Il turibolo e i diritti

di Giorgio Genta*
Fra i molti tagli previsti in questi giorni per la spesa pubblica - e temiamo non siano pochi quelli che avranno effetti negativi sulle persone con disabilità - forse bisognerebbe pensare di tagliare anche l'incenso "a fini politici", ovvero le promesse di chi dichiara di andare incontro alle legittime aspettative dei cittadini con disabilità, salvo poi negarle immediatamente nei fatti...

Il «botafumeiro» di Santiago de Compostela, ovvero il grande turibolo della Catedrale dell'Apostolo GiacomoNella Cattedrale dell’Apostolo Giacomo a Santiago di Compostela in Spagna, esiste un’immenso turibolo (el botafumeiro) d’argento massiccio, alto quasi quanto un uomo e di peso assai rilevante, che nelle cerimonie liturgiche viene sollevato con un grosso cavo manovrato da parecchi addetti, spargendo intense nuvole d’incenso sui fedeli.
L’origine storica di una così massiccia “odorificazione” della Cattedrale pare derivi – più che da esigenze liturgiche – dal fatto che nel Medioevo moltissimi pellegrini non trovavano alloggio in città, pernottando all’interno della chiesa: al mattino, quindi, l’aria era impregnata dagli effluvi corporali dei fedeli e l’incenso mascherava tutti gli odori!

I politici italiani usano spesso i diritti delle persone con disabilità “come un turibolo”: con abili colpi alle catenelle (utilizzando per altro un turibolo di modeste dimensioni!), incensano le legittime aspettative di questi cittadini, negandole poi immediatamente nei fatti, salvo repentini ripensamenti (probabilmente studiati a tavolino dagli “strateghi del gradimento elettorale”), infarciti di negazioni e di distinguo.
Così spaziamo dai fondi per l’integrazione scolastica ai LEA [Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria, N.d.R.], senza risparmiare aerei, ferrovie e trasporti locali.
In questi ultimi settori (ma non solo in essi), più crescono le dichiarazioni di buona volontà – arricchite di dati e di previsioni – più sembrano crescere le proteste dell’utenza: viaggiatori con disabilità rifiutati o scoraggiati; elevatori per i treni che mancano; pedane di autobus che non si aprono; ascensori che non funzionano; montascale di cui nessuno degli addetti conosce il funzionamento.
Ma anche scuole prive di adeguate misure di accesso e di sicurezza per gli studenti con disabilità, locali di ASL dedicati al servizio dei disabili e degli anziani non accessibili, locali pubblici ed esercizi aperti al pubblico non fruibili, anche per via di regolamenti anacronistici e imprecisi.

Fra i molti tagli previsti in questi giorni per la spesa pubblica (e non sono pochi quelli che avranno effetti negativi sulle persone con disabilità), confidiamo vi sia anche una norma che limiti drasticamente l’acquisto di “incenso a fine politico”. Forse così lo sgradevole odore dell’ingiustizia turberà il sensibile olfatto di qualche pubblico amministratore e lo spingerà a più meditati pensieri sulla reale esigibilità dei diritti. Di tutti.

*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).

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