Ritirare quei ricorsi, nell’interesse dei bambini

Ventuno senatori presentano un'interrogazione al ministro degli Affari Regionali, chiedendo il ritiro immediato del ricorso presentato dal Governo contro le leggi regionali sulla somministrazione di psicofarmaci ai bambini. Una battaglia condotta da molto tempo dal comitato di farmacosorveglianza "Giù le Mani dai Bambini", che ha visto anche - nei giorni scorsi - un grande favore bipartisan per il Progetto di Legge che regolerebbe la materia a livello nazionale

Due bambini: uno scrive, l'altro guardaA pochi mesi dall’approvazione delle prime leggi sul tema della disinvolta somministrazione di psicofarmaci ai bambini – da parte della Regione Piemonte e della Provincia Autonoma di Trento – e dopo il ricorso presentato dal Governo contro queste due iniziative legislative, nei giorni scorsi ben ventuno senatori, coordinati da Valerio Carrara (PdL), hanno presentato un’interrogazione urgente al ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto.

«Il Governo – ha dichiarato per l’occasione il senatore Carrara – ha promosso un ricorso sulla base di informazioni non genuine, contestando infatti che le Regioni non possano stabilire l’obbligo del consenso informato da far firmare ai genitori prima di somministrare psicofarmaci ai bambini, perché tale obbligo non sarebbe previsto sul piano nazionale e si creerebbe una difformità. E tuttavia l’obbligo di consenso informato esiste eccome in Italia, da oltre un anno, ciò che fa perdere al ricorso totalmente di significato. Le Regioni devono quindi poter deliberare, sia perché tecnicamente le leggi sono corrette, sia perché – soprattutto – è un sacrosanto diritto dei genitori scegliere le terapie più opportune per i propri figli ed essere completamenti informati dal medico dei benefìci, ma soprattutto dei rischi di queste discusse “terapie”. Anzi, non solo lodiamo queste prime Regioni coraggiose, ma invitiamo anche le altre a seguirne l’esempio».

Dal canto suo, Luca Poma, portavoce nazionale del comitato di farmacovigilanza pediatrica “Giù le Mani dai Bambini”, ha dichiarato: «Il senatore Carrara ha guidato una protesta civile, ma ferma nei contenuti: lo stesso Istituto Superiore di Sanità, tramite una dichiararazione scritta, ci ha confermato che “esistono due livelli di consenso entrambi obbligatori: il primo relativo al trattamento dei dati, il secondo, in caso di necessità di somministrazione dello psicofarmaco, relativo al trattamento farmacologico e ai potenziali rischi ad esso connessi”. Anche le altre motivazioni secondarie alla base del ricorso sono poi del tutto pretestuose e siamo pronti a dimostrarlo, dati alla mano. Facciamo quindi appello al ministro Fitto perché intervenga sul Governo, in modo tale che i due ricorsi vengano al più presto ritirati».

Successivamente, in Commissione Affari Sociali alla Camera, si è avviata la discussione sul Progetto di Legge nazionale a firma di Mariella Bocciardo (PdL) e altri, per normare sul piano nazionale questa delicata materia.
«Sono soddisfatta – ha affermato l’onorevole Bocciardo – perché il Progetto di Legge ha avuto un’accoglienza favorevolissima e siccome ci sono tutti i presupposti per un buon lavoro bipartisan, penso di poter impegnarmi a far sì che la Legge sia in discussione in aula non oltre la fine dell’anno, poiché è mio vivo desiderio arrivare quanto prima all’approvazione».

«Il Progetto di Legge Bocciardo – commenta in conclusione Luca Poma – non vieta nulla, regola solo una materia “calda” sotto il profilo etico; non vedo quindi chi possa opporsi, sarebbe strumentale: è infatti un’occasione unica per evitare in Italia i pesanti abusi registrati i molti altri Paesi del mondo e su questi temi non esistono bandiere, come abbiamo voluto sottolineare nei giorni scorsi con il nostro invito ad una collaborazione bipartisan nell’interesse dei minori del nostro Paese». (S.B.)

Per ulteriori informazioni:
Comitato “Giù le Mani dai Bambini” ONLUS
tel. 337 415305,
portavoce@giulemanidaibambini.org.
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