Una nuova opportunità per essere protagonisti

di Alfio Desogus*
«Abbiamo costruito l'opportunità a lungo perseguita di essere protagonisti, contribuendo a ridefinire un'organizzazione sociale e territoriale che consenta alle persone con disabilità di essere uomini fra gli uomini, cittadini fra i cittadini»: lo scrive il presidente della FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), nel commentare la recente legge che istituisce nell'isola la Consulta Regionale della Disabilità, basata su un modello nuovo e molto impegnativo

Nei giorni scorsi il Consiglio Regionale della Sardegna ha istituito, con la Legge Regionale 28 maggio 2008, la Consulta Regionale della Disabilità.
Dopo anni di iniziative e di sollecitazioni, dunque, un’altra opportunità prevista dall’articolo 30 della Legge 104/92 trova pratica attuazione, agevolando il faticoso e impegnativo cammino delle persone con disabilità verso uno status sociale improntato al rispetto e all’affermazione della piena dignità.

Il presidente della FISH Sardegna Alfio DesogusLa nuova disposizione regionale assume grande importanza perché, in primo luogo, rappresenta la traduzione legislativa della proposta a suo tempo elaborata e avanzata dalla FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che ha sempre ritenuto strategica l’attivazione di uno strumento qualificato e penetrante destinato a responsabilizzare tutte le istituzioni e tutte le organizzazioni sociali e culturali.
Si trattava infatti di attivare un luogo e uno strumento collegiale e partecipato che coinvolgesse i vari attori impegnati e competenti nella soluzione delle diverse problematiche che riguardano tutti i cittadini e, quindi, anche le persone con disabilità.
Abbiamo con forza sostenuto che si doveva prefigurare un organismo non isolato e non separato, non ristretto ai cittadini con disabilità, ma una struttura articolata e caratterizzata per il coinvolgimento  delle istituzioni regionali, degli enti locali, delle agenzie scolastiche, dei rappresentanti della cooperazione, del lavoro e dell’organizzazione sanitaria regionale (ASL).
Superando quindi la configurazione tradizionale delle consulte, si è riusciti a mettere a confronto le istituzioni e la rappresentanza delle persone con disabilità, nella misura, queste ultime, del 60% dei componenti.
In tal modo viene realizzata la scelta strategica, da tanti anni propugnata, per la coprogettazione, coprogrammazione e la verifica collegiale; è importante infatti sottolineare l’esigenza di approntare scelte e programmi mirati, iniziative appropriate e tempestive, superando sprechi, sovrapposizioni e dispersioni delle risorse finanziarie. C’è bisogno di programmazione, ma anche di armonizzazione, coordinamento e integrazione fra istituzioni, provvedimenti, servizi e attività.

Le novità introdotte dalla nuova Legge sono la partecipazione del movimento delle persone con disabilità i cui componenti vengono suddivisi per grandi organizzazioni (tre esponenti) e per associazioni territoriali e specifiche (altri tre esponenti).
La qualità, e quindi la forza, della rappresentanza è democraticamente sostenuta dal consenso elettivo della Conferenza Regionale delle Associazioni e Organizzazioni di Volontariato e di Promozione Sociale operanti in Sardegna.
Ulteriore novità – da noi caldeggiata e proposta – che sanziona la pari dignità fra associazioni, è costituita dalla presenza di un rappresentante della FISH e di uno della FAND (Federazione delle Associazioni Nazionali sulla Disabilità).
Accanto poi alla rilevante novità culturale e politica della Presidenza della Consulta affidata al presidente della Regione, viene prevista l’istituzione della Conferenza Annuale delle Organizzazioni Sociali impegnate nel campo della disabilità.
Oltre alla funzione elettiva, alla Conferenza Regionale delle Organizzazioni viene assicurato il governo generale delle tematiche e allo stesso tempo promossa una funzione generale per le associazioni che dovranno esprimere in assemblea gli orientamenti, le linee e i programmi da praticare nell’esecutivo  e nel consiglio regionale, nelle istituzioni locali e nelle diverse agenzie responsabili dell’attuazione del diritto alla salute, all’assistenza, allo studio e alla formazione professionale, all’informazione, alla libera e autonoma fruizione della cultura, oltre che – non ultima – l’antica aspirazione del diritto al lavoro.

Siamo quindi in presenza di un organismo che, evitando subdoli pericoli di neoghettizzazione, si configura in modo plurale e unitario perché coinvolge istituzioni diverse, responsabili di governo a diretto contatto con la rappresentanza sociale, con l’obiettivo di farsi governo delle aspirazioni dei disabili e delle loro famiglie.
Come si sarà potuto capire, il modello è nuovo e molto impegnativo perché, nel prossimo futuro, emergerà impellente l’esigenza e la responsabilità, per noi, di saperci porre con maggiore capacità e vigore, sia per le proposte e per le scelte programmatiche articolate, sia per esprimere valutazioni finali equilibrate, senza accondiscendenze acritiche o contrapposizioni pregiudiziali.
Insomma, dobbiamo essere coscienti che abbiamo costruito l’opportunità a lungo perseguita di essere protagonisti, contribuendo a ridefinire un’organizzazione sociale e territoriale che consenta alle persone con disabilità di essere uomini fra gli uomini, cittadini fra cittadini.
Siamo quindi soddisfatti perché ha vinto la nostra cultura, ma siamo altrettanto convinti che la battaglia dovrà continuare, sapendo che le difficoltà e le resistenze di percorso saranno più grandi e proprio per questo sarà nostro compito disporci con realismo e con tenacia.
Ecco perché al nostro esordio riproporremo subito il problema politico-culturale per eccellenza, vale a dire il superamento dello stigma che da sempre ci ha penalizzato, discriminato ed escluso.
Per quanto ci riguarda, alla prima riunione della Consulta metteremo sul tavolo anche il recepimento della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità: ci sembra infatti che vi siano le condizioni favorevoli e la giusta attenzione.

In conclusione abbiamo dimostrato di essere un movimento maturo e autonomo, che ha saputo costruire le alleanze positive e in futuro dovremo ricreare quella forza che oggi ci ha consentito di raggiungere una posizione strategica importante, non decisiva, ma foriera di nuove iniziative e di rinnovata fiducia.

*Presidente FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
La Legge Regionale della Sardegna 28 maggio 2008, istitutiva della Consulta Regionale dela Disabilità, è disponibile cliccando qui.

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