Lunedì 1° ottobre, Mirko Tomassoni, classe 1969, sposato, con una figlia, disabile dal 1999 in seguito ad un incidente stradale, è diventato per un semestre – insieme ad Alberto Selva – Capitano Reggente di San Marino, ovvero presidente della più piccola Repubblica del mondo.
A nostra memoria il precedente più noto – e forse l’unico – è quello di Franklin Delano Roosevelt, il celebre trentaduesimo presidente degli Stati Uniti, che rimase in carica per quattro mandati consecutivi e che tuttora è una delle figure istituzionali più popolari tra gli americani.
Roosevelt, infatti, nonostante si impegnasse a nasconderlo, ebbe gravi difficoltà motorie fin dal 1921, dovute alla poliomielite o, come suppongono alcuni studiosi contemporanei, alla sindrome di Guillain-Barré. L’unica testimonianza pubblica del fatto che egli si avvalesse di una sedia a rotelle per gli spostamenti è una statua postuma, del 2001, che lo ritrae appunto in carrozzina. L’Istituto per la Riabilitazione Roosevelt di Warm Springs, da lui fondato, è ancor oggi un importante centro rivolto alle persone con disabilità fisica.
Dopo la morte di Roosevelt, dunque, non ci risulta che altri capi di Stato, almeno nel mondo occidentale, abbiano avuto una disabilità motoria evidente, ma Mirko Tomassoni – differenza fondamentale – è certamente il primo presidente della Repubblica nella storia a mostrarsi accomodato su una normalissima carrozzina, senza dimenticare il suo lungo impegno nell’associazionismo e nella sensibilizzazione sociale delle problematiche legate alla disabilità (egli è tra l’altro uno dei fondatori dell’associazione sammarinese AttivaMente).
Un altro piccolo, grande passo, dunque, nella stessa epoca che ha visto l’approvazione di un documento fondamentale per l’integrazione sociale delle persone con disabilità, quale la Convenzione ONU approvata nel dicembre del 2006.
Il ruolo super partes della carica che Tomassoni è andato a ricoprire assieme a Selva non gli impedirà comunque di lanciare messaggi e promuovere dibattiti. Egli stesso, quindi, si augura di potere stimolare la discussione, pubblica e parlamentare, allo scopo di infrangere soprattutto le barriere mentali e culturali.
E intanto, qualcosa a San Marino è già successo: infatti, il recente restauro della sede del Parlamento ha garantito l’accessibilità di quest’ultimo e una serie di lavori di abbattimento delle barriere sono stati effettuati nel palazzo che tradizionalmente ospita la cerimonia d’investitura.
(S.B. e B.P.)
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