Lo scorso anno, esattamente il 1° febbraio, venne promossa la Prima Giornata Nazionale per il Sostegno alle Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi, con una delegazione di queste ultime che fu ricevuta alla Camera dei Deputati da alcuni ministri del Governo Prodi (Rosy Bindi, Cesare Damiano, Paolo Ferrero e Barbara Pollastrini).
La battaglia principale era quella per il prepensionamento dei familiari di disabili gravi e gravissimi – come riferimmo con il testo Il prepensionamento è una battaglia di civiltà (disponibile cliccando qui) – che sembrava aver compiuto un passo importante successivamente al Progetto di Legge presentato alla Camera l’8 novembre 2006 dalla deputata Katia Bellillo e firmato da altri settantadue parlamentari, recante appunto Norme per il prepensionamento di lavoratori e lavoratrici con a carico familiari gravemente disabili.
E anche al Senato vi era stato un analogo riferimento con il Disegno di Legge che aveva visto il senatore Giuseppe Di Lello come primo firmatario (Equiparazione del lavoro di cura nei confronti dei disabili gravi e gravissimi ai lavori usuranti).
Purtroppo, come dichiara Simona Bellini, rappresentante del Comitato Promotore per il Prepensionamento dei Genitori di Disabili Gravi, «sono tredici anni che lottiamo, ma i risultati che abbiamo ottenuto sono davvero pochini. La verità è che la disabilità grave e gravissima “non se la fila” nessuno!».
Parole dure che i fatti di quest’ultimo anno sembrano però rendere quanto mai reali. Infatti, le suddette proposte di legge si sono non solo arenate in Parlamento, ma addirittura il loro testo ha conosciuto, secondo il Comitato Promotore, «varie manipolazioni in senso restrittivo che ne hanno snaturato i contenuti da noi proposti».
Qualche mese fa, tra l’altro, le famiglie avevano inviato anche una lettera aperta ai parlamentari e ai giornalisti (da noi ripresa con il titolo Quali pari opportunità per queste famiglie?, a firma di Marina Cometto, disponibile cliccando qui), per denunciare il disinteresse della stampa rispetto a questi problemi e invitandoli a recarsi nelle case di queste famiglie, ma ad essa, come ricorda con amarezza Simona Bellini, «hanno risposto 2 parlamentari su 943…».
«Dopo le mille dichiarazioni di intenti – continua Bellini – siamo stufi e soprattutto stiamo per esplodere! Il governo che seguirà dovrà occuparsi di noi che aspettiamo da tanti anni. Qualcuno prima o poi dovrà darci ascolto. Ricordo, nel 1999, che l’allora ministro della Solidarietà Sociale Livia Turco affermava: “Chi si fa carico per tutta la vita di una persona che chiede cure ventiquattr’ore su ventiquattro e che deve per forza lavorare, deve vedere riconosciuto in qualche modo questo alto, straordinario lavoro che fa. Credo che sia una questione non più rinviabile”. Ebbene, cosa è stato fatto da allora? Nulla!».
In corrispondenza, dunque, con la Seconda Giornata Nazionale di Sostegno alle Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi, dopo aver deciso polemicamente di anticipare a giovedì 31 gennaio la propria iniziativa pubblica, dichiarando «che il venerdì i parlamentari sono già tutti a casa», il Comitato per il Prepensionamento, rappresentato da alcuni suoi esponenti – figli compresi – ha deciso di sfilare per le vie di Roma, “indossando” alcuni sacchi da immondizia, all’insegna del motto: «Le famiglie con disabili gravi non sono una discarica sociale, ma un’emergenza che non può aspettare».
Successivamente la delegazione ha chiesto di essere ricevuta in Parlamento. (S.B.)
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