Il volontariato moderno è nato dal basso, dall’iniziativa dei cittadini che si organizzavano per rispondere ad un bisogno. La comunicazione, dunque, poteva sembrare “un lusso” che il volontariato stesso non poteva permettersi, per scelta etica prima ancora che per necessità economica. Ma che volontariato è il volontariato che non comunica?
Da questa domanda fondamentale parte Paola Springhetti – giornalista che già ha diretto la «Rivista del Volontariato» della FIVOL (Fondazione Italiana per il Volontariato, oggi FEO-FIVOL) – nel suo recente saggio intitolato Solidarietà indifesa. L’informazione nel sociale (EMI Edizioni), per dar via via corpo all’assunto che in un mondo profondamente evoluto, anche il volontariato deve fare la propria parte dal punto di vista della comunicazione.
«Il rapporto tra volontariato e media – scrive Springhetti – da qualche anno è meno faticoso. Oltre alla maggiore disponibilità di spazi, ci sono stati altri cambiamenti che possono rendere costruttivo questo rapporto». E in questo libro il cammino percorso e la situazione attuale vengono presentati con ricchezza di approfondimenti e di contributi, che consentono di pensare ad un binomio volontariato-comunicazione ricco di orizzonti nuovi per tutti.
L’opera – che si avvale anche di un contributo introduttivo di Stefano Trasatti, direttore dell’agenzia «Redattore Sociale» – verrà presentata giovedì 17 aprile a Roma (Libreria AVE, Via della Conciliazione, 12, ore 18), con la partecipazione dell’autrice e di Giovanni Anversa, autore e conduttore della trasmissione televisiva di Raitre Racconti di Vita, di Giancarlo Zizola, docente di Etica della Comunicazione all’Università di Padova e di Vania De Luca, giornalista di Rai News 24. (S.B.)
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