Mentre si scopre in questi giorni l’entità della frode alimentare cinese, le organizzazioni internazionali discutono a Roma di sicurezza alimentare in rapporto ai cambiamenti climatici.
È successo qualche giorno fa nella capitale, durante un incontro in cui il direttore regionale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), la direttrice dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) e un autorevole rappresentante della FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura) hanno discusso appunto il rapporto tra sicurezza alimentare e cambiamenti climatici.
Anche durante le epidemie di peste durante il Medioevo si riteneva che la causa di tali devastanti fenomeni fossero miasmi ambientali, che la ragione andasse cioè ricercata nell’aria, in quanto elemento comune a tutti i cittadini. Ed è tuttavia curioso che autorevoli rappresentanti di organizzazioni come quelle citate perdano il proprio tempo per inseguire strampalate teorie, piuttosto che adoperarsi sul piano internazionale per imporre a tutti i Paesi del mondo gli stessi canoni di sicurezza alimentare e per agire sui governi per contrastare con ogni mezzo gli odiosi reati contro la salute pubblica.
La recente scoperta in Italia da parte dei NAS di 10 quintali di latte contaminato alla melamina e di varie tonnellate di scorte alimentari sospette in depositi appartenenti ad imprese cinesi conferma il pericolo per la sanità pubblica legato al consumo di alimenti provenienti dalla Cina.
Latte, derivati del latte, scatolame contenente legumi, pomodori, carne o pesce rappresentano un potenziale rischio per la salute dei nostri connazionali.
I prodotti made in china devono essere oggetto di un controllo serrato da parte dei NAS, unitamente al commercio clandestino, che rappresenta un rischio ancora ben maggiore per la pubblica salute.
Ma cosa può fare l’Organizzazione Mondiale della Sanità a questo riguardo? Poco. Poiché a capo di essa vi è una funzionaria cinese, la dottoressa Margaret Chan, ed è evidente che la Cina non possa esprimere la funzione di direttore generale di un’organizzazione internazionale deputata al coordinamento mondiale della sanità, considerando la sua politica in materia di prevenzione e controllo delle epidemie (che nasconde regolarmente), di ambiente, di diritti umani, di tutela della salute della donna ecc.
E del resto sembrano far poco, al riguardo, anche organismi come l’EFSA, agenzia dell’Unione Europea in materia di sicurezza alimentare, la cui costituzione era stata salutata con entusiasmo, ma che nel corso degli anni ha dimostrato scarsa efficacia sia sul piano scientifico che su quello pratico.
*Direttore del Centro OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di Medicina del Turismo (Travel Medicine), Rimini.
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