Nel corso di due recenti convegni – Servizi riabilitativi: percorsi e strumenti di abilitazione e capacitazione per le persone con disabilità, organizzato il 30 maggio a Genova dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), nell’ambito del Progetto Rete in Movimento e Tra scienza e assistenza: modelli di intervento integrato nella disabilità complessa, promosso il 26 settembre ad Andora (Savona) dalla Fondazione Sacra Famiglia – la Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi) ha presentato un interessante studio-ricerca intitolato Criticità nel modello medico della ri-abilitazione nelle disabilità complesse.
La ricerca, basata sull’attento lavoro di Dario Petri, presidente della Federazione Italiana ABC e coadiuvato da chi scrive, individua nella Evidence Based Medicine (letteralmente “Medicina basata sull’evidenza”) e nella Family Centered Theraphy (“Terapia centrata sulla famiglia”) i due cardini su cui incentrare il processo riabilitativo del bambino cerebroleso.
Ricordando che secondo l’ABC il trattamento che potenzialmente offre le migliori prospettive riabilitative è quello “precoce, domiciliare, intensivo e olistico”, costruito attraverso il rapporto paritario e collaborativo tra professionisti e famiglie, l’Associazione ha sostenuto – con la convinzione derivante dalla ventennale esperienza delle famiglie associate – la necessaria e possibile conciliabilità tra “intensità” e “qualità” nel processo riabilitativo.
Sul significato da attribuire al termine intensità si è discusso anche nell’incontro denominato Dimmi cosa fai con me, organizzato a Varese dall’ABC Lombardia, il 13 settembre scorso, durante un dibattito tra differenti modelli di presa in carico, ove si è ulteriormente evidenziato l’apporto di esperienze e di proposte delle “famiglie con disabilità”.
*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).
Del citato convegno organizzato a Genova il 30 maggio scorso dalla FISH, si può leggere in questo stesso sito la presentazione, cliccando qui.
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