L’homo dis-habilis e i suoi diritti di cittadinanza

Superare definitivamente il modello della cosiddetta "società compassionevole", con le sue spettacolarizzazioni pietistiche, verso una cittadinanza piena ed effettiva delle persone con disabilità. Nasce da questa idea fondamentale un incontro del 25 ottobre a Roma, voluto dall'Osservatorio sul Razzismo e la Diversità "M.G. Favara" dell'Università Roma Tre

Immagine tratta dalla locandina dell'incontro all'Università Roma TreVoluto nel 1993 da Maria Grazia Favara, l’Osservatorio sul Razzismo e la Diversità “M.G. Favara” – che prende il nome dalla sua stessa fondatrice, scomparsa nel 1994 – è un laboratorio del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università Roma Tre, impegnato in un ampio progetto interdisciplinare di ricerca, divulgazione e didattica.
Esso ha recentemente ripreso e ampliato le proprie attività, con l’obiettivo di costruire uno spazio di confronto fra docenti, ricercatori, operatori sociali e studiosi anche indipendenti, che intendano lavorare sulle diverse forme in cui razzismi vecchi e nuovi si articolano insieme ad altre pratiche di esclusione, a partire dalla relazione tra identità, appartenenze e processi di costruzione sociale della differenza.

Tra le più recenti iniziative promosse dall’Osservatorio “Favara”, particolarmente stimolante si presenta l’incontro organizzato a Roma per giovedì 25 ottobre (Università Roma Tre, Facoltà di Scienze della Formazione, ex Sala Ignazio Ambrogio, IV piano, Via Castro Pretorio, 20, ore 15), denominato Homo Dis-Habilis. Dalla società compassionevole alla cittadinanza di diritto, con il quale ci si propone di raccogliere in un unico spazio di discussione pubblica esperienze, riflessioni e stimoli di vari studiosi e operatori, sulle tematiche della disabilità.

«In una prospettiva interdisciplinare – dichiarano gli organizzatori dell’incontro – si vuole partire da un riesame critico del concetto di “diversamente abile” e delle sue declinazioni in termini di politiche, per ripercorrere le dimensioni storico-sociali delle pratiche discriminatorie e della produzione di stereotipi. Si intende in sostanza ricollocare il dibattito nel nuovo orizzonte di responsabilità sociale legato allo sviluppo dele biotecnologie, scenario di opportunità, paure e scelte. E questo per ripensare gli stessi modelli di inclusione, progettando nuovi dispositivi sociali, sensibili ai “bisogni speciali” o meglio alle esigenze specifiche. A tale scopo occorre dunque superare definitivamente il modello della società compassionevole, con le sue spettacolarizzazioni pietistiche, per inaugurare un cammino di crescita verso una cittadinanza piena ed effettiva, attenta alle esistenze concrete e alle loro differenze, come riferimento di diritti e di una diversa qualità della vita».

Numerosi e autorevoli i relatori che il 25 ottobre discuteranno insieme sulla materia. Dal presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Pietro V. Barbieri a Francesco Pompeo e Anna Fusco di Ravello, rispettivamente coordinatore e componente dell’Osservatorio “Favara”; da Dino Angelaccio dell’Università di Siena a Stefano Onnis dell’Università di Roma La Sapienza; da Nicola Cavallone, dirigente della Terza Unità Operativa di Formazione Professionale del XIV Dipartimento del Comune di Roma a Silvia Cutrera dell’AVI (Agenzia per la Vita Indipendente) di Roma.
Saranno presenti infine anche Andrea Priori e Luca Tedesco, appartenenti anch’essi all’Università Roma Tre.
(S.B.)

Per ulteriori informazioni:
Osservatorio sul Razzismo e la Diversità “M.G. Favara”
tel. 06 49229252,
oss.razzismo@uniroma3.it.
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