C’è sicuramente ancora molta ignoranza in tema di disabilità. Il disabile, infatti, è rappresentato ovunque con il simbolo della carrozzina e in tanti si fermano là… Ovvero, se sei in carrozzina sei disabile, altrimenti puoi trovare tanti problemi, anche se per camminare usi un bastone o le stampelle, anche se sei tracheomizzato a causa di problemi respiratori e puoi fare solo poche decine di metri a piedi, prima che ti arrivi il fiatone e l’affanno… E se non è una discriminazione, questa…
Il fatto. Arrivo al noto parco divertimenti Gardaland, non distante da Verona, in compagnia di due amiche, una delle quali usa una stampella per camminare.
Dopo aver noleggiato una carrozzina (che avremmo utilizzato a turno per non affaticarci troppo, considerando l’estensione del parco e la presenza di diversi tratti in salita e discesa), ci dirigiamo all’ingresso riservato alle persone con disabilità e qui iniziano i primi malumori. Vogliono infatti far pagare il biglietto all’altra ragazza, in quanto la vedono in piedi (per loro il fatto che usi la stampella e porti due protesi ai piedi non conta nulla!), mentre io, seduta, ai loro occhi sono “carrozzata”…
A questo punto mi alzo e per mezzo della terza amica, nostra accompagnatrice – avendo io “tra l’altro” un grave deficit della comunicazione perché tracheomizzata – chiedo: «Per quale motivo lei deve pagare se il disabile al 100% entra gratis e lei lo è?». Perplessa, l’addetta alla reception risponde nel modo probabilmente più stupido, affermando che «lei cammina». «Certo – replico sempre per mezzo della terza amica – pure io, ma questo non vuol dire che non siamo disabili al 100%».
Ci chiedono allora il documento che attesta la disabilità al 100%, che per fortuna tutte e due abbiamo, e non fanno più storie. Entriamo quindi senza pagare.
Ma le sorprese non finiscono lì. Il regolamento di Gardaland, infatti, recita che a godere della cosiddetta Carta Ospitalità – ovvero del permesso di accedere alle varie attrazioni senza fare la coda – sono solo i disabili in carrozzina e quindi…
Nella maggior parte dei casi abbiamo “fortuna”, poiché in molte attrazioni troviamo gente di cuore che ci evita file di ore. Le ringrazio per la gentilezza, ma hanno forse infranto una regola? O non l’hanno infranta coloro che intendevano impedirci l’accesso preferenziale perché “non carrozzate”?
Io credo invece che vada cambiata quella sciocca “regola” per cui a godere dei pass debbano essere solo le persone in carrozzina, anche perché – senza nulla togliere alle problematiche che ogni disabilità comporta – di certo la fatica può essere assai grande anche per chi ha problemi di affaticamento respiratorio o per chi cammina con le stampelle e ha poca forza nelle gambe e nei piedi.
Decidiamo quindi di non farla passare liscia e di andare al box per le informazioni riservate alle persone con disabilità, a reclamare per questo divieto di “passaggio preferenziale” (da notare, tra l’altro, che i “normodotati” possono pure usufruirne, pagando 8 euro in più sul biglietto normale).
Purtroppo la persona che troviamo non riesce proprio a capire che la definizione “disabile al 100%” comprende svariati tipi di disabilità e insiste sul fatto che il pass è riservato ai disabili in carrozzina, altrimenti «dovremmo concederlo anche ai ragazzi autistici»!…
Abbiamo quindi promesso di dare uno scossone a questa assurda discriminazione e io vorrei iniziare proprio da qui perché nessuno può dirmi che la mia patologia sia meno invalidante di altre solo perché non sto seduta. Solo io, infatti, posso sapere quanto mi affatico a stare troppo in piedi e quanto ne risente il mio sistema respiratorio.
Quindi ritengo discriminante, oltre che assurdo, sentirmi dire: «A te niente pass perché non sei disabile come il “carrozzato”».
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