Secondo quanto riferisce nei giorni scorsi il «New York Times», l’Amministrazione Bush sta per proporre un nuovo provvedimento di vasta portata che dovrà garantire alle persone con disabilità degli Stati Uniti maggiore accesso a decine di migliaia di aule giudiziarie, piscine, campi da golf, stadi, teatri, alberghi e negozi al dettaglio.
La proposta dovrebbe sostanzialmente aggiornare e a riscrivere gli standard federali per l’applicazione dell’Americans with Disabilities Act (ADA), legge “storica” sui diritti civili, approvata con un forte sostegno bipartisan nel 1990.
Le nuove regole stabiliranno requisiti più stringenti in numerose aree e fisseranno per la prima volta alcune questioni, con lo sforzo di rispondere ai bisogni di una popolazione che tende all’invecchiamento e al crescente numero di persone con disabilità, incrementato dai veterani di guerra.
Nel dettaglio, saranno più di sette milioni le attività commerciali e le varie agenzie governative locali e statali interessate da questo provvedimento. La proposta include una serie di esenzioni per alcuni degli edifici già esistenti, ma nessuna nuova costruzione o intervento di ristrutturazione potrà non tenerne conto.
I nuovi standard riguarderanno ogni cosa, dalla posizione degli interruttori per le luci all’altezza dei banconi nei negozi, sino alla proibizione dell’uso di scimmie come “animali di servizio” per persone con disabilità.
La Casa Bianca ha approvato questo testo di legge in maggio, dopo un esame durato cinque mesi. La pubblicazione nel Registro Federale è prevista per i prossimi giorni, cui ne seguiranno altri sessanta per le cosiddette “pubbliche osservazioni”. Dopo aver preso in considerazione tali commenti, il Governo emanerà il testo finale delle nuove regole.
La proposta sta già destando parecchia attenzione. La Camera di Commercio degli Stati Uniti ha dichiarato che la norma «sarà gravosa e costosa», mentre il movimento delle persone con disabilità americano ha affermato «che il testo non si spinge abbastanza oltre».
Da quando l’ADA venne firmata dall’allora presidente Bush senior, i progressi della tecnologia hanno reso i servizi più accessibili per le persone con disabilità, ma i funzionari del Dipartimento di Giustizia confermano di ricevere ancora un gran numero di denunce.
Nei mesi più recenti, ad esempio, il Governo Federale ha mosso azioni legali per assicurare più posti per le persone con disabilità al Madison Square Garden di New York e allo stadio di football più imponente della nazione, presso l’Università del Michigan.
Dal canto suo il Census Bureau, l’organo di censimento ufficiale del governo degli Stati Uniti, afferma che più di 51 milioni di americani hanno una disabilità e circa due terzi di questi una disabilità grave. Le regole proposte, in via di sviluppo da più di quattro anni, andrebbero dunque a rinvigorire gli scopi della legge del 1990, tenendo conto di una serie di nuovi dati, che qui di seguito elenchiamo:
– le corti di giustizia dovranno provvedere a installare elevatori o rampe per assicurare che le persone in carrozzina possano accedere al banco dei testimoni, che in genere è innalzato rispetto al livello del pavimento;
– gli auditorium dovranno fornire un ascensore o una rampa in modo tale che le persone in carrozzina possano «partecipare pienamente e in maniera eguale a tutti gli eventi» in cui i membri del pubblico hanno diretto accesso al palco;
– ogni stadio con una capacità di posti a sedere pari a 25.000 unità o più dovrà fornire informazioni di sicurezza e di emergenza, pubblicando messaggi scritti sul tabellone e sui video monitor, in modo da avvisare le persone sorde o con difficoltà di udito;
– i cinema e i teatri dovranno provvedersi di uno specifico numero di posti per le persone in carrozzina (circa 5 su 300). Gli angoli di visuale dello schermo e del palco dovranno essere «equivalenti o migliori della media di quelli di tutti gli altri spettatori»;
– gli interruttori delle stanze d’albergo non dovranno essere più alti di 48 pollici (circa un metro e venti). L’attuale massimo è fissato a 54 pollici (poco meno di un metro e quaranta);
– gli alberghi dovranno consentire alle persone con disabilità di riservare camere accessibili e dovranno onorare queste prenotazioni con lo stesso grado di attenzione che garantiscono a tutte le altre;
– almeno il 25% dei parapetti nei moli per la pesca non dovranno essere alti più di 34 pollici (circa 86 centimetri), in modo da permettere le attività di pesca alle persone in carrozzina;
– almeno la metà delle buche dei percorsi di minigolf dovranno essere accessibili alle persone in carrozzina e queste buche dovranno essere messe in connessione da un sentiero continuo e senza ostruzioni;
– ogni nuova piscina, con un perimetro di più di 300 piedi (poco più di 91 metri), dovrà fornire «almeno due mezzi di ingresso», come una rampa con una lieve pendenza o un elevatore;
– i nuovi parchi gioco dovranno prevedere l’accesso agli scivoli, alle altalene e ad altri giochi ai bambini con disabilità.
