«Quest’anno cade un’importante ricorrenza: i primi trent’anni della Legge 517 del 1977, vale a dire i primi trent’anni dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Una ricorrenza celebrata in molte sedi, spesso con troppa retorica. Sappiamo bene, però, che una buona qualità diffusa dell’integrazione, una qualità realmente esigibile dai cittadini e garantita in modo equo in tutto il Paese non è certo ancora raggiunta. È un traguardo a cui tendere, rigenerando continuamente le nostre prassi quotidiane, migliorando i nostri strumenti operativi e le strategie, come impareremo a fare anche in questa edizione del Convegno».
Con queste parole Andrea Canevaro e Dario Ianes – che ne sono i direttori scientifici – presentano la sesta edizione del Convegno Internazionale La Qualità dell’integrazione scolastica, organizzato dal Centro Studi Erickson di Trento e che si terrà a Rimini, dal 16 al 18 novembre, presentando il consueto ricco programma di convegni, percorsi di approfondimento e altri incontri.
Un appuntamento (a cadenza biennale) che da più di dieci anni rappresenta un momento fondamentale di incontro e confronto a livello nazionale per quanti si occupano dei vari temi legati all’integrazione: insegnanti, educatori, psicologi, pedagogisti, genitori e altri ancora.
Un tema sempre più importante e decisivo per la qualità del sistema scolastico italiano (anzi Qualità con la Q, come amano precisare gli organizzatori) e molto sentito dallo stesso mondo della scuola, come dimostra il grande successo dell’edizione svoltasi nel novembre del 2005, che ha visto la presenza di quasi cinquemila partecipanti, con più di duecento relatori provenienti dal nostro Paese e dall’estero.
Tra gli ospiti speciali di quest’anno vi saranno anche nomi come quelli dello scrittore Niccolò Ammaniti, dell’anatomo-fisiologo dell’apparato visivo Leonardo Fogassi o di studiosi provenienti dall’estero come Edward De Bono e Denis Poizat. «Perché lo sviluppo della Qualità dell’integrazione – annotano ancora Canevaro e Ianes – ha bisogno di un continuo allargamento di orizzonte, di un intrecciarsi di sguardi e di approcci diversi: quest’anno, dunque, i nostri temi “tradizionali” saranno anche attraversati e stimolati dai contributi delle neuroscienze, della letteratura sensibile alle emozioni e di chi lavora all’inclusione, al dialogo e alla mediazione tra culture e popoli diversi».
(S.B.)
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