimento ad una recente Festa del’Unità cui il sindaco di Sant’Ambrogio di Torino ha partecipato.
«In qualità di atleta della Nazionale di tennis tavolo del Comitato Italiano Paralimpico – continua la lettera di Saccà – ho provato un profondo senso di rammarico nel sentire pronunciare parole di questo tipo da un pubblico ufficiale, nonché primo cittadino di un Comune. In qualità poi di persona che in seguito ad un incidente ha perso l’utilizzo delle gambe, ho provato rabbia nel sentire parlare in questi termini un sindaco durante una manifestazione pubblica: non sta certo a lui affermare che per me sarebbe stato meglio morire nell’incidente piuttosto che subire una disabilità. È inaudito, a mio parere, che nel ventunesimo secolo, un anno dopo le Paralimpiadi, per altro ospitate proprio in Piemonte, in un periodo in cui tutti parlano di pari opportunità, un sindaco possa fare certe affermazioni prive di sensibilità, correttezza e rispetto».
«Sono prese di posizione assurde – ha dichiarato dal canto suo Paolo Osiride Ferrero, presidente della CPD di Torino – specialmente nell’Anno Europeo delle Pari Opportunità, specialmente se pronunciate da un pubblico ufficiale. Dopo anni di battaglie e di fatica per ottenere che le persone con disabilità non siano considerate come un peso ma come una risorsa, mi ritrovo a dover affrontare prese di posizione che appartengono ad altre epoche e a regimi abbattuti e che, soprattutto, credevo scomparse per sempre. La disabilità non è una colpa, l’ignoranza non è una scusa».
(S.B.)
CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà) di Torino
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