Il Dipartimento di Giustizia riconosce che alcuni di questi cambiamenti richiederanno dei costi significativi, ma nonostante tutto sostiene che il valore degli stanziamenti pubblici, stimato in 54 miliardi di dollari (circa 28 miliardi di euro), dovrebbe riuscire a coprire i costi previsti.
Sempre il Dipartimento di Giustizia, nell’ambito di un’analisi economica delle nuove norme contenute nella proposta, afferma che la necessità di un ambiente accessibile è oggi grande più che mai, in quanto la guerra in Iraq sta «creando una nuova generazione di giovani uomini e donne con disabilità».
Dal canto suo, John L. Wodatch, che nel citato Dipartimento è il direttore della Sezione per i diritti delle persone con disabilità, ha esplicitamente dichiarato: «La disabilità è inerente alla condizione umana. La grande maggioranza degli individui che saranno fortunati da raggiungere un’età avanzata trarranno benefìci dai requisiti proposti con questa norma».
Si stima infatti che entro il 2010 il 2% della popolazione adulta statunitense userà una carrozzina, il 4% stampelle, bastoni o altri ausili per la mobilità. Allo stesso modo, con l’innalzamento dell’età, tenderà ad aumentare anche il numero di persone con problemi di udito.
Vale la pena ricordare poi che l’ADA, nel 1990, presupponeva per le attività commerciali l’eliminazione delle barriere nel caso che i cambiamenti fossero «prontamente raggiungibili», in altre parole che potessero essere «portati a termine senza troppe difficoltà o spese».
Anche per questo oggi l’Amministrazione Bush sta proponendo una safe harbor – vale a dire una serie di misure legali per proteggere “violazioni tollerabili” – rivolta ai piccoli commercianti i quali potranno rimandare i loro obblighi, qualora nell’anno precedente abbiano speso almeno l’1% dei loro ricavi lordi per rimuovere le barriere.
Curtis L. Decker, direttore esecutivo del National Disability Rights Network, un’unione di avvocati impegnati nella tutela delle persone con disabilità, dichiara però che «i safe harbors ci “innervosiscono” davvero molto. Un piccolo esercizio potrebbe infatti spendere la quota richiesta e non essere ancora accessibile».
Su un altro versante Randel K. Johnson, uno dei vicepresidenti della Camera di Commercio degli Stati Uniti, afferma che «le regole proposte sono così lunghe e tecnicamente complesse che anche il piccolo commerciante con le migliori intenzioni potrebbe non essere conforme alla legge, soprattutto di fronte ad un abile avvocato!».
Si era prima accennato alla proibizione di usare le scimmie come “animali di servizio” per le persone con disabilità. Vale dunque la pena approfondire anche questo aspetto.
Le regole proposte riaffermano infatti il diritto delle persone con disabilità ad utilizzare cani guida o altri animali di servizio nei luoghi pubblici, ma restringono la definizione di questi ultimi, in modo tale da escludere alcune specie.
Quando nel 1990 venne introdotta la legge ADA, secondo il Dipartimento di Giustizia, alcuni «avevano certamente anticipato l’orientamento corrente circa l’utilizzo di animali selvaggi, esotici o di specie inusuale, come “animali di servizio”». Ora, dunque, la nuova proposta stabilisce precisamente che cosa si debba intendere con quest’ultima espressione, parlando cioè di «ogni cane o ogni altro animale domestico addestrato a compiere lavori e a svolgere incarichi per una persona con disabilità fisica o intellettiva». Secondo tale definizione, quindi, le scimmie non potranno essere qualificate come animali di servizio, e nemmeno i rettili, gli anfibi, i conigli e altri roditori o animali da fattoria.
E ancora, la nuova norma prevede che un albergo, un ristorante, un teatro, un negozio o un parco pubblico possano chiedere a una persona con disabilità di allontanare l’animale nel caso esso perda il controllo o non sia pulito o qualora costituisca una minaccia diretta alla salute o alla sicurezza di altri. Un teatro, ad esempio, potrebbe non ammettere un cane che interrompesse una performance dal vivo abbaiando ripetutamente.
Il nuovo piano conferma infine che le persone con disabilità potranno utilizzare le carrozzine manuali o elettriche e gli scooter elettrici in qualsiasi area pubblica aperta ai pedoni. Ma i centri commerciali, i parchi di divertimento o altri luoghi pubblici potrebbero imporre delle ragionevoli restrizioni per alcuni tipi di ausili alla mobilità, come i golf cart o altro.
*Testo già pubblicato dal sito della FAIP (Federazione Associazioni Italiane Para-tetraplegici) e qui ripreso per gentile concessione dello stesso.
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