Le cause strategiche contro la discriminazione

Le persone a rischio di discriminazione fondata sulla razza, sul colore della pelle, sull'origine nazionale o etnica, sulle convinzioni e le pratiche religiose e naturalmente anche le persone con disabilità: saranno i protagonisti della conferenza di Bologna del 20 febbraio, evento conclusivo di un progetto che intende gettare le basi per rafforzare il movimento antidiscriminazione e le vittime nella tutela dei loro diritti

Persona in carrozzina che non può passare sul marciapiede a causa di un'autoSi terrà mercoledì 20 febbraio a Bologna (Regione Emilia Romagna, Sala 5, Viale Silvani, 6, ore 10.30-18) l’evento conclusivo del progetto Cause strategiche contro la discriminazione, cofinanziato dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) del Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio e promosso dal COSPE (Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti), in collaborazione con l’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), il CESTIM (Centro Studi Immigrazione), l’ENAR Italia (European Network Against Racism) e il Servizio Politiche per l’Accoglienza e l’Integrazione Sociale dei Cittadini Stranieri della Regione Emilia Romagna.

Ma che cosa si intende esattamente per cause strategiche? Si tratta di quelle cause legali che le organizzazioni di tutela contro le discriminazioni, ma anche avvocati o singoli cittadini decidono di intraprendere allo scopo di indurre un cambiamento sociale, legislativo e giurisprudenziale che contribuisca allo sviluppo della tutela dei diritti umani.
In Europa il ricorso alle cause strategiche sta diventando senz’altro uno dei metodi più diffusi per combattere le discriminazioni sulla base della razza e dell’origine etnica, mentre in Italia il tema è stato sinora poco trattato e ancor meno praticato. E del resto per decidere se intentare una causa strategica è necessario valutare molti elementi ed è per questo che esperti e “vittime” si sono confrontati per oltre un anno sul tema, consentendo di riunire le loro riflessioni in un opuscolo che verrà ripreso nella conferenza di Bologna.

«L’incontro del 20 febbraio – spiegano dunque i promotori del COSPE – sarà il luogo dove associazioni di tutela contro le discriminazioni in ogni campo, istituzioni pubbliche di tutela, persone a rischio di discriminazione fondata sulla razza, sul colore della pelle, sull’ascendenza, sull’origine nazionale ed etnica, sulle convinzioni e le pratiche religiose, insieme ad avvocati e magistrati, potranno dibattere sulla praticabilità delle cause legali strategiche in Italia. Scopo principale quello di gettare le basi per una collaborazione strutturata che rafforzi il movimento antidiscriminazione e le vittime nella tutela dei propri diritti».

In tale ambito, naturalmente, non potrà certo mancare lo spazio riservato alla disabilità, pensando solamente all’approccio adottato dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, basato principalmente proprio sulla discriminazione e i diritti umani.
A rappresentare quindi tali istanze, a pieno titolo, esporrà a Bologna una propria relazione Luisella Bosisio Fazzi, presidente nazionale del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità).
(S.B.)

La conferenza di Bologna è aperta al pubblico.
Per il programma completo e per ulteriori informazioni:
Segreteria organizzativa COSPE, tel. 051 546600, cospe@cospe-bo.it.
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