A seguito dei rapidi progressi fatti negli anni recenti nell’ambito dello sport per persone con disabilità, si può dire che la Cina sia la nazione paralimpica al top rispetto a tutto il mondo.
Ma il fatto che il Paese ospiterà i Giochi Paralimpici del 2008 potrà davvero contribuire a migliorare la qualità della vita degli 80 milioni di persone con disabilità che vivono in Cina?
A poco meno di un anno dal via di questo grande evento, «BBC Sport» ha condotto un’analisi per capire fino a che punto il colosso orientale sia sulla buona strada per ospitare i Giochi e per affrontare le questioni sociali con cui dovrà confrontarsi.
La Cina e la disabilità
Come tutte le capitali del mondo, Pechino ha una serie di questioni aperte sull’accessibilità, ma Michael Bristow, corrispondente dalla Cina per «BBC News Online», aggiunge che la città «non è proprio fatta per chi va a piedi» e che «taglia fuori» letteralmente chiunque abbia una disabilità.
«La metropoli – racconta Bristow – attualmente sta procedendo verso una massiccia ristrutturazione, in vista dei due eventi olimpici, ma pochissime delle nuove progettazioni sembra abbiano tenuto in considerazione le persone con disabilità. Le persone che usano una carrozzina potrebbero dunque trovare molto difficile usare ad esempio il sistema della metropolitana, degli autobus e dei taxi. Le pavimentazioni, inoltre, presentano marciapiedi molto alti e spesso l’unico modo possibile per attraversare la strada è quello di utilizzare un ponte sopraelevato, ma tutti questi ponti presentano ripide scalinate. Dal canto loro, gli amministratori della città dichiarano che stanno introducendo nuovi autobus in grado di trasportare comodamente le persone con disabilità e che gli eventi legati alle Paralimpiadi saranno tutti pienamente accessibili. In realtà al momento la situazione è questa e dobbiamo anche registrare che se i pochi alberghi a cinque stelle dichiarano di possedere tutti i requisiti di accessibilità, una volta fuori dalle porte dell’hotel tutte le persone che usano una carrozzina potrebbero avere grosse difficoltà a girare per la città».
Vi è un personaggio molto noto nel Regno Unito – Tanni Grey-Thompson, gallese, una delle più popolari atlete con disabilità, attualmente impegnata nel Movimento Paralimpico della Gran Bretagna – che in occasione della sua ultima visita a Pechino nel 2006, aveva riportato l’impressione che non fossero stati in molti, nella capitale cinese, ad aver visto prima una persona in carrozzina.
«Moltissime persone – ricorda Grey-Thompson – si sono fermate e mi hanno squadrato, ma non certo perché mi avessero riconosciuta come atleta. Quando poi ci siamo recati in Piazza Tienanmen, mi hanno scattato un sacco di fotografie e sono stata seguita per la strada da scolarette incuriosite. Addirittura un ragazzo in bicicletta ha tamponato un rimorchio perché mi stava fissando!».
Significativa anche l’esperienza vissuta in albergo: «Quando sono arrivata al mio hotel, lo staff si è precipitato ad aiutarmi per farmi uscire dal taxi. Non sono certo abituata a questo tipo di attenzioni e credo che in quanto persona in carrozzina abbiano decisamente sopravvalutato il sostegno di cui avevo effettivamente bisogno».
La Cina e le Paralimpiadi
In passato la Cina non è mai stata una delle nazioni più forti negli sport paralimpici. Ai Giochi del 1992, a Barcellona, vinse ad esempio solo 25 medaglie, classificandosi dodicesima nel medagliere complessivo.
Dal momento però dell’annuncio che Pechino avrebbe ospitato i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2008, non si è lesinato sulle risorse per gli sport praticati dagli atleti con disabilità e non.
In questo senso i Giochi di Atene del 2004 hanno rappresentato un vero e proprio spartiacque per gli atleti cinesi, che vi si aggiudicarono 141 medaglie – di cui 63 d’oro – raggiungendo il vertice del medagliere e rimarcando il proprio ruolo chiave negli sport per persone con disabilità, ciò che ha imposto agli altri Paesi di prenderne atto.
Il grande senso di orgoglio nazionale cinese ha fatto sì che un enorme sforzo sia stato messo in atto per assicurare al Paese il ruolo di nazione leader per i Giochi che si svolgeranno “in casa” dal 6 al 17 settembre 2008. Le conseguenze sono state in primo luogo regimi di allenamento sempre più intensivi e un numero crescente di atleti spinti a partecipare a competizioni fuori dai confini, per mettersi alla prova contro rivali di altre nazioni.
Pochi dubitano, in conclusione, che la Cina dominerà nei venti sport paralimpici e che gli altri Paesi dovranno affrontare un duro test nel tentativo di lasciare un segno.
Quali Giochi si prospettano?
Il presidente dell’International Paralympics Committee, Phil Craven, ha recentemente dichiarato di aspettarsi «i più maestosi e i migliori Giochi Paralimpici mai disputati prima».
Gli organizzatori prevedono la partecipazione di 4.000 atleti provenienti da 150 Paesi, che prenderanno parte ai 471 eventi previsti per i 20 diversi sport.
«Gli organizzatori cinesi – commenta Craven – hanno confermato che le Paralimpiadi saranno di eguale splendore rispetto ai Giochi Olimpici e dopo gli incontri avuti con loro, ora ci stanno mostrando cosa intendevano davvero. Ho visionato ad esempio la bozza del programma per la cerimonia d’apertura e mi è sembrata estremamente interessante: sarà sicuramente spettacolare. Nei primi mesi di quest’anno, poi, ho visitato il villaggio paralimpico, molto semplice nel design, con arredi di alta qualità e appartamenti da otto letti, con tre bagni tutti accessibili per le persone in carrozzina, ciò che sarà di cruciale importanza per i nostri atleti».
Ciò che può cambiare
Come già accennato, si stima che oggi le persone con disabilità in Cina siano circa 80 milioni. Uno degli interrogativi più importanti è quindi se i Giochi potranno cambiare effettivamente anche la vita di tutti questi individui “ordinari“, ovvero di coloro che non sono atleti sotto alla luce dei riflettori.
In questo senso Sun Weide, portavoce del Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici di Pechino, ha affermato che «le Olimpiadi e le Paralimpiadi avranno la stessa importanza per la città. Il Governo si augura infatti che i Giochi possano destare l’attenzione sulle condizioni delle persone con disabilità nel Paese».
Tanni Grey-Thompson auspica inoltre che l’alto profilo dei Giochi possa portare il popolo cinese a constatare che cosa è veramente capace di fare l’élite degli atleti con disabilità. «Non credo – ha dichiarato – che le Paralimpiadi cambieranno la Cina nel suo complesso, ma se almeno Pechino cambierà le sue attitudini nei confronti della disabilità, la cosa avrà un effetto e delle ripercussioni assai importanti».
*Traduzione e adattamento di un testo apparso in «BBC Sport», a cura di Giuliano Giovinazzo e Stefano Borgato.
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