L’amministratore di sostegno va diffuso in tutta Italia

Nato con la Legge 6 del 2004, per difendere gli interessi di chi si trova nell'incapacità, anche parziale o temporanea, di provvedere a se stessi e ai propri beni, senza però annullarne i diritti e la dignità, l'istituto dell'amministratore di sostegno è ancora poco diffuso, soprattutto nel Sud del nostro Paese. Farlo conoscere e spiegarne le grandi potenzialità è stato l'obiettivo del ciclo di incontri organizzato ad Andria (Bari), con il determinante contributo della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap)

Persona in piedi spinge un'altra persona in carrozzinaCom’è ormai ben noto ai lettori di Superando.it, istituendo la figura dell’amministratore di sostegno, la Legge 6/2004 – fortemente voluta dalle associazioni di persone con disabilità e dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – ha voluto difendere gli interessi delle persone che si trovano nell’incapacità, anche parziale o temporanea, di provvedere a se stessi e ai propri beni, senza però annullarne i diritti e la dignità, come avviene con gli oramai “arcaici” istituti dell’interdizione o dell’inabilitazione.
Tale figura innovativa è per altro ancora poco valorizzata dagli stessi tribunali, soprattutto nel Sud dell’Italia. Basti pensare ad esempio alla situazione della Puglia, dove a quasi quattro anni dall’entrata in vigore della norma, solo in pochi casi i tribunali della regione si sono avvalsi dell’amministratore di sostegno, anche perché spesso l’istituzione non è conosciuta né dalle famiglie né dagli stessi avvocati, oltre che avversata talora dalle varie Procure che preferiscono ricorrere ancora all’interdizione o all’inabilitazione.
Altrove, invece, la situazione è diversa. Il Tribunale di Milano, ad esempio, dal 2004 ha già nominato quasi 4.000 amministratori di sostegno, mentre i casi di interdizione, che prima della Legge 6/2004 superavano il migliaio ogni anno, sono stati ridotti a meno di cento. 

Alla luce quindi di questa disparità di applicazione e nel tentativo di far conoscere sempre di più alle persone con disabilità e alle loro famiglie un istituto che rappresenta l’affermazione di una nuova cultura di promozione e titolarità dei diritti, le associazioni pugliesi Camminare Insieme e Gruppo CON di Andria (Bari), in collaborazione con la FISH Nazionale e Regionale, la Cooperativa Sociale Trifoglio, l’Associazione Avvocati Andriesi e con il patrocinio del Centro Servizi al Volontariato della Provincia di Bari, hanno organizzato un percorso formativo e informativo rivolto non soltanto alle persone con disabilità e ai loro familiari, ma anche ad avvocati, magistrati e a coloro che potrebbero svolgere l’incarico di amministratore di sostegno per chiunque potrebbe averne bisogno – magari momentaneamente o in modo limitato – disabili, certo, ma anche anziani, alcoldipendenti, persone con disagio psichico e così via.

Durante quattro intensi incontri, dal 22 novembre all’11 dicembre, si sono perciò discussi e approfonditi gli aspetti meno conosciuti e più controversi dell’amministrazione di sostegno, avvalendosi di relatori quali Patrizia Ingravallo, giudice tutelare del Tribunale di Trani/Andria; Vincenzo Lullo, giudice tutelare del Tribunale di Altamura; Michele Coratella, presidente dell’Associazione Avvocati Andriesi; Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della FISH; Mario Ardito, formatore e presidente  del Mo.V.I. Puglia (Movimento Volontariato Italiano); Francesco Montingelli, consulente volontario dell’Associazione Camminare Insieme; Vincenzo Falabella, presidente della FISH Puglia, costituita recentemente, ma già attiva sul territorio con varie iniziative (se ne legga sul nostro sito cliccando qui).

In chiusura del ciclo di incontri, Salvatore Nocera ha voluto ribadire che «la normativa sull’amministratore di sostegno non è destinata solo alle persone con disabilità, ma anche ad anziani con patologie invalidanti e a persone con dipendenze o con disagi psichici. Essa non deve solo assistere, ma affiancare la persona “fragile”, per aiutarla ad avere una migliore qualità di vita. Una figura, quindi, che non dev’essere considerata come un tutore o un curatore, ma deve rappresentare qualcosa di più flessibile, in grado di lavorare su un progetto personalizzato modificabile nel tempo».
Dal canto suo, Vincenzo Falabella ha annotato come «da Andria, dal volontariato locale e dal Mo.V.I. pugliese, che in questi anni hanno speso tante energie  per l’avvio della FISH in Puglia, sia partito un messaggio di augurio e di speranza per una nuova stagione di difesa dei diritti e di promozione di pari opportunità per tutte le persone con disabilità pugliesi e per le loro famiglie».
(S.B.)

I cittadini o le associazioni provinciali, comunali e locali che intendano interagire e far radicare e crescere la FISH nella Regione Puglia possono telefonare allo 080 5093389 (ore 9-11) o inviare un fax allo 080 5619181.
E-mail: fishpuglia@fishonlus.it.
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