L’accoglienza dei pazienti e dei loro accompagnatori

Qual è la situazione delle strutture concepite e realizzate per l'accoglienza dei pazienti e dei loro accompagnatori in ospedali "fuori sede"? Se ne parlerà nel corso di un convegno a Roma, il 16 ottobre, organizzato all'interno della quarantaquattresima Settimana della Vita Collettiva

Paziente ricoverato in ospedale, insieme ai suoi familiariTra i vari eventi previsti nell’ambito dell’ormai imminente quarantaquattresima Settimana della Vita Collettiva (SEVICOL) di Roma – evento fieristico e congressuale che fino al 19 ottobre sarà dedicato al mondo dei servizi per la collettività, dove trovano spazio aziende, associazioni, istituti privati e religiosi, enti pubblici e singoli professionisti che sviluppano servizi, prodotti e tecnologie utili al vivere insieme nelle sue diverse forme e momenti, quali il lavoro, la ristorazione, le attività sportive, religiose e turistiche – segnaliamo qui l’interessante convegno previsto per giovedì 16 ottobre (Palazzo dei Congressi dell’Eur, Sala C, ore 10-13.30), denominato Mobilità sanitaria: quali soluzioni per l’accoglienza dei pazienti e dei loro accompagnatori. Mondo cattolico, Volontariato ed Istituzioni a confronto.

«Per restare alla Regione Lazio – spiegano i promotori dell’iniziativa – i numeri della cosiddetta “mobilità sanitaria” relativi al 2006 segnalano una presenza media giornaliera di circa 5.400 persone, per un fabbisogno complessivo di circa 3-4.000 nuovi alloggi. Sempre nel 2006 sono stati ricoverati 89.710 pazienti provenienti da altre regioni, per un totale di 3.355.000 giornate di ricovero, ad una permanenza media di 37,4 giorni. Nello stesso anno, infine, gli accompagnatori sono stati 63.600, con una permanenza media di 31,3 giorni».
«Pur se questi numeri – continuano gli organizzatori del convegno – sono riferiti alla totalità delle strutture sanitarie del Lazio, non è difficile ipotizzare che almeno l’85% dei pazienti siano stati accolti in ospedali della capitale. In tal senso il Comune di Roma ha fornito nella primavera scorsa dati molto precisi sulla provenienza dei pazienti: su 89.710 ricoveri, ben 70.796 vengono dal Sud (Campania 25.428, Calabria 12.196, Puglia 8.928, Abruzzo 8.634, Sicilia 7.181, Basilicata, Molise e Sardegna 3.000 in totale). Possiamo inoltre affermare che gli Ospedali Policlinico Gemelli, Policlinico Umberto I e Ospediale Pediatrico Bambin Gesù sono i nosocomi che hanno registrato la più alta percentuale di pazienti “fuori sede”. Ma Roma è attrezzata per accogliere il flusso di parenti/accompagnatori (almeno uno-due) che ogni paziente si porta dietro? E nel resto d’Italia esistono strutture concepite e realizzate per l’accoglienza di questo tipo?».

Partendo dunque da una breve analisi di questi flussi di “migrazione sanitaria” – anche su scala nazionale – e dai quesiti proposti, il convegno del 16 ottobre, organizzato da SEVICOL e dal CITS (Centro Italiano Turismo Sociale), metterà a confronto le realtà di ospitalità già attive, per arrivare a definire un modello di struttura che risponda a precisi requisiti economici e organizzativi.
All’incontro parteciperanno rappresentanti delle Istituzioni laiche – tra cui anche il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e l’assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Roma Claudio Cecchini – e cattoliche – come don Andrea Manto e don Mario Lusek, rispettivamente direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Sanità e per quella del Turismo nella Conferenza Episcopale Italiana (CEI) – insieme ad esponenti di fondazioni e associazioni. (S.B.)

Il programma completo del convegno è disponibile cliccando qui.
Per richiedere materiale e per ulteriori informazioni:
– Ufficio Stampa SEVICOL, tel. 06 4815303, stampa@sevicol.it.
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