“Dignità e Giustizia per tutte le persone”: si tratta di principi universali e consolidati e non a caso, sin dalla loro nascita, le Nazioni Unite riconobbero proprio la dignità innata e i diritti uguali e inalienabili per tutti come basi della libertà, della giustizia e della pace nel mondo.
Questi princìpi, così come quelli dell’uguaglianza e della non discriminazione, hanno sostanzialmente guidato il lavoro dell’ONU in questi sessant’anni e fanno parte del “corpo vivo” della stessa Carta delle Nazioni Unite, oltre che della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, così come di altri importanti accordi internazionali, non ultima la Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Tali strumenti sono tra quelli che hanno costruito e tuttora costruiscono la rete internazionale dei diritti umani, sono complementari tra di loro e riaffermano che tutti i diritti umani sono universali, indivisibili, interconnessi, interdipendenti, oltre a rafforzarsi reciprocamente.
Il 2008 e la Convenzione sulla Disabilità
Questo 2008 è un anno assai significativo per il movimento internazionale dei diritti umani, proprio alla luce dell’entrata in vigore, il 3 maggio scorso, della già citata Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità e del suo Protocollo Opzionale, importanti strumenti che vincoleranno legalmente i vari Stati a promuovere e a tutelare i diritti delle persone con disabilità.
Ed è un anno significativo anche per il sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, nella quale l’articolo 25 sancisce che tutti debbano godere del «diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà».
Vi sono anche vari articoli della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità che forniscono dettagli sul diritto alla sicurezza, come il decimo sul Diritto alla vita e il quattordicesimo sulla Libertà e la sicurezza personale.
Il ventottesimo, poi, è ancora più specifico, poiché dichiara che gli Stati Parte devono agire per salvaguardare e promuovere la realizzazione del diritto ad un adeguato standard di vita e alla protezione sociale, inclusa la garanzia «dell’accesso da parte delle persone con disabilità e delle loro famiglie che vivono in situazione di povertà a forme di assistenza da parte dello Stato, per le spese collegate alla disabilità», oltre che provvedendo «ad un’adeguata formazione, informazione, consulenza, assistenza finanziaria e terapie respiratorie».
Si tratta di prescrizioni che segnano chiaramente la riaffermazione di un fatto: che le persone con disabilità devono cioè godere pienamente e alla pari degli altri dei loro diritti umani. Ed è anche la chiara riaffermazione del principio scelto quale tema per il 3 dicembre di quest’anno, Dignità e Giustizia per Tutti Noi.
La disabilità nel mondo
Oggi circa il 10% della popolazione mondiale (650 milioni di persone) vive con una o più disabilità: la Convenzione intende promuoverne e tutelarne i diritti umani nella vita civile, culturale, economica, politica e sociale.
E tuttavia nel mondo le persone con disabilità continuano ad imbattersi in ostacoli alla loro partecipazione nella vita sociale e spesso sono costrette a vivere ai margini. Frequentemente succede che vengano loro negati i diritti fondamentali, così come il riconoscimento di fronte alla legge e la capacità legale, la libertà di espressione e di opinione, il diritto di partecipare alla vita politica e pubblica e talora lo stesso diritto di voto.
Molte persone con disabilità vengono “rinchiuse” in strutture istituzionali, in aperta violazione del loro diritto a muoversi liberamente e a vivere nella propria comunità.
Va poi ricordato che l’80% delle persone con disabilità – circa 400 milioni di persone – vive in Paesi poveri, né bisogna mai dimenticare lo stretto legame che intercorre tra povertà e disabilità. Ad esempio, le statistiche sull’occupazione sono del tutto sconcertanti. Nei Paesi in via di sviluppo, infatti, dall’80 al 90% delle persone con disabilità in età lavorativa sono disoccupate, mentre nei Paesi industrializzati il dato coinvolge dal 50 al 70% delle persone.
I diritti all’educazione e alla salute in genere sono negati; basti pensare a quanto sostiene l’Unesco, ovvero che nei Paesi in via di sviluppo il 90% dei bambini e adolescenti con disabilità non frequentano la scuola. Si calcola infine che circa 20 milioni di donne diventino disabili in seguito alle complicazioni durante la gravidanza o il parto.
Tutto ciò mette in piena luce l’importanza – quasi l’indispensabilità – che tutti gli Stati sottoscrivano, ratifichino e implementino la Convenzione e il suo Protocollo Opzionale.
Dal canto loro, le Nazioni Unite e la comunità globale devono fare in modo che tutto il loro lavoro guardi all’inclusione delle persone con disabilità. Gli stessi Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) – traguardo che le Nazioni Unite si sono impegnate a raggiungere entro il 2015 – non potranno avere successo se trascureranno le persone con disabilità. Va detto anzi che tali Obiettivi e la Convenzione sono interdipendenti e che possono e devono rafforzarsi reciprocamente.
