Dopo le ratifiche nei giorni scorsi del Nicaragua (7 dicembre), di El Salvador (14 dicembre) e del Messico (17 dicembre), che portano a quattordici il numero dei Paesi che hanno già proceduto a questo passo, ne mancano ora solo sei per far entrare ufficialmente in vigore la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Com’è noto, infatti, per arrivare a questo serve la ratifica di almeno venti Paesi.
È quanto emerso all’Assemblea delle Nazioni Unite, nella giornata del 19 dicembre, che ha riguardato da vicino le persone con disabilità anche per altri importanti motivi.
L’Assemblea stessa, infatti, ha deciso all’unanimità di modificare il nome della Giornata Internazionale delle Persone Disabili, prevista il 3 dicembre di ogni anno, in Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. Un cambiamento apparentemente minimo, ma in realtà sostanziale, perché marcia perfettamente al passo con le più aggiornate tendenze – lessicali e non – frutto di numerosi dibattiti in svariate sedi.
Sempre all’unanimità, poi, i 192 Stati Membri dell’Assemblea hanno adottato una risoluzione sull’Implementazione del Programma di Azione Mondiale concernente le persone con disabilità: per realizzare nei loro confronti gli Obiettivi del Millennio (“Implementation of the World Programme of Action concerning Disabled Persons: realizing the Millennium Developmente Goals for persons vith disabilities”), richiamando anche le varie agenzie e strutture delle Nazioni Unite impegnate nello sviluppo, nell’assistenza umanitaria e nella tutela del’ambiente a garantire che anche la disabilità faccia parte a pieno titolo del loro lavoro. In altre parole di attuare quella che viene definita la cosiddetta “politica di mainstreaming” della disabilità.
Da ricordare infine l’utilità del manuale presentato qualche tempo fa a Ginevra dall’Unione Interparlamentare (IPU), dall’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU (OHCHR) e dal Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle stesse Nazioni Unite (UNDESA) – di cui il nostro sito si è già occupato – il quale può consentire ai parlamentari di ben 147 Paesi di acquisire una maggiore familiarità con la Convenzione, fornendo loro gli strumenti per facilitarne la ratifica e la successiva implementazione.
A questo proposito, abbiamo già aggiornato i lettori sui progressi che anche in Italia sta avendo il processo di ratifica. Dopo l’importante e positivo ruolo giocato nei giorni scorsi dal nostro Paese in riferimento alla moratoria sulla pena di morte, attendiamo con fiducia che uno di quei sei Stati che ancora mancano per far diventare legge la Convenzione, possa essere proprio l’Italia. Magari nei prossimi giorni…
(S.B.)
Si ringrazia per la preziosa collaborazione Edoardo Bellando del Dipartimento Informativo delle Nazioni Unite.
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