Chi ha paura del cinque per mille?

È una delle domande che pone al Governo Michele Mangano, presidente di Auser-risorsAnziani, chiedendo anche quale sarà il futuro, oggi più che mai incerto, di queste erogazioni che potrebbero servire a finanziare tanti progetti e attività di grande valore sociale promosse dal volontariato

«Cosa c’è dietro la grande confusione e la continua incertezza che segna la travagliata storia del cinque per mille? È da leggere forse come una sorta di timore, di paura, alla luce del grande successo riscosso soprattutto dal volontariato?». Se lo chiede Michele Mangano, presidente nazionale di Auser-risorsAnziani, rivolgendosi direttamente alle Istituzioni.

Creazione grafica che simboleggia le erogazioni del cinque per mille«È in atto – secondo Mangano – una logorante incertezza sull’andamento del cinque per mille. Esiste o no la volontà politica di strutturarlo? A questa domanda il Governo deve dare una risposta chiara e definitiva, una volta per tutte; invece le risposte che aspettavamo da tempo tardano ad arrivare e questo è molto preoccupante e non si riesce a capire come leggere questo atteggiamento ondivago. Infatti, se la scelta di fondo del Governo è quella di potenziare le strutture pubbliche nel settore dei servizi sociali, allora ci si confronta e si avvia una discussione e un ragionamento comune. Se invece c’è dietro una scelta dettata dal risparmio di risorse, chiediamo al Governo di uscire allo scoperto e di dichiararlo apertamente».

Si tratta di un atteggiamento che a parere del presidente dell’Auser «ha il sapore della beffa», in quanto «al ritardo delle precedenti erogazioni si aggiunge ora, ed è forse l’aspetto che ci preoccupa di più, l’incertezza, la mancanza di chiarezza e di risposte alle nostre sollecitazioni su quale sarà il futuro del cinque per mille. Il tetto è stato rivisto e abbassato più volte e ancora non oggi non è chiaro se rimarrà alla quota proposta di 100 milioni di euro».

«Non bisogna dimenticare – conclude Mangano – che con le quote assegnate dai contribuenti attraverso il meccanismo del cinque per mille, si andranno a finanziare tanti progetti e attività di grande valore sociale promosse dal volontariato. Che cosa deve pensare allora il volontariato a riguardo? E cosa c’è dietro tutta questa confusione e indecisione? Rivendichiamo il diritto di saperlo e al più presto».
(G.C.)

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