Quella delibera sul Ritalin è sbagliata!

È da molto tempo al centro delle polemiche il farmaco Ritalin, usato nella terapia dei bimbi con sindrome da iperattività e deficit dell'attenzione (ADHD), soprattutto dopo che l'Agenzia Italiana del Farmaco si è espressa per un suo impiego anche nel nostro Paese. Molti sono i commenti preoccupati ed ora c'è anche una petizione del Comune di Napoli contro una Delibera della Regione Campania

Farmaci vari«Nella terapia dei bimbi con sindrome da iperattività e deficit dell’attenzione (ADHD), il Ritalin (metilfenidato) dev’essere usato come ultima risorsa; è infatti fondamentale fare tutto il necessario per prevenire ogni forma di abuso, affinché questo farmaco non venga utilizzato come fosse un integratore alimentare o un ricostituente».
Sono parole di Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Farmacologico Mario Negri di Milano, che fotografano mirabilmente le polemiche che interessano da molti anni il citato farmaco Ritalin.
Sul via libero di quest’ultimo da parte dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), lo stesso Garattini si era espresso così: «Esprimo da un lato soddisfazione, ma dall’altro lato preoccupazione, per l’idea di un possibile abuso o di un impiego eccessivo di questo medicinale: è importante capire infatti che esso dev’essere l’ultima risorsa solo dopo aver provato tutte le altre vie».

Ma è proprio di questi giorni l’ultimo capitolo della querelle, segnalatoci dall’Associazione Italiana SuXfragile, che ha essa stessa aderito ad una petizione contro il Ritalin lanciata dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, di fronte ad una recente Delibera della Regione Campania (n. 1406 del 27 luglio 2007), che ha approvato l’uso del farmaco.
«Il Ritalin – si scrive nel documento firmato dall’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli Giulio Riccio – è usato per curare il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) nei bambini in età pediatrica, ma esso è ritenuto responsabile della morte di alcuni bambini e gli scienziati ritengono che abbia effetti negativi sullo stesso sviluppo psicofisico dei piccoli pazienti. In Italia il Ritalin è distribuito dalla multinazionale Novartis per un giro d’affari che ammonta a circa 2 miliardi e 200 milioni di dollari l’anno. Prima della Delibera Regionale Campana, esso era stato dapprima classificato nella lista degli “stupefacenti”, poi in quella degli “psicofarmaci”. Negli Stati Uniti, inoltre, l’FDA, ovvero l’ente governativo che si occupa della sorveglianza sui prodotti farmaceutici e alimentari, ha imposto sulle confezioni del medicinale la stampa di una cornice nera al cui interno vi è scritto: “Possibile incremento del rischio di morte improvvisa e complicazioni cardiovascolari“».

Vale a questo punto la pena ricordare che il disturbo da deficit di attenzione con iperattività (ADHD) è un problema neuropsichico che riguarda circa il 2% dei bambini italiani.
Di fronte a tali situazioni, nel febbraio di quest’anno – come già accennato – l’AIFA si è pronunciata per la possibile introduzione del Ritalin sul mercato italiano, insieme all’apertura di un registro che ne vincolerà la prescrizione alla predisposizione di un piano terapeutico semestrale da parte del centro di riferimento.
Grande preoccupazione era stata espressa alla fine di gennaio – in occasione del Convegno di Roma Bambini e psicofarmaci: tra incertezza scientifica e diritto alla salute – dall’Associazione “Giù le mani dai bambini“, per la quale Luca Poma aveva dichiarato: «Ci preoccupano soprattutto gli screening psichiatrici che vengono effettuati nelle scuole senza l’autorizzazione dei genitori».
Luigi Cancrini, membro della Commissione Parlamentare per l'InfanziaDal canto suo, Luigi Cancrini, membro della Commissione Parlamentare per l’Infanzia, aveva messo in guardia sulla necessità di analizzare la situazione complessiva del bambino, prima dela prescrizione di un psicofarmaco, dichiarando: «Si deve rimuovere anche il più piccolo sospetto che il disagio del piccolo paziente non derivi in realtà da cause esterne, che hanno nel bambino solo un riflesso. Ho la netta sensazione che non ci si renda pienamente conto di cosa signifchi somministrare psicofarmaci ad un bambino di cinque o dieci anni, del tipo di impatto sul suo sistema ormonale, sul suo sistema nervoso in via di sviluppo».

Queste, dunque, le premesse. Altre indicazioni le possiamo trovare nel documento reso pubblico alla fine di settembre dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune partenopeo.
«Perché il Ritalin ai bambini iperattivi?», vi si scrive tra l’altro. «I bambini affetti da ADHD sono distratti, iperattivi, hanno difficoltà di concentrazione e coordinazione; ma questi sono problemi di tipo socio-educativo che non si possono risolvere attraverso l’utilizzo di un farmaco pericoloso. Autorizzare quindi la somministrazione di un medicinale che a detta dell’FDA americana è nocivo, dandolo poi ai bambini, è una scelta che va immediatamente rivista. Il Ritalin è una scorciatoia per chi non vuole impegnarsi in un percorso più complicato e faticoso, ma di certo più rispettoso dei bambini. Esistono delle tecniche avanzate che incanalano le energie dei bambini iperattivi nel modo giusto, trattandosi di ragazzini che spesso hanno doti straordinarie e capacità superiori alla media. La Delibera della Regione è dunque sbagliata, anche perché una scelta così importante non può essere presa in fretta e senza tenere conto delle autorevoli voci scientifiche di parere contrario».

Una presa di posizione, quindi, quanto mai dura, rispetto alla quale hanno già dato la propria adesione numerosi esponenti del Comune di Napoli e anche della stessa Regione, come la vicepresidente della Commissione Consiliare sulla Sanità Antonella Camardella.
Una vicenda tutta da seguire anche nei suoi sviluppi, così come non mancheremo di fare con il nostro sito.
(S.B.)

Nel sito dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Napoli vi è uno spazio specifico dedicato alla petizione, al quale si arriva cliccando qui.
Per ulteriori informazioni:
tel. 081 7954242-4-5-0, info@politichesociali.it
assessorato.politichesociali@comune.napoli.it.
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