Con il termine domotica intendiamo indicare tutte le soluzioni impiantistiche che utilizzano dispositivi di tipo elettronico/informatico all’interno della casa.
Diciamo anche subito che non esiste una “domotica per disabili e anziani”, in senso generico, ma che è indispensabile considerare i reali bisogni della persona, per raggiungere un impiego utile della tecnologia.
Interventi domotici
La domotica non è un oggetto in sé definito (come un computer o un telefonino): è un’integrazione di impianti, una soluzione tecnologica da configurare e programmare secondo le esigenze della persona.
Per maggiore chiarezza si può ragionare su una gradualità di possibili interventi domotici:
Dispositivi indipendenti
Sono dispositivi, anche a basso costo, che possono essere installati “da soli” per ottenere funzioni semplici, ma a volte molto utili. Tra questi, ad esempio, il rilevatore di gas abbinato all’elettrovalvola, il centralino citotelefonico che unifica telefono e citofono, le prese con telecomando infrarossi, la chiamata di allarme in radiofrequenza (telesoccorso), la motorizzazione di un cancello.
Soluzioni semplici, ma efficaci: basti pensare alla possibilità di rispondere al citofono, utilizzando il telefono sul comodino, senza doversi alzare dal letto.
Domotica semplice
Installare molti dispositivi indipendenti non è sensato: infatti, all’aumento di questi, la gestione della casa si complica. La domotica semplice non prevede il rifacimento di tutti gli impianti della casa, ma l’installazione di un numero limitato di dispositivi integrati tra di loro.
Ovviamente questa non è la soluzione tecnologica migliore, ma in molti casi può essere quella più fattibile, in grado di portare all’utente le funzioni essenziali della domotica, ad un costo contenuto, senza prevedere interventi gravosi sulla casa.
Sistemi domotici
Si tratta del livello più alto di domotica in cui un sistema integrato gestisce tutti gli impianti della casa, attraverso una rete che potremmo assimilare ad una rete dati di tipo informatico. A questo livello la tecnologia può esprimere al massimo le sue potenzialità. Solitamente, però, è possibile arrivare a questo grado di integrazione solo in caso di nuova costruzione o di una completa ristrutturazione della casa.
Gli impieghi della domotica
In linea di massima possiamo individuare due differenti impieghi della domotica: la domotica per l’autonomia e quella per la sicurezza.
La prima è visibile all’interno dell’ambiente in cui all’utente è richiesta un’interazione diretta con i dispositivi. Essa prevede automazioni di diverso tipo che, integrate da un sistema di gestione unitario, permettono anche a chi ha difficoltà (soprattutto motorie) di avere un controllo autonomo della casa, per poterci vivere al meglio.
La domotica per la sicurezza, invece, non è realizzata per interagire direttamente con l’utente ed è pensata soprattutto per l’anziano (che non sempre ha familiarità con la tecnologia) o per la persona con disabilità mentali/cognitive (che può non essere in grado di capire e gestire un sistema domotico). Essa è basata su dispositivi “nascosti” all’interno della casa e il suo obiettivo è quello di garantire condizioni di benessere e sicurezza.
In alcuni casi può essere necessario puntare sulle automazioni (porte, finestre, tapparelle), in altri sui dispositivi di sicurezza (acqua, gas, incendio, controllo dei varchi, sorveglianza della persona).
Per altre persone può diventare prioritario, invece, l’accesso alla comunicazione (telefono, citofono, videocitofono, ascolto ambientale ecc.) o il controllo delle apparecchiature presenti nella casa (dagli elettrodomestici ai dispositivi audiovideo).
È essenziale, quindi, utilizzare la tecnologia in relazione alle effettive necessità della persona. Se questo è valido in genere per tutti, a maggior ragione è importante in relazione alle persone con disabilità.
Una tecnologia flessibile
Oggi la domotica è molto costosa, soprattutto per quanto concerne i sistemi domotici, a causa dell’innovazione tecnologica e della scarsa diffusione di questi prodotti. I dispositivi indipendenti e la domotica semplice hanno invece costi relativamente più accessibili. E tuttavia una corretta valutazione costi/benefici non può basarsi solo sul costo della tecnologia. Se ad esempio l’automazione del portoncino d’ingresso può rappresentare per alcuni solo una comodità, per persone con disabilità motoria grave può essere l’unica soluzione che permette di uscire/entrare di casa da soli, diventando quindi un importante fattore di autonomia.
Un’altra caratteristica della domotica è la flessibilità delle interfacce. La persona può scegliere infatti il tipo di interfaccia più adatta alle sue “abilità”: dal semplice telecomando, al telecomando a scansione (azionato da sensori di grosse dimensioni), per arrivare ai dispositivi a riconoscimento vocale.
La tecnologia più utilizzata è quella della trasmissione ad infrarossi (IR) – come il telecomando del televisore – che può trasmettere comandi solo all’interno di ogni singolo locale. Queste interfacce possono essere affiancate da sistemi a comando vocale e da software di supervisione – attraverso un normale computer – che permettono anche di personalizzare la programmazione della domotica.
Al di là comunque delle continue innovazioni tecnologiche, diventa prioritario porre maggiore attenzione sulle funzioni della domotica per individuare quei “servizi” che essa può offrire per migliorare realmente la qualità della vita delle persone. Si tratta infatti di una “tecnologia flessibile”, per cui è necessario individuarne la giusta applicazione in relazione alle diverse esigenze dell’utente.
*Studio HBgroup di Milano – Progetto e Ricerca per la Disabilità e l’Utenza Ampliata. Il presente testo è già apparso nel n. 164 (dicembre 2007) di «DM», periodico nazionale della UILDM (Unione Italiano Lotta alla Distrofia Muscolare). Lo riprendiamo qui per gentile concessione di tale testata.
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