Inizieranno a febbraio in Australia le riprese di Will, un film che parlerà di due ragazze che decidono di formare assieme un gruppo musicale, pur essendo i loro caratteri praticamente opposti: una popolare ed estrosa, l’altra molto timida.
Nella parte di quest’ultima vi sarà Vanessa Hudgens (nota interprete, tra l’altro, del film di Disney Channel High School Musical), nel ruolo appunto di Sam, quindicenne timida e balbuziente che cominciando a parlare più lentamente riesce finalmente a non balbettare.
«Interessante? Staremo a vedere!», ha commentato Enzo Galazzo presidente dell’Associazione Vivere Senza Balbuzie, che da anni si occupa di balbuzie e rieducazione. «Certo, l’aver capito che rallentando nel parlare si riesce a non balbettare è un ottimo inizio, la velocità infatti non fa bene a chi balbetta».
Ma allora perché chi balbetta non vuole rallentare? «Semplice – continua Galazzo – perché la sua unica volontà è finire, arrivare alla fine il più presto possibile, tanto più se il discorso è fatto in pubblico. Tutti i balbuzienti hanno momenti di fluenza per cui giocano molto su quelli, nel tentativo disperato di “tirare giù” più parole possibili in quegli “attimi magici”. Il rallentamento permette un maggior ordine e una migliore coordinazione pensiero-parola. Ma è solo una tappa transitoria. La rieducazione, infatti, dopo una prima fase di “approccio” al nuovo modo di parlare (perché il modo di parlare precedente ti faceva balbettare…), deve necessariamente passare per una parlata molto lenta che via via scorre sempre più, diventando più fluente. La rieducazione completa, dunque, non può fondarsi solamente sul rallentamento. Il rallentamento si rivela invece utile spesso per la lettura, che ha il vantaggio di avere le pause già in evidenza con la punteggiatura». (S.B.)
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