Probabilmente l’umanità prima o poi sconfiggerà la cecità, la sordità o la debolezza mentale. Ma le sconfiggerà molto prima sul piano pedagogico che sul piano biologico. È possibile che non sia lontano il giorno in cui la pedagogia si vergognerà del concetto stesso di “bambino deficitario”, come definizione di un’insufficienza insuperabile della natura… Da noi dipende che il bambino sordo, cieco e mentalmente debole non siano deficitari. Allora sparirà questo concetto, segno sicuro del nostro deficit.
(Lev Semenovic Vygotskij, Fondamenti, Roma, Bulzoni, 1986, p. 72).
L’integrazione scolastica degli alunni disabili è uno dei temi più cari a chi si occupa di handicap. La scuola, infatti, non è semplicemente il luogo in cui acquisire e immagazzinare nozioni, è anche il luogo in cui il bambino/ragazzo può sondare spazi di autonomia dalla famiglia, imparare a relazionarsi con i suoi coetanei, scoprire le proprie capacità e misurarsi con esse, forgiare la propria identità, intraprendere quel percorso di crescita che lo porterà all’età adulta.
Così dovrebbe essere per tutti gli alunni, anche per quelli disabili ed è questa la sfida etica a cui è chiamato chi opera nella scuola e in particolar modo chi svolge una funzione educativa. Una sfida che può essere affrontata con successo solo a condizione che gli operatori delle scuole operino ispirandosi a politiche inclusive, che siano adeguatamente formati, che si aggiornino e che possano soddisfare i propri bisogni informativi.
Partendo da queste considerazioni, il Centro Informare un’H di Peccioli (Pisa) ha deciso di svolgere un’indagine conoscitiva volta a rilevare i bisogni informativi degli insegnanti in materia di disabilità. A tale scopo è stato predisposto e distribuito agli insegnanti stessi un questionario semistrutturato, lasciando loro la possibilità di scegliere se compilarlo in forma anonima o meno.
L’indagine ha coinvolto tutti gli Istituti Comprensivi della Provincia di Pisa e la rilevazione è stata svolta nel periodo settembre-ottobre 2007. Riportiamo qui di seguito i dati rilevati, corredati da alcune considerazioni.
I livelli di risposta
Come gà detto, il questionario è stato inviato a tutti e 33 gli Istituti Comprensivi della Provincia di Pisa. Esso era accompagnato da una lettera di presentazione nella quale erano esplicitati i termini e gli scopi dell’iniziativa e si chiedeva la collaborazione dei dirigenti scolastici. Alcuni solleciti a campione sono stati fatti nei giorni prima della scadenza del termine utile a collaborare all’indagine in atto.
Sono stati dunque 75 i questionari compilati e restituiti al Centro di Peccioli, un numero abbastanza esiguo, se si considera che ogni Istituto Comprensivo si compone di diverse scuole e ogni scuola di diverse classi.
In tal senso crediamo che questi livelli di risposta possano essere analizzati a partire da alcune ipotesi: che i dirigenti scolastici abbiano distribuito i questionari solo agli insegnanti delle classi in cui fossero effettivamente presenti alunni con disabilità; oppure che i questionari siano stati effettivamente distribuiti in modo capillare a tutti gli insegnanti, ma che abbiano risposto solo (o principalmente) quelli direttamente impegnati nell’inserimento di alunni con disabilità; o infine che nella pluralità di iniziative che ogni anno vengono proposte alle scuole, questa, in alcuni casi, possa essere passata inosservata.
Presenza di alunni con disabilità
Nella parte introduttiva del questionario gli insegnanti sono stati invitati a segnalare la presenza o meno di alunni con disabilità nelle proprie classi.
La specificazione di questo dato non era obbligatoria e tuttavia 57 unità (il 76% del totale) hanno risposto in modo affermativo, mentre solo in due casi la risposta è stata esplicitamente negativa. I rimanenti (16) non hanno risposto.
Il dato è abbastanza significativo e sembra confermare che l’aggiornamento in tema di inclusione degli alunni con disabilità non sia generalmente considerato un’esigenza dell’insegnante in quanto tale, ma venga piuttosto percepito come un compito dell’insegnante direttamente coinvolto in tali questioni.
Esigenze informative di tipo didattico-pedagogico
Sul versante didattico-pedagogico sono state rilevate le indicazioni elencate di seguito. Accanto all’indicazione riportiamo la frequenza espressa in valore assoluto. Il numero tra parentesi indica invece il valore percentuale calcolato sull’ampiezza del campione (75 unità). Le indicazioni sono state ordinate per frequenza decrescente:
– Problematiche relazionali e comportamentali: 57 (76%)
– Disturbi dell’apprendimento: 55 (73,3%)
– Aspetti pedagogici legati alla disabilità intellettiva: 47 (62,6%)
– Aggiornamento sulla legislazione
in materia di integrazione degli alunni disabili: 41 (54,6%)
– Aspetti pedagogici legati ai disturbi del linguaggio: 39 (52%)
– Problematiche legate ai criteri
di valutazione/misurazione dell’apprendimento: 39 (52%)
– Aspetti pedagogici legati alla disabilità plurima: 38 (50,6%)
– Aspetti pedagogici legati alla disabilità sensoriale: 32 (42,6%)
– Problematiche legate alla definizione
del Piano Educativo Individualizzato (PEI): 32 (42,6%)
– Aspetti pedagogici legati alla disabilità motoria: 27 (36%)
Oltre alle indicazioni di massima sopra riportate, alcuni insegnanti hanno fornito ulteriori specificazioni. Ecco una sintesi dei temi proposti: disturbi e deficit dell’attenzione, iperattività, dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia, insegnamento della matematica e dell’italiano ad alunni con problemi di apprendimento, insegnamento di discipline linguistiche, deficit di comprensione verbale, acquisizione di competenze in materia di logopedia, formazione sulla psicomotricità, richiesta di materiali didattici specifici per alunni interessati da sordità, assistenza e aggiornamento sulla compilazione del Piano Educativo Individualizzato, predisposizione di griglie utili alla valutazione dell’apprendimento.
