Sono attesi Venus Ilagan, già presidente mondiale del DPI (Disabled People’s International) e Giampiero Griffo, membro del Consiglio Mondiale dello stesso ente, per confrontarsi insieme a Tugalmaa Damdinsuren, coordinatrice dell’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) in Mongolia, sui valori della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Il loro intervento è previsto per il pomeriggio di sabato 8 dicembre, all’interno del ventiduesimo Convegno internazionale dell’AIFO, che si terrà dalla sera di venerdì 7 alla mattinata di domenica 9 dicembre 2007 a Roma (Hotel Pineta Palace, via San Lino Papa, 35).
L’appuntamento annuale è dedicato al tema dell'”amore politico nonviolento“, professato dallo stesso Follereau e inteso come un atteggiamento concreto, capace di «realizzare delle utopie, concrete esperienze di speranza che si realizza», un «amore che diventa e genera azione in una reazione a catena» e che «presuppone un modo di esistere nonviolento, cui si accede solo attraverso un percorso di guarigione dal contagio della violenza».
Secondo l’AIFO, destinatari primi dell’amore politico sono «gli ultimi, gli esclusi, i poveri» che, al contempo, rappresentano «ciò che non può essere tollerato», ma racchiudono anche «un fattore profetico».
Tra gli ultimi, gli esclusi cui destinare il proprio intervento, l’AIFO individua anche le persone con disabilità e, rispetto a queste ultime, durante il convegno non si discuterà solo della Convenzione ONU, ma anche sul diritto alla salute e sulla qualità della cura in Italia e nell’ambito della cooperazione internazionale.
Tra i relatori, su questi ultimi punti, sono stati invitati il sottosegretario alla Salute Antonio Gaglione, la coordinatrice dell’Unità Disabilità e Riabilitazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Alana Officer e Victor Makwenge, ministro della Salute della Repubblica del Congo.
Nella tre giorni si parlerà anche di cittadinanza e fragilità di bambini, donne e gruppi vulnerabili. L’amore politico verrà indagato dal punto di vista dell’impegno dei giovani, della cooperazione internazionale e, infine, del suo valore come profezia. A questo proposito verranno esposti i pensieri di Raoul Follereau – di cui si celebra in questo 2007 il trentesimo anniversario dalla morte – e di padre Damiano de Veuster.
(B.P.)
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