Il 1° ottobre, poi, «Il Secolo XIX» ha pubblicato un intero servizio fotografico (lo si può leggere cliccando qui) che, sempre secondo il quotidiano genovese, testimonierebbe appunto l’esposizione di due “pass disabili” identici (uno fotocopiato) su altrettanti diversi veicoli di proprietà o in locazione al consigliere regionale Fabio Broglia e alla madre, esposizione fotografata “in contemporanea”.
Subito esplode la polemica e il 2 ottobre ancora «Il Secolo XIX» (articolo disponibile cliccando qui) riporta una dichiarazione dell’assessore alla Polizia Urbana di Sestri Levante, Massimo Bixio, che afferma: «Entro oggi mi consulterò con i dirigenti dei servizi per decidere se aprire un fascicolo di indagine. Certo, davanti all’evidenza di due pass con lo stesso numero di rilascio ma differenti tra di loro la questione dovrà essere approfondita».
Un portavoce della Polizia Municipale di Sestri Levante chiarisce poi, doverosamente, che i pass per disabili «sono personali, intestati a una persona fisica, abbinati a un nome, un cognome e una fotografia. E non sono duplicabili».
Dal canto suo, il consigliere regionale Broglia contrattacca con un lungo comunicato alla redazione del «Secolo XIX», ove scrive: «Contesto i toni e i contenuti dell’articolo pubblicato. Il giornalista alza un polverone fatto di nulla, omettendo di dire che né nei confronti del sottoscritto, né nei confronti di mia madre esistono contestazioni da parte del Comune di Sestri Levante in merito all’utilizzo del pass disabili contraddistinto dal numero 385. Sempre “Il Secolo XIX” indica alcune date in cui la mia auto sarebbe stata parcheggiata in Sestri Levante esponendo il tagliando in questione, ma dimentica di dire che nei giorni indicati il sottoscritto e la mia vettura si trovavano altrove, addirittura all’estero, e che non è chiara la corrispondenza far i cruscotti delle auto ritratte e le targhe riprese in inquadrature a parte. Chi mi conosce sa bene che posso dimostrarlo».
E conclude: «Il presunto scoop in realtà altro non è che un grossolano e vile attacco politico, intentato non soltanto contro di me, ma anche contro mia madre, violando la privacy. Dopo che su mia richiesta la magistratura avrà fatto chiarezza punendo i responsabili della diffamazione, al “Secolo XIX” non resterà altro che chiedere pubblicamente scusa, non tanto a me quanto a mia madre».
«Nell’attesa della piena chiarezza – commenta ancora “Il Secolo XIX” – Broglia non risponde però alla domanda più semplice: come mai esistevano due pass differenti (uno plastificato, l’altro no), ma con lo stesso numero, sulle auto di famiglia?».
Fin qui i fatti e le cronache. Ai lettori giudicare se le persone con disabilità e le loro famiglie possano dichiararsi soddisfatte della spiegazione dei fatti data dal consigliere regionale, che naturalmente era “politicamente dovuta” da parte di chi rappresenta anche loro. (Giorgio Genta e Stefano Borgato)
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