Ancora quattro Stati e la Convenzione sarà in vigore!

Anche il Perù ha infatti ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, per la cui entrata in vigore sono necessari almeno venti Stati. Una "volata" alla quale purtroppo non sembra poter partecipare l'Italia, alla luce dei più recenti sviluppi politici

È il Perù ad essere dato anche dall’ONU come il «quindicesimo Paese ad avere ratificato la Convenzione» il 30 gennaio, ma in realtà è il sedicesimo, in quanto nei giorni scorsi anche la Repubblica di San Marino – come già sanno i nostri lettori (si legga a tal proposito il testo È San Marino il quindicesimo Paese a ratificare la Convenzione!, disponibile cliccando qui) – ha ufficializzato questo passo.

Il Perù è l'ultimo Stato ad avere finora ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con DisabilitàStiamo parlando naturalmente della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che come noto per entrare in vigore ha bisogno della ratifica di almeno 20 Paesi. Finora lo hanno fatto in 16 ed esattamente (in ordine cronologico) Giamaica, Ungheria, Panama, Croazia, Cuba, Gabon, India, Bangladesh, Sudafrica, Spagna, Namibia, Nicaragua, El Salvador, Messico, Perù e appunto San Marino.
Un traguardo, quindi, quanto mai vicino che invece dovrebbe essere già stato tagliato per quanto riguarda il Protocollo Opzionale della Convenzione, non appena cioè la ratifica di San Marino verrà ufficializzata. In questo caso, infatti, le ratifiche sufficienti sono 10 e oltre a quella del piccolo Stato presente sul nostro territorio ci sono già state quelle di Ungheria, Panama, Croazia, Sudafrica, Spagna, Namibia, Messico, El Salvador e Perù.

Una volata della quale, purtroppo, l’Italia temiamo non farà più parte, a causa della situazione conseguente alla caduta del Governo Prodi.
Infatti, dopo l’ottimismo di inizio anno, successivo all’approvazione del Disegno di Legge di Ratifica ed esecuzione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 30 marzo 2007, avvenuta il 28 dicembre scorso, la situazione attuale, in vista dello scioglimento delle Camere e delle successive elezioni anticipate, è quanto mai incerta e non lascia intendere quali potranno essere gli sviluppi.
(S.B.)

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