L’utilità dei cartoni animati nell’informare con efficacia e “leggerezza” sui delicati problemi riguardanti le disabilità o le malattie che ne sono la causa è già stata ben dimostrata nel nostro paese da alcune esperienze e in particolare dalla campagna Muscoli di cartone, promossa nel 2001 dalla UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).
I cartoni animati, infatti, consentono di esprimere con grande libertà, con molte immagini e con qualche battuta concetti a volte assai difficili da trasmettere soltanto con le parole. Un tipo di comunicazione che sembra tra l’altro suscitare un grande interesse soprattutto nel mondo della scuola.
Quanto è stato realizzato recentemente in Gran Bretagna evolve ulteriormente il concetto, proponendo almeno due sostanziali novità: da una parte presentare personaggi e storie già noti al grande pubblico della televisione e “renderli disabili”; dall’altra utilizzare le voci di doppiatori non professionisti – a differenza, ad esempio, dei citati Muscoli di cartone della UILDM, ai quali avevano collaborato Claudio Bisio e Fabrizio Frizzi – tutti persone con disabilità.
Stiamo parlando delle Creature Comforts, animali di plastilina molto noti al pubblico televisivo della BBC inglese (da non molto arrivati anche negli Stati Uniti), che sono appunto diventati Creature Discomforts, grazie alla collaborazione dei loro realizzatori (la Società Aardman Animations) con la Leonard Cheshire Disability, la principale organizzazione di solidarietà inglese nell’ambito della disabilità.
E così sono nati Peg the Hedgehog (un porcospino), Slim the Stick Insect (un “insetto appiccicoso”), Flash the Sausage Dog (un bassotto), Tim the Tortoise (una tartaruga), Spud the Slug (una lumaca) e Brian the Bull Terrier (un bulldog), tutti personaggi con disabilità di cui si possono già seguire le gesta in internet, ma anche in televisione e sulla carta stampata.
Obiettivo principale di questa interessante campagna è quello di combattere la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità e, da un punto di vista culturale, di modificare la stessa percezione dei cittadini nei confronti di questa fascia di popolazione.
«Secondo una nostra ricerca – ha dichiarato Bryan Dutton, direttore generale della Leonard Cheshire Disability – in Gran Bretagna nove persone con disabilità su dieci si sentono vittime di pregiudizi o discriminazioni. Noi vogliamo dunque combattere l’ignoranza e la pigrizia mentale, cambiando l’approccio delle persone alla disabilità, in modo tale che venga finalmente dato valore e significato alle potenzialità che ciascuno può essere in grado di esprimere. E il mezzo scelto, vale a dire le Creature Comforts, personaggi tanto noti e amati per le loro capacità, può certamente aiutare a diffondere il nostro messaggio capillarmente, con semplicità, parlando di cose serie con un pizzico di umorismo».
Una battaglia prima di tutto sociale e culturale, dunque, che sicuramente otterrà i risultati voluti. Secondo Steve Harding-Hill, che ne è il direttore per conto di Aardman Animations, può trattarsi «di un importante passo in avanti verso il cambiamento dell’atteggiamento di tutti nei confronti della disabilità».
«Un’esperienza di lavoro – sottolinea Harding-Hill – che per noi è stata davvero elettrizzante. Dare infatti ai nostri personaggi animati la voce reale di persone con disabilità che raccontano le loro esperienze di vita, è una grande opportunità che informa, intrattiene ed emoziona. Per noi un’incredibile soddisfazione».
Andiamo quindi a conoscere alcuni di questi “doppiatori” speciali le cui voci saranno presto molto popolari in Gran Bretagna e altrove.
Ad interpretare Flash il Bassotto è ad esempio Alex Milhaly, 57 anni di Chesterfield, vittima venticinque anni di una lesione spinale, dopo la quale vive in carrozzina, utilizzando numerosi ausili tecnologici.
«Vorrei che tutti capissero – racconta Milhaly – che noi siamo “persone a tutto tondo” e che la nostra disabilità non ha certo spento le nostre facoltà mentali».
La voce di Slim the Stick Insect è invece quella di Irving Mellor, 66 anni, dell’Isola di Man. A causa della propria disabilità – che gli consente di camminare appoggiato ad una stampella – Mellor ha dovuto lasciare il proprio lavoro nell’industria alberghiera. «In realtà – dichiara – ci vorrebbe rispetto per qualunque persona, disabile o meno che sia».
Infine, Ian Wilding, 50 anni, gallese di Cardiff, affetto da sclerosi multipla, è Tim la Tartaruga e afferma: «Ci sono persone che a volte fanno quasi fatica a parlare con me e mia moglie. Dovrebbero “semplicemente” capire che è la carrozzina e non la malattia a causare una serie di problemi».
(Stefano Borgato e Crizia Narduzzo)