Più Bus, ma esattamente per chi?

Il Servizio denominato "+Bus", avviato alla fine del 2005 dalla Provincia di Roma, per garantire un servizio gratuito di trasporto su chiamata e a prenotazione per le persone con disabilità, promette di garantire la massima autonomia e libertà di movimento, anche nel tempo libero, a coloro che potrebbero incontrare difficoltà di spostamento nella vita quotidiana. Ma secondo una nostra lettrice le cose non stanno proprio così...

Pulmino giallo con pedana dietro«+Bus è il primo servizio di trasporto gratuito a chiamata e prenotazione per persone disabili residenti a Roma e nei centoventi Comuni che compongono il territorio provinciale. Cinquanta mini bus appositamente attrezzati, con assistenti a bordo, gratuitamente a disposizione della cittadinanza da lunedì a venerdì, dalle 8 alle 22 e il sabato dalle 15 alle 24. Un servizio nato per garantire la massima autonomia e la libertà di movimento, anche nel tempo libero, per coloro che potrebbero incontrare difficoltà di spostamento nella vita quotidiana».
Fin qui la presentazione in internet del Servizio +Bus, avviato a partire dal 5 settembre 2005 da parte della Provincia di Roma e curato dall’Associazione Nuove Frontiere. Ma le cose stanno proprio così e siamo realmente in presenza di «un segno concreto e tangibile nella direzione del miglioramento della qualità della vita dei cittadini», come ancora si scrive nella presentazione?
A giudicare da quanto ci scrive Chiara Bonanno, coordinatrice del sito
http://chiaraesimone.altervista.org e referente per il Lazio di “Un passo avanti” – Associazione Genitori Bambini Cerebrolesi, sembra proprio di no…

«Dopo avere segnalato a molte persone il Servizio +Bus della Provincia di Roma, ho voluto io stessa provare ad utilizzarlo per mio figlio che avrebbe voluto recarsi a trovare un amichetto a Cerveteri. In realtà ero spinta anche dalla curiosità di verificare come mai molte persone alle quali ne avevo parlato e che ne avrebbero avuto necessità, alla fine avevano preferito organizzarsi in maniera diversa.
E così, finalmente, mi sono decisa ad attivare il famoso numero di accreditamento [800 979796, N.d.R.] per organizzare una gita fuori porta con mio figlio. Ebbene, sono due settimane che provo a prenotare la gita e non ci sono ancora riuscita!
La prenotazione funziona in questi termini, che definirei “grotteschi”: occorre telefonare cinque giorni “lavorativi” prima del giorno previsto per il trasporto: attenzione, se si chiama un giorno lavorativo prima o uno dopo, non è possibile prenotare, ma occorre effettuare la prenotazione “calendario alla mano”! “Il calendario è un ausilio indispensabile per poter prenotare, senza il quale è bene si rinunci”: così mi è stato spiegato telefonicamente, con tono accondiscendente, da un certo signor Roberto che ha preteso di sapere il mio nome e cognome, ben guardandosi però dal fornire il proprio.
Ma la cosa non è finita qui, perché armata di santa pazienza, ho chiamato alle 9 di mattina di cinque giorni lavorativi prima e dopo una lunga attesa telefonica, il disco preregistrato mi ha informata che le prenotazioni erano già esaurite. Alle 9 di mattina!
La signorina consultata in un secondo tempo al numero verde mi ha spiegato – anche lei senza presentarsi – che occorre chiamare alle 8 e pazientare incrociando le dita che le vetture non siano esaurite quando arriva il mio turno.
Caspita, dev’essere un servizio richiestissimo questo +Bus, se nel giro di un’ora tutte le vetture sono esaurite! Poiché però sono notoriamente “tignosa”, ho voluto capire anche di quante vetture disponesse il Servizio Provinciale di Trasporto alle Persone con Disabilità e così, dopo una serie di telefonate alla Provincia, ho parlato con il dottor Bove il quale mi ha informato che le vetture sono 35 più 15 fornite in prestito, ma che – ha tenuto a sottolineare – non dovevo considerare la disponibilità di 50 vetture giornaliere perché ciò che viene preso in considerazione è solo il chilometraggio, superato il quale le vetture non vengono più messe a disposizione dell’utenza.
Questo significa, in altre parole, che se un paio di utenti con le loro richieste superano l’intero chilometraggio della giornata, le altre vetture non effettuano il servizio! E chiaramente, per avere accesso agli atti che mi possano informare quale sia il chilometraggio giornaliero tollerato dalla Provincia dovrei fare una richiesta scritta in base alla Legge 241/90, quella cioè che riguarda il diritto di accesso ai documenti amministrativi.
A questo punto è anche lecito chiedersi se e quante sono le vetture, e relativi autisti, che non vengono impiegate giornalmente per il servizio di trasporto e, soprattutto, quanto questo spreco di risorse costi al contribuente.
Inoltre, vorrei anche capire, vista la difficoltà della prenotazione – che a questo punto è lecito sospettare non sia nemmeno così casuale – quanti siano gli utilizzatori di questo servizio, considerando le diverse segnalazioni che mi sono pervenute rispetto alla difficoltà di fruizione.
Quanto questo servizio risponde effettivamente alle necessità di trasporto delle persone con disabilità nella Provincia di Roma? Quanto costa al contribuente e quanto invece non sarebbe stato più utile acquistare vetture accessibili all’intera cittadinanza, vetture e autisti utilizzati comunque, indipendentemente dal chilometraggio e dalla presenza o meno di una persona con disabilità a bordo?».

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