Dalle parole ai fatti
Pertanto, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 dicembre 2008 – come per tutte le celebrazioni di quest’anno riguardanti l’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – diventa quasi conseguente adottare il tema Dignità e Giustizia per Tutti Noi come un appello forte, proprio perché questi principi sono ancora lontani dall’aver trovato una realizzazione effettiva per tutti.
La dignità e la giustizia rientrano tra i diritti civili, culturali, economici, politici e sociali promossi dalla Convenzione e quindi la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità è l’occasione giusta per un ulteriore impegno a far ratificare e a rendere pienamente effettivi la Convenzione stessa e il suo Protocollo Opzionale.
Il monitoraggio della Convenzione
Tra gli obblighi fondamentali di cui si parla nella Convenzione, vi è il fatto che le varie legislazioni nazionali dovrebbero garantire il rispetto dei vari diritti elencati nel trattato.
In sostanza ogni Stato dovrebbe considerare il modo migliore per rendere effettivi nelle proprie leggi interne i diritti sanciti dalla Convenzione e dovrebbe farlo o inserendo all’interno di queste ultime le condizioni previste dalla Convenzione oppure con specifici riferimenti ad essa in ogni legge, per indicare chiaramente di volerne assumere la lettera e lo spirito.
Certo, le leggi da sole non possono bastare a garantire il rispetto dei diritti delle persone con disabilità. Gli Stati, infatti, dovrebbero adottare politiche e programmi concreti, volti a trasformare le prescrizioni della Convenzione in prassi, con un impatto reale sulle vite dei cittadini con disabilità, anche perché negare a questi ultimi anche uno solo dei diritti fondamentali può portare a privarli anche degli altri, ciò che vale per tutte le persone.
L’Articolo 33 della Convenzione stabilisce come gli Stati debbano dare vita ad organismi nazionali di monitoraggio, per valutare l’implementazione del trattato. Gli Stati devono anche creare meccanismi di monitoraggio indipendenti, che dovrebbero prendere la forma di un’istituzione nazionale indipendente per i diritti umani.
Ma per quest’opera di monitoraggio e per il processo di implementazione, è certamente essenziale la più ampia partecipazione possibile della società civile, e in particolare delle persone con disabilità e delle loro associazioni.
Per quanto riguarda poi il monitoraggio internazionale, ad occuparsene sarà il Comitato sui Diritti delle Persone con Disabilità e la Conferenza degli Stati Membri, il cui primo incontro è stato convocato dalla Segreteria Generale dell’ONU proprio in questi giorni, ovvero sei mesi esatti dopo l’entrata in vigore della Convenzione.
La prossima Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 dicembre sarà dunque l’occasione giusta sia per un rinnovato impegno in favore dei principi di dignità e giustizia, sia per garantire l’implementazione della Convenzione. Nessuna persona, infatti, ha solo diritti, ma anche il dovere di rendere il rispetto dei diritti umani una realtà per tutti noi.
Il 3 dicembre: breve storia
La ricorrenza annuale del 3 dicembre – Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità – mira sin dalla sua istituzione a promuovere la diffusione dei temi della disabilità e a mobilitare il maggior sostegno possibile per la dignità, i diritti e il benessere delle persone con disabilità.
Il tentativo è anche quello di accrescere la consapevolezza dei vantaggi che possono derivare dall’integrazione delle persone con disabilità in ogni aspetto della vita politica, sociale, economica e culturale.
Il tema della Giornata ruota sempre intorno alle pari opportunità, al pieno rispetto dei diritti e della partecipazione alla vita sociale da parte delle persone con disabilità, come stabilito dal Programma di Azione Mondiale per le Persone Disabili, adottato nel 1982 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il nome ufficiale della Giornata è stato modificato dalla stessa Assemblea Generale il 18 dicembre 2007, con la Risoluzione 62/127, diventando Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità (prima si chiamava Giornata Internazionale delle Persone Disabili).
Il 3 dicembre: che fare
Coinvolgere
L’evento del 3 dicembre fornisce l’opportunità a tutte le organizzazioni interessate – governative, non governative o del settore privato – di centrare l’attenzione su misure innovative utili a migliorare ulteriormente le norme internazionali e gli standard riguardanti le persone con disabilità.
In particolare le scuole, le università e istituzioni simili possono dare un prezioso contributo nel promuovere l’interesse e la consapevolezza, coinvolgendo ampie parti della società, della cultura, dell’economia e della politica.
Organizzare
Si ritiene importante organizzare forum, discussioni pubbliche e campagne di informazione a sostegno del 3 dicembre, tutti appuntamenti centrati sui temi della disabilità, oltre che sui modi utili a consentire alle persone con disabilità e alle loro famiglie di raggiungere una vita più indipendente, sostenibile e all’insegna della sicurezza economica.