Tra le patologie specificamente indicate troviamo: autismo, sindrome di Down, sindrome X-fragile, ritardo mentale grave, tetraparesi spastica, distrofia muscolare, sordità e spina bifida.
Esigenze informative di tipo psicologico-relazionale
Riportiamo qui di seguito le esigenze informative inerenti gli aspetti psicologici e relazionali. I dati sono espressi con i medesimi criteri specificati precedentemente:
– Gestione del rapporto alunno disabile/gruppo classe: 49 (65,3%)
– Gestione del rapporto insegnante/alunno disabile: 42 (56%)
– Gestione del rapporto insegnante/genitore dell’alunno disabile: 37 (49,3%)
– Gestione del rapporto insegnante/operatori Azienda USL: 36 (48%)
– Gestione del raporto insegnante di sostegno/
altri insegnanti/amministrazione scolastica: 34 (45,3%)
– Gestione dei sentimenti suscitati nell’insegnante
dal confronto quotidiano con la disabilità: 29 (38,6%)
Anche in relazione agli aspetti psicologici e relazionali sono espresse ulteriori specificazioni: il miglioramento dei rapporti tra operatori di strutture diverse (i cui contatti si limitano spesso agli incontri GLIC/GLIS, ovvero tra il Gruppo di Lavoro sul Caso e il Gruppo di Lavoro d’Istituto); l’esigenza che gli insegnanti curricolari nella programmazione didattica considerino sempre anche le esigenze specifiche dell’alunno disabile; l’esigenza di conoscere maggiori strategie per affrontare le difficoltà e le frustrazoni che dal confronto quotidiano con il disabile possono scaturire; l’esigenza di superare la logica per cui l’intervento è delegato ecslusivamente all’insegnante di sostegno; una migliore organizzazione delle attività (ad esempio: programmare le terapie in orari extrascolastici).
Considerazioni conclusive
Come si può notare, gli aspetti posti in evidenza sono molteplici e il Centro Informare un’H ne terrà conto nella programmazione delle proprie attività.
Colpisce soprattutto che le esigenze informative che hanno suscitato maggiore interesse riguardino le “problematiche relazionali e comportamentali” e i “disturbi dell’apprendimento”: infatti le prime non interessano in modo esclusivo l’alunno con disabilità, mentre i secondi, se considerati in modo specifico (dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia), non riguardano affatto situazioni di disabilità. I cosiddetti “bulli”, ad esempio, soffrono sicuramente di “problematiche relazionali e comportamentali”, ma di solito non posseggono una certificazione di handicap; è dunque sicuramente improprio considerare disabile l’alunno interessato da dislessia, eppure non vi sono dubbi nel collocare questo problema tra i “disturbi dell’apprendimento”.
Colpisce inoltre quel 65,3% di insegnanti che chiedono strumenti in più per gestire i rapporti tra alunno disabile e gruppo di classe: un dato, questo, che mette in luce quanto ancora la disabilità abbia bisogno di essere socializzata.
Va osservato infine che allo stato attuale il Centro Informare un’H è già in grado di rispondere a buona parte delle esigenze informative rilevate da tale indagine, in particolare attraverso tre servizi:
– un servizio di consulenza professionale in tema di didattica e disabilità, effettuato grazie alla collaborazione volontaria e gratuita di due professioniste: Piera Becherini, logopedista, già responsabile del Laboratorio Ausili e animatrice di formazione presso l’ASL 5 di Pisa, Zona Valdera e Marta Sousa, psicologa dell’età evolutiva esperta in disturbi dell’apprendimento – in particolare nelle difficoltà dell’apprendimento in matematica – e problematiche dello spettro autistico;
– un servizio di documentazione. Infatti, presso la sede del Centro è possibile consultare riviste come «Autismo e disturbi dello sviluppo», «Difficoltà di apprendimento» (con supplementi quali «Difficoltà in matematica» e «Disturbi di attenzione e iperattività»), «L’educazione dei Sordi», «Handicap Grave», «Handicap & Scuola», «L’integrazione scolastica e sociale», «Logopedia e comunicazione», giusto per citare quelle più pertinenti alle esigenze riscontrate, o prendere in prestito manuali e testi inerenti la redazione del Piano Educativo Individualizzato, la didattica e/o le singole patologie ecc.;
– un servizio di acquisizione documentaria su richiesta, ossia la disponibilità ad acquisire e a dare in prestito gratuito documenti dietro segnalazione degli stessi insegnanti.
*Con la collaborazione di Piera Becherini (logopedista) e Marta Sousa (psicologa). Testo già apparso nel sito di Informare un’H – Centro “Gabriele Giuntinelli” di Peccioli (Pisa) e qui riprodotto per gentile concessione dello stesso.
Informare un’H – Centro “Gabriele Giuntinelli”
tel. 0587 672444, info.h@valdera.org.
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