Celebrare
Altrettanto utile è progettare e organizzare ovunque eventi che mostrino – e celebrino – i contributi che le persone con disabilità danno alle società in cui vivono, promuovendo scambi di opinioni e dialoghi centrati sulle ricche e varie abilità, gli interessi e le aspirazioni delle persone con disabilità.
Agire
Un obiettivo più “alto” della Giornata è infine quello di promuovere azioni concrete per un’ulteriore implementazione delle norme internazionali e degli standard riguardanti le persone con disabilità e la loro partecipazione alla vita sociale sulla base delle pari opportunità.
Gli organi d’informazione possono in particolare avere grande importanza nel dare risalto all’evento del 3 dicembre, presentando in modo appropriato da una parte i progressi, dall’altra gli ostacoli che si incontrano nel far progredire le politiche sensibili alla disabilità, i programmi, i progetti e la consapevolezza da parte dell’opinione pubblica, rispetto ai positivi contributi che possono dare le persone con disabilità.
*Testo pubblicato da «Enable», organo informativo del Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite – Divisione per le Politiche Sociali e lo Sviluppo. Traduzione curata da Stefano Borgato e Crizia Narduzzo.
Ad oggi, 2 dicembre 2008, sono esattamente 41 i Paesi che hanno ratificato la Convenzione. Questo il loro elenco (in ordine cronologico di ratifica):
– Giamaica (30 marzo 2007) – Ungheria (20 luglio 2007) – Panama (7 agosto 2007) – Croazia (15 agosto 2007) – Cuba (6 settembre 2007) – Gabon (1° ottobre 2007) – India (1° ottobre 2007) – Bangladesh (30 novembre 2007) – Sudafrica (30 novembre 2007) – Spagna (3 dicembre 2007) – Namibia (4 dicembre 2007) – Nicaragua (7 dicembre 2007) – El Salvador (14 dicembre 2007) – Messico (17 dicembre 2007) – Perù (30 gennaio 2008) – Guinea (8 febbraio 2008) – San Marino (22 febbraio 2008) – Giordania (31 marzo 2008) – Tunisia (2 aprile 2008) – Ecuador (3 aprile 2008) – Mali (7 aprile 2008) – Egitto (14 aprile 2008) – Honduras (14 aprile 2008) – Filippine (15 aprile 2008) – Slovenia (24 aprile 2008) – Qatar (13 maggio 2008) – Kenya (19 maggio 2008) – Arabia Saudita (24 giugno 2008) – Niger (24 giugno 2008) – Australia (17 luglio 2008) – Thailandia (29 luglio 2008) – Cile (29 luglio 2008) – Brasile (1° agosto 2008) – Cina (1° agosto 2008) – Argentina (2 settembre 2008) – Paraguay (3 settembre 2008) – Turkmenistan (4 settembre 2008) – Nuova Zelanda (25 settembre 2008) – Uganda (25 settembre 2008) – Austria (26 settembre 2008) – Costarica (1° ottobre 2008)
Per quanto riguarda invece il Protocollo Opzionale alla Convenzione (testo che consentirà al Comitato sui Diritti Umani delle Persone con Disabilità di ricevere anche ricorsi individuali – di singoli o di gruppi di individui – e di avviare eventuali procedure d’inchiesta), a ratficarlo sono stati finora i seguenti 25 Paesi:
– Ungheria (20 luglio 2007) – Panama (7 agosto 2007) – Croazia (15 agosto 2007) – Sudafrica (30 novembre 2007) – Spagna (3 dicembre 2007) – Namibia (4 dicembre 2007) – El Salvador (14 dicembre 2007) – Messico (17 dicembre 2007) – Perù (30 gennaio 2008) – Guinea (8 febbraio 2008) – San Marino (22 febbraio 2008) – Tunisia (2 aprile 2008) – Ecuador (3 aprile 2008) – Mali (7 aprile 2008) – Slovenia (24 aprile 2008) – Bangladesh (12 maggio 2008) – Arabia Saudita (24 giugno 2008) – Niger (24 giugno 2008) – Cile (29 luglio 2008) – Brasile (1° agosto 2008) – Argentina (2 settembre 2008) – Paraguay (3 settembre 2008) – Uganda (25 settembre 2008) – Austria (26 settembre 2008) – Costarica (1° ottobre 2008)
Da fonti ufficiose risulta per altro che anche il Camerun abbia già ratificato sia la Convenzione che il Protocollo Opzionale, anche se ciò non appare ancora nell’elenco ufficiale pubblicato nello spazio dedicato alla disabilità del portale dell’ONU.
In ambito europeo, infine – al di là delle vicende riguardanti l’Italia, ben note ai nostri lettori più assidui – da segnalare che il presidente dell’Ucraina Viktor Yushchenko – in occasione della sua partecipazione alla sessantatreesima Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite – ha sottoscritto per il suo Paese sia la Convenzione che il Protocollo Opzionale, lasciando intendere la volontà di procedere su questo cammino di promozione dei diritti delle persone con disabilità, attraverso una rapida ratifica del trattato